mercoledì
28 ottobre scorso paolo giordano ha incontrato una serie di bookblogger per una
discussione informale al pavé di milano, locale/panificio che non conoscevo e
che consiglio vivamente.
l’incontro era stato organizzato dall’editore di
giordano, mondadori, e l’argomento era Il corpo umano, seconda prova dello scrittore
torinese. la prima non l’ho letta e la seconda l’ho letta al quaranta per
cento*, ma ho aderito all’invito per cercare di capire quanto potesse essere
utile un incontro riservato a pochi intimi: una decina di blogger, l’agente di
giordano laura grandi, alessandro braga, sempre di grandi & associati,
gli editor giulia ichino e antonio franchini, anna da re delle digital pr di mondadori. poi ho dedotto che forse mondadori comincia a
guardare con attenzione a chi parla di libri nella rete e desidera creare una
qualche comunità omogenea e disponibile a una relazione continuativa di
attenzione ai propri prodotti. giordano è stato giovane fra i giovani, ha dato
del tu a tutti, ha risposto a una serie di domande su libro e personaggi; ha
dichiarato, a proposito della sua maestra elizabeth strout, di tendere come lei
all’isolamento, che la sua vera natura gli imporrebbe di non fare altro che
scrivere, senza comparire. la serata è stata concepita con sobria informalità
ed è stata senza dubbio più gradevole di quelle presentazioni al prosecco in
cui alla fine tutti si lanciano sul magro buffet. penso dunque che continuerò a
partecipare, e che la prossima volta leggerò il libro da recensire per intero.
*una
noterella tecnica, sia pure sul quaranta per cento: un militare dice all’altro,
rispondendo a una domanda riguardante la quantità di donne disponibili durante
la missione in afghanistan, “In nessun dannato campo estivo si scopa quanto in
missione”. be’, quel “dannato” mi suona artificioso, come una cattiva
traduzione dall’inglese della battuta di un film, peraltro in un testo molto
attaccato alla realtà, della polvere, del corpo sudato e sporco, del corpo malato, del corpo
desiderato.
2 commenti:
Io di lui lessi e non apprezzai più di tanto (ma neanche ci vomitai sopra) La (straceleberrima) Solitudine dei Numeri Primi. Pertanto questo non l'ho preso. Nella mia lista delle priorità se dovessi inserirlo navigherebbe agli ultimi posti. Una persona molto cara, di cui mi fido e che di letteratura ci capisce parecchio, mi ha consigliato di leggere il primo capitolo che apparterrebbe alla categoria dei capitoli perfetti. Tu che hai letto il 40%, quindi pure il primo capitolo, e sei editor, considerata l'importanza che ha un primo capitolo, che ne pensi del primo capitolo e della scrittura di Giordano più in generale?
(Poi fatti una domanda e datti una risposta.)
il "dannato" sta nel primo capitolo, che pertanto già è perfettibile. c'è poi qualcosa nell'eloquio dei militari che talora mi sembra un po' stonato. possiamo perciò concludere che il primo capitolo del "corpo umano" è perfettibile.
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