martedì 27 luglio 2010

turnover



al numero di 27 dei via dei transiti, fino a qualche mese fa, abitava la libreria alternativa, che è stata soppiantata dall'orrendo parachiosco qui sopra. epperò, verso la fine di giugno, ha aperto in via savona 101 la libreria gogol & company, condotta dal giovane danilo dajelli, un individuo secco come la fame e tatuatissimo, dall'espressione spesso velata di un ombra di tristezza alla de filippo, baffetti e tutto. non so se fatto con la classica napoletana, ma pare che da gogol si beva un ottimo caffè.

que viva ernesto_ecuador rules

ernesto xavier ortega perez non ciondola nei dintorni di loreto con un finto diamante all'orecchio e i calzoni calati su un paio di boxer di maglina con la marca in vista e les fesses in esposizione, in compagnia di qualche altro perdigiorno par suo. ernesto xavier ortega perez, nel suo bar di viale monza 8,  prepara un caffè eccellente e intrattiene i suoi clienti usando la sua naturale empatia e simpatia, unite a un genuino interesse per il posto in cui vive e a una gran voglia di rimanervi sempre più a proprio agio. si capisce che con alcune persone tra quelle che frequentano il suo bar ernesto condivide qualcosa di più di tazzine e bicchieri. ernesto xavier ortega perez è un interista sfegatato e un libraio in pectore (oltre che un lettore): si veda l'allestimento dei volumi che sovrintendono alla macchina del caffè. c'è un unica cosa che mi sfugge, relativamente al bar di ernesto xavier ortega perez: perché si chiama saverio's cafè?

luglio, col bene che ti voglio

l'estate finisce al finire di luglio. perché agosto non è estate, è solo il mese che prepara settembre, nel corso del quale il presagio della fine è sempre più percettibile. agosto abortisce l'estate, è galoppante marcescenza. il tempo intercorrente tra il 31 luglio e il 31 agosto non va considerato.

inconsolabile


inconsolabile, orfana del tram numero due, vago tra mezzi pubblici diversi, costretta a sistemi misti dalla millantata efficienza dell'atm. così vado da un tram a una metro, e poi viceversa, e ciò modifica davvero lo spirito della mia giornata: che i dirigenti dell'atm o coloro i quali hanno modificato il percorso del mio mezzo favorito brucino per sempre nel fuoco dell'inferno. e comunque, sia pure con fatica, continuo a incontrare sui mezzi pubblici lettori dei più disparati gusti. il signore in alto legge The Mediterranean World in Late Antiquity AD 396-600,  tomazzo di Averil Cameron edito da Routledge; quello sotto in maglietta arancione è immerso sin da quando aspettavamo il mezzo in Sette uomini in guerra - Storie parallele, di Marc Ferro: nel sito Hoepli è sotto il genere "araldica e militaria", e scommetto che il nostro l'ha comprato dal mio amico pirocchi della libreria militare. la ragazza sul tram, a sinistra, distoglie per un attimo lo sguardo dal suo Coelho, mentre la sospettosa a destra controlla i miei movimenti tutto il tempo impedendomi di ficcare il naso nella sua copertina: si è forse accorta che ho tentato di far finta di allacciarmi le scarpe, peraltro prive di lacci? il dignitoso signore in basso a sinistra legge, di Brian Freeman, Polvere e sangue; vi si narra che Laura Starr, il 4 luglio del 1977, fu picchiata a morte con una mazza da baseball. ma la star della giornata, la donna di cui vorrei essere amica del cuore è la signora in basso a destra: incurante del movimento del mezzo, elegantemente vestita di grigio perla, legge rapita il De Profundis di Oscar Wilde: lei, rara avis, non frequenta troppi stieg larsson. Scrive Oscar: "Mi biasimo per aver lasciato che un'amicizia non intellettuale, un'amicizia il cui primo scopo non era la creazione o la contemplazione di cose belle, dominasse interamente la mia esistenza. Fin dall'inizio fra di noi la breccia fu troppo ampia. A scuola eri stato un perdigiorno, peggio di un perdigiorno all'università. Non capisti che un artista, un artista poi quale sono io, uno, cioè, per cui la qualità dell'opera dipende dall'approfondirsi della personalità, ha bisogno per sviluppare la sua arte di una concertazione delle idee, di un'atmosfera intellettuale, di quiete, di pace e solitudine. Tu ammiravi il mio lavoro quand'era compiuto: godevi dei brillanti successi delle mie premières e dei brillanti banchetti che a esse facevano seguito. Eri fiero (ed era naturale) di essere intimo amico di un artista tanto famoso: ma non riuscivi a capire le condizioni indispensabili alla creazione dell'opera d'arte. Non sto parlando in termini esageratamente retorici, ma in termini assolutamente veri che rispecchiano la realtà, quando ti rammento che, per tutto il tempo in cui fummo insieme, non sono stato in grado di scrivere neppure una riga. Sia a Torquay, sia a Goring, Londra, Firenze, o in qualsiasi altro luogo, la mia esistenza, finché tu eri al mio fianco, fu del tutto sterile, non creativa. E, a eccezione di brevi intervalli, mi dispiace dirlo, tu restasti sempre al mio fianco".
Oscar Wilde, De Profundis

alla larga dai tipi come bosie.

giovedì 22 luglio 2010

ossimori

chi scrive passa spesso, per motivi attinenti alla professione, in piazzale del governo provvisorio, a milano, un posto fa-vo-lo-so. la zona è turro, un quasi paesello dove si trovano un circolo arci e, nel piazzale, una fontanella perfettamente funzionante. sul muro della cascina di piazzale del governo provvisorio un cartello giallo (ormai permanente) segnala il pericolo di crollo. ma il nucleo intervento rapido stampigliato dopo la dicitura "comune di milano" che fa?

europiedi

"L'Europa è stata, e viene ancora, camminata. È un elemento fondamentale. La cartografia dell'Europa è il frutto delle possibilità del piede umano, degli orizzonti che ci può far percepire. Uomini e donne hanno tracciato queste mappe, camminando di casolare in casolare, di villaggio in villaggio, di città in città. In genere le distanze hanno scala umana. Possono essere percorse da chi viaggia a piedi – dal pellegrino che si spinge fino a Compostela, dal promeneur solitario o in comitiva. ... Questo semplice fatto determina la relazione originaria tra l'uomo europeo e il paesaggio. In senso metaforico, ma anche nella realtà, quel paesaggio è stato modellato e umanizzato da piedi e mani. ... I nostri campi, che siano coperti di neve o ingialliti dal sole dell'estate, sono gli stessi di cui hanno fatto esperienza Bruegel, Monet o van Gogh. ... Alcune delle componenti fondamentali del pensiero europeo sono pedestri, nel senso etimologico del termine. La loro cadenza, la loro sequenza, sono quelle del camminatore. Nella filosofia e nella retorica della Grecia antica, i peripatetici sono, alla lettera, quelli che viaggiano a piedi da polis a polis, e anche i loro insegnamenti sono itineranti. Nella metrica e nelle convenzioni poetiche occidentali, il 'piede', il 'battito', l'enjambement tra i versi o le stanze ci ricordano l'intimità tra il corpo umano che cammina sulla terra e le arti  dell'immaginazione".

George Steiner, Una certa idea di Europa, Garzanti, Milano 2006

mi scuso con Garzanti per la lunga, illegale citazione, ma non potevo resistere.

lasciate che i bambini vengano a me

milano, stazione centrale, linea verde.

c.c.c.

finalmente una protesta coreograficamente e cromaticamente corretta: è quella della coldiretti, una moltitudine di allevatori convenuti sotto e intorno al pirellone, in piazza duca d'aosta, con tutti gli ammennicoli al posto giusto: trattori ben parcheggiati, striscioni e cartelli ben composti e ben stampati, palloncini e bandiere collocate a distanza regolare l'una dall'altra, un tripudio di geometrica lombardità. altro che certi protestatori sgangherati (vedi post del 23 febbraio scorso). non so esattamente cosa vogliano, questi coltivatori diretti, certo è che sanno come chiederlo.

mercoledì 21 luglio 2010

la mala educación


alcuni, molti sono convinti che si debba insegnare ai ragazzi, meglio se sono ragazze, a mettere in ordine le proprie cose, a tenere in ordine le proprie cose, a mettere ordine in casa, a lavare ciò che si è sporcato. dando per assodato che la cosa costituisca un valore.
alcune, molte signore sono convinte di dover mettere in ordine le proprie cose e quelle degli altri, tenere in ordine le proprie cose e quelle degli altri, mettere ordine in casa,  lavare ciò che si è sporcato e ciò che hanno sporcato gli altri. a proposito dell'ineludibile questione dell'organizzazione domestica, a seconda del tenore di vita che uno può condurre, si prospettano due soluzioni.

- soluzione a. una vive in una casa già organizzata perché è in grado di pagare un cuoco, un cameriere e uno che fa le pulizie. in questo caso il problema è risolto prima ancora di essere stato posto.


- soluzione b. una non ha né un cuoco né un cameriere. non può assoldare neanche uno che fa le pulizie perché la casa non è organizzata e lei dovrebbe passare il proprio tempo a spiegare al signore delle pulizie come farsi strada tra le pile di libri e altri oggetti, e dove riporre i suddetti libri e i suddetti oggetti. è una casa che si morde la coda, direi una casa-cane se i cani non mi facessero ribrezzo, così come i gatti e altri esseri viventi e pelosi. d'altra parte chi vive nella soluzione b non ha la minima intenzione di perdere il proprio tempo né a spiegare né a fare da sé. 


chi scrive vive nella soluzione b insieme con un'adolescente femmina istruita fin dalla più tenera età a farsi carico esclusivamente di pensieri e occupazioni gratificanti per lo spirito, tendenza che applica felicemente anche a sé stessa. all'adolescente raccomanda anche di tendere a lavori nobili e remunerativi, in modo da praticare nel futuro la soluzione a  pagando alcune discrete, silenziose, invisibili figure che svolgano i compiti più ingrati e pallosi. chi scrive tende alla soluzione a e alleva un'erede di classe a, col risultato di vivere in una dimora decisamente bohémienne: nell'acquaio, spesso e volentieri, sciaguattano piatti della sera prima, mentre noi ci dedichiamo, confortevolmente installate sul divano, a letture edificanti.

domenica 18 luglio 2010

qui finis terrae_5 – carabinieri shakespeariani

"Mi ha disprezzato e deriso un milione di volte;
ha riso delle mie perdite, ha disprezzato i miei guadagni e deriso la mia nazione, reso freddi i miei amici, infuocato i miei nemici.
E qual è il motivo? Sono un ebreo. Ma un ebreo non ha occhi? Un ebreo non ha mani, organi, misure, sensi, affetti, passioni, non mangia lo stesso cibo, non viene ferito con le stesse armi, non è soggetto agli stessi disastri, non guarisce allo stesso modo, non sente caldo o freddo nelle stesse estati e inverni allo stesso modo di un  cristiano? Se ci ferite noi non sanguiniamo? Se ci solleticate, noi non ridiamo? Se ci avvelenate noi non moriamo?
E se ci fate un torto, non ci vendicheremo?"
William Shakespeare, Il mercante di Venezia, monologo di Shylock

io desidero con tutte le mie forze conoscere il copywriter dei carabinieri, colui/coloro i quali inventano i nomi delle operazioni. perché mentre villeggiavo beatamente a finis terrae, dove però si possono acquistare i giornali, sulla repubblica del 7 luglio leggevo così: "Lecce - Affiliati della Sacra Corona Unita, ma anche insospettabili imprenditori, commercianti ed operatori finanziari. In tutto 19 persone accusate a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata all'usura, all'estorsione e all'esercizio abusivo dell'attività finanziaria, raggiunte ieri dalle ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Direzione Distrettuale antimafia ed eseguite dai carabinieri del comando provinciale di Lecce con 250 uomini, elicotteri e unità cinofile, nell'ambito dell'operazione Shylock, dal nome dell'usuraio shakespeariano del Mercante di Venezia". chi ha detto che i carabinieri leggono poco?

qui finis terrae_4 – cose da morti

si è già avuto modo di notare, ad esempio nel post finis terrae_1, che in terra di bari le parole hanno un grande peso e certo non sono utilizzate a sproposito. e fin qui eravamo nel regno di eros. passando nel contiguo settore di thanatos l'uso accorto della lingua trascolora in vera e propria poesia, certificata e lungi dall'essere autoprodotta: "E dopotutto ci sono tante consolazioni!
C’è l’alto cielo azzurro, limpido e sereno, in cui fluttuano sempre nuvole imperfette.
E la brezza lieve.
E, alla fine, arrivano sempre i ricordi,
con le loro nostalgie e la loro speranza,
e un sorriso di magia alla finestra del mondo,
quello che vorremmo, bussando alla porta di quello che siamo." Fernando Pessoa

è il testo che accompagna la poetica immagine marina, con tanto di pontile verso il nulla (brrr), pubblicità – sulla "repubblica" dell'11 luglio, sezione bari – della sisto organizzazioni funerarie. non oso pensare a cos'altro possano organizzare.

qui finis terrae_3 – vino bianco vs coca cola

senza dubbio l'osservatore che in questi giorni, dietro ai suoi persol garanzia di anonimato, ponesse attenzione a un paio di coppie di villeggianti su una spiaggia del litorale jonico-salentino, ad esempio quelle ritratte in questa pagina, molto potrebbe comprendere dei diversi atteggiamenti di questi piccoli nuclei nelle due diverse fasi della loro vita e dei loro rapporti. la coppia più giovane è formalmente dominata dalla sua componente femminile, come si evince anche dalla posizione dei corpi. mentre lei – fisico atletico vagamente androgino – è seduta, vigile e affaccendata, lui rimane sdraiato tutto il tempo, praticando, come unica attività, la spremitura dei brufoli di lei, che individua pigramente dal basso e poi attacca, lei consenziente e disponibile ancorché intenta a cibarsi di salatissime porcherie che estrae da un sacchetto contenuto nella borsa del mare e che bene si accompagnerebbero a una coca cola ghiacciata. è un'intimità sufficientemente assodata, scarsamente meditata, intrisa di un vitalismo che è pura biologia – sole, fame, sete, pus, forse più tardi un po' di liquido seminale. 
i due maturi inscenano un gioco più complesso. si comprende dal loro agio che sono abituati a parlare e si ascoltano volentieri. lei – comodamente distesa su un lettino da spiaggia, non teme di esporre al sole glutei con sostanziose tracce di cellulite e, lungo la fessura che li separa, una tricostriscia nera sfuggita all'epilatore casalingo – senz'altro tiene in gran conto quello che dice lui. e lui parla, racconta, ammicca con un atteggiamento che senz'altro sarebbe definito da qualche giornalista di "donna moderna" (forse anche di "vanity fair") di "grande complicità". dalla loro borsa da mare estraggono contenitori che assolvono alla loro funzione contenendo frutta, insalata, altre cose fresche. per ora bevono acqua, ma non si fatica a immaginarli la sera, lei senz'altro in abitino estivo, in un ristorante a porto cesareo, di fronte a un piatto di spaghetti allo scoglio, sorseggiando vin blanc.



sabato 17 luglio 2010

qui finis terrae_2_vacances, j’oublie tout



innanzitutto la colonna sonora.
qui, a manduria – frazione specchiarica, esiste un unico ristorante condotto da giorgio, che si intitola “da giorgio”, a conduzione implacabilmente familiare. dopo una vita di umilazioni come fremdarbeiter, giorgio è tornato dalla germania con una moglie tedesca e due figli tedeschi dal pesante accento specchiarichese. da giorgio si fa colazione, pranzo, merenda e cena, e in particolare il momento del caffè riserva una sorpresa ogni giorno. chi scrive non gradisce l’espresso, pertanto chiede – cosciente dell’eventualità di risultare petulante ma impossibilitata a fare altrimenti – “un caffè americano in tazza grande con acqua a parte, per favore”. questa richiesta, al bar ristorante “da giorgio”, viene soddisfatta in misura e forma variabili, a seconda del preparatore: questi può essere giorgio in persona – che ficca due espressi in una tazza da cappuccino e sorvola sulla richiesta di acqua calda a parte; la figlia di giorgio (un’avvenente ragazza con lunghissime unghie laccate di turchese, amante di bluse con scollo all’americana e reggiseni colorati platealmente in vista) – che manifesta onestamente le proprie difficoltà e ti chiede dove deve mettere l’acqua; dal figlio di giorgio, di nome giorgio egli stesso – che interpreta la richiesta di acqua calda a parte consegnandoti un comune bicchiere di vetro colmo d’acqua bollente, però impossibile da maneggiare perché giorgio junior non ti fornisce contestualmente una presina; da una lavorante di giorgio, forse quella con maggiore senso pratico: ficca un espresso in una tazza da cappuccino, che poi riempie d’acqua calda fino all’orlo. questa è la parte più lunga dell’operazione breakfast. segue la consegna del croissant al cioccolato: niente a che vedere con gli aerei prodotti da forno dei bar milanesi ma una mezzaluna pesante, unta, ripiena di ripieno all’inverosimile. chi scrive poi trasporta tazza e dolce sulla veranda, di fronte al mare, dove chiede a un vecchio signore impegnato in una discussione con una mezza dozzina di vecchi signori il permesso di occupare un pezzo del tavolo di plastica dove sono appoggiati un mazzo di chiavi e un pacchetto di muratti (sì, esistono ancora). il signore risponde invariabilmente di sì e allora chi scrive reinforca gli occhiali da sole (un paio di fichissimi persol vintage che resistono persino all’aggressivissimo salmastro di questo mare paracaraibico) e si appresta al pasto mattutino immergendosi pigramente nei discorsi del ciarliero circolo di gerontoconvenuti. e sono resoconti di vicende occorse a parenti, impallinati per sbaglio in giovane età con qualche fucile da caccia e sopravvissuti finora con i pallini imprigionati sotto la pelle; descrizioni minuziose dell’edificazione di cisterne per la raccolta dell’acqua (che qui, dal rubinetto, non si può bere), con scaramucce circa l’efficacia di questo o quel materiale. un disincantato colloquiante arriva a sostenere che non si costruiscono più cisterne come quelle di una volta.
la frazione specchiarica è vicina alla fine, nel senso che, proseguendo sulla litoranea, ci si trova nel salento dei tarantolati, giù sino alla fine della penisola, a santa maria di leuca. se c’è una cosa meravigliosa, qui, è che, non essendoci nulla da fare, non si fa nulla. gli adolescenti, adolescentina compresa, nulleggiano sui muretti, mentre gli autoctoni si raccolgono in un cerchio di seggiole appena fuori dall’uscio delle case, discutendo di nulla con molta allegria. della sveglia, la mattina, non c’è alcun bisogno, poiché a partire dalle otto cominciano a scorrazzare per le viuzze camioncini provvisti di ogni ben di dio – materassi, cozze, pesce fresco, scarpiere, comodini e, nel più bello di tutti, i gelati. ogni camioncino diffonde, senza alcuna concessione a spersonalizzanti globalizzazioni, la registrazione di una voce con accento locale magnificante la merce da piazzare. nonostante mi piaccia dormire fino a tardi, sono deliziata dal passaggio di questi mezzi parlanti e avanzo un unico dubbio: bene per cozze e gelati, ma con quale frequenza le signore di specchiarica cambiano scarpiere e materassi? che il luogo sia preda di un’inconsueta e compulsiva frenesia consumistico-igienica, di un collettivo super ballo di san vito?
tra gli altri servizi no cost assicurati in questo estremo lembo d’italia, oltre alla sveglia, segnalo, sulla spiaggia, le conchiglie già bucate, pronte per essere usate a scopi ornamentali da eventuali cinquantenni in preda a estri di giovanilismo o di pinkettismo (vedi post del 9 giugno 2009). personalmente ho inaugurato il trend “natura e cultura al vostro polso”: una serie di sottili braccialetti di gomma di claires’s, acquistati nella città natale di dylan thomas e spero introvabili in italia, accostati a un braccialetto d’oro nel quale ho infilato le suddette conchiglie, sotto lo sguardo colmo di compassione dell’adolescente. questo complicato ornamento, a dirla tutta anche un po’ chiassoso, serve a distogliere l’attenzione di eventuali corteggiatori dal ciuffo canuto che si va evidenziando vieppiù a mano a mano che il mare dissolve il movida di garnier color mogano ramato dalla mia poco impeccabile chioma. e comunque specchiarica, per chi scrive, è il supremo trionfo del disheveled (vedi post precedenti sul medesimo argomento), dell’assoluto menefreghismo, dello sprezzo per il ciclo virtuoso “bagno in acqua di mare, doccia d’acqua dolce, sciacquamento degli asciugamani da mare, vestizione per la cena”. faccio tutto in ordine sparso, perlopiù non lo faccio; prevalgono l’attività di osservazione dei vicini, l’aggiornamento del taccuino per gli appunti, le soste insabbiate da giorgio, l’acquisto e il consumo di taralli dolci e salati innaffiati con la coca cola. il tutto, dato che durante il primo giorno di mare mi sono seriamente ustionata la schiena, sotto la protezione dell’autentico shemagh israeliano di eccellente cotone di cui mi ha fatto dono il mio amico libraio militare angelo pirocchi, che indosso a mo’ di mantello sentendomi irresistibilmente wonder woman.

lunedì 12 luglio 2010

qui finis terrae_1

la lingua, si sa, è un organismo vivo e mutevole, alla cui evoluzione contribuiscono in misura ragguardevole i parlanti/scriventi. un luminoso contributo, in questo senso, paiono assicurarlo gli ineffabili estensori dei quarantasei annunci pubblicati il 7 luglio 2010 sulla "gazzetta del mezzogiorno", sezione "annunci economici", sottosezione "professionali": la copia gratuita che qui, a finis terrae, distribuiscono con il quotidiano "la stampa".

1. dove si assiste alla trasformazione di un verbo intransitivo in un verbo transitivo entusiastico
BARI eccitante divertente ti impazzirò sotto doccia ambiente climatizzato (segue telefono).

2. dove si celebra il trionfo del superlativo assoluto
VICINANZE Casamassima strabellissima mora frizzantissima fotomodella dolcissima accattivante completissima* (segue telefono).

3. dove risulta inequivocabilmente chiaro che siamo in estate
BARI bellissima bambolina 19enne bravissima prosperosa massaggio sotto doccia (segue telefono).
BARI novità stupenda snella massaggi sotto doccia ambiente climatizzato (segue telefono).
BARI novità bellissima completissima snella bionda doccia insieme cimatizzato (segue telefono).
VICINANZE Bari signora sensualissima affascinante doccia insieme climatizzato (segue telefono).

4. dove si apprende che a bari centro imperano globalizzanti novità
BARI centro novità brasiliana bellissima fotomodella disponibilissima caldissima affascinante (segue telefono).
BARI centro novità donna 45enne affascinante francese completa (segue telefono).
BARI centro novità assoluta bellezza esotica fisico da modella climatizzato (mi sfugge il concetto del fisico climatizzato) (segue telefono).
BARI centro novità bella affascinante dolcissima giapponese climatizzato (segue telefono).

5. going local 1: dove si apprende che le signore italiane amano distinguersi
AAA Affascinantissima italiana solo distintissimi (segue telefono).
A Bari bella signora elegantissima bianca bionda solo distinti (segue telefono).

6. dove si apprende che a foggia la localizzazione del punto g si è compiuta senza incertezze
FOGGIA novità assoluta, bellissima e incandescente fragolina ti aspetta (segue telefono).

7. dove si apprende che le indigene della foresta amazzonica, lungi dal preoccuparsi per la progressiva corruzione e scomparsa della stessa, di quando in quando si recano a bari per esercitare un pochino della loro selvatica leggerezza
A Martina Franca nuovissima amazzonica birichina da favola affascinante completissima (segue telefono)

8. dove si evince che a martina franca si indugia in un'atmosfera vagamente anni cinquanta
MARTINA FRANCA Linda bionda caldissima reginetta del piacere seno prorompente (segue telefono).

9. dove non si comprende chiaramente se a potenza la trans milena confeziona tortellini o si dedica alla fellatio, né si riesce a stabilire dove sarà dopodomani
POTENZA trans Milena antica arte bolognese oggi e domani (segue telefono).

10. going local 2: dove si percepisce senza possibilità di errore che la "gazzetta del mezzogiorno" si occupa di cose del mezzogiorno nel mezzogiorno stesso
VICINANZA COZZE: affascinante dolcissima raffinata disponibilissima tutti i giorni (segue telefono).

*chi scrive aveva già avuto occasione di sottolineare la puntigliosità con la quale gli anonimi estensori degli annunci dichiarano la "completezza" della merce che propongono (vedi post del 6 aprile 2009): mi viene il dubbio che, ove questo attributo non venga indicato, si debba sospettare la presenza di signore focomeliche o con gamba di legno.

giovedì 1 luglio 2010

a tra qualche giorno

il tempo di guarire dal ballo di san vito.