mercoledì 29 ottobre 2008

mangalemmi 22

mutria: aspetto esteriore scostante, che denota diffidenza e scontrosità.

broncio, malumore.

sfrontatezza, faccia tosta.

bellobellobello

leggete qui, e lunga vita a google:

http://www.adnkronos.com/IGN/AziendeInformano/?id=3.0.2645873274

lunedì 27 ottobre 2008

milano città di libri 1 – roberto denti, la libreria dei ragazzi

cominciano ad affluire le risposte dei librai di milano sul tema milano città di libri (vedi post del 9 ottobre).
ho rinunciato, per ora e per motivi di tempo, alla mia indagine supersistematica per zone e ho deciso di interpellare, ove possibile, un libraio “per genere”.
l’onore del primo spetta a roberto denti, della libreria dei ragazzi di via tadino 53: il motivo è che le sue risposte mi hanno comunicato una cosa grande, commozione [dal de mauro, commuovere: emozionare o turbare suscitando forti reazioni o sentimenti di pietà o di affetto].

prima dell’intervista, un dato:


“Le probabilità in più di essere lettore per bambini e ragazzi tra i 6 e i 19 anni in rapporto al comportamento dei genitori, status sociale della famiglia ecc.

Leggono entrambi i genitori: 2,8 probabilità in più di essere lettore.

Nascere in una famiglia con una biblioteca di oltre 200 libri: 3,5 probabilità in più.

Nascere in una regione del Nord: 1,7 probabilità in più.

Nascere in una famiglia con almeno un genitore laureato: 1,3 probabilità in più.”

(fonte: Giovani lettori in cifre, in “Bookshop”, ottobre 2008)


il testo che segue è integrale e in tutto conforme all’originale consegnato a chi scrive; prima di dare la parola a denti
vorrei sottolineare quel “rivoltarsi il mondo” tutto rodariano, nelle ultime righe dell’ultima risposta; e quell’accenno alla rivoluzione, da grande, affettuoso visionario – uno di quelli che poi, magari, alla lunga, un po’ di rivoluzione la fanno davvero.

1. perché lei fa il libraio?

Ho cominciato a 47 anni, attuando un desiderio (cosa farò da grande?) dei tempi del Liceo Classico. Ci sono riuscito per merito di Gianna, diventata mia moglie, che ha concretamente attuato un progetto comune. Così nel 1972 si è aperta a Milano la prima Libreria per Ragazzi in Italia (la seconda in Europa dopo quella di Londra).


2. qual è la parte del suo lavoro che le procura maggiore soddisfazione?
Il contatto con la gente, genitori, nonni, bambini e ragazzi, insegnanti. Ma al rapporto con la clientela si aggiunge quello, affettuoso e amichevole, con autori, illustratori e alcuni editori.


3. quanto conta il consiglio del libraio per chi frequenta la sua libreria?

In una libreria specializzata il consiglio del personale addetto alla vendita è fondamentale. Gli adulti conoscono molto poco i libri per bambini e ragazzi e quindi molto spesso chiedono consigli. Difficili da dare perché le notizie utili che i parenti sanno fornire sono scarse. È meglio quando una giovane lettrice o un giovane lettore chiede: “mi hai dato la settimana scorsa un libro che mi è piaciuto moltissimo. Me ne dai uno uguale?”.

4. quali sono le iniziative che lei mette in atto o conta di intraprendere per coltivare, aumentare, consolidare il numero di lettori che si rivolge a lei?

Da anni la Libreria dei Ragazzi di Milano propone bibliografie specifiche. Inoltre una volta al mese (in collaborazione con un gruppo di librai italiani per bambini e ragazzi, “Il coordinamento”) presenta una bibliografia con la proposta delle migliori novità (una trentina) del mese precedente. Da ottobre a maggio la Libreria è visitata al mattino e al pomeriggio da classi della scuola primaria e secondaria: le visite sono organizzate preventivamente. Inoltre la Libreria dei Ragazzi ha da sempre intensi rapporti con le Biblioteche di pubblica lettura per le quali (nel 2008 siamo al 18° anno) organizza corsi di aggiornamento culturale.
Da ottobre a maggio, ogni sabato alla 17.00, La Libreria dei Ragazzi apre la sua vasta sala riunioni ad incontri con bambini e ragazzi con autori, illustratori, animatori. È una tradizione premiata da un’intensa partecipazione di pubblico, anche adulto. Cerchiamo sempre di aprire la Libreria a nuove iniziative non facili in una città dove le famiglie sono sovraccaricate da gravi problemi psico-sociologici. Inoltre dobbiamo affrontare la concorrenza (non culturale) delle “catene” che cercano spazio basandosi su sconti al pubblico che la singola libreria non è in grado di praticare.

5. qual è la sua proposta (o il suo sogno) per rendere Milano una “città di libri”?
È una domanda provocatoria. Che proposte (o sogni) si possono avere in una città dove trionfa il consumismo e dove la Pubblica Amministrazione non si occupa in nessun modo dell’infanzia a cominciare dal problema delle polveri? I bambini milanesi sono al primo posto in Europa per le malattie allergiche e respiratorie. Il libro non è un bene primario e gli adulti danno ai figli il peggiore degli esempi: non leggere. Perché dovrebbero leggere bambini e ragazzi? Per rendere Milano una “città di libri” allegra, libera e felice per tutti i bambini italiani e stranieri che la abitano, dovrebbe rivoltarsi il mondo: forse anche una rivoluzione rischierebbe di non essere sufficiente.


Roberto Denti

sabato 25 ottobre 2008

libri di luce - che bello skertzò


nell'immagine che vedete, una performance in cui gli skertzò proiettano sulla torre di david, a gerusalemme, una biblioteca di luce. facendo clic sull'immagine potrete vederla, è il caso di dirlo, in tutto il suo splendore.

grazie a michael lieberman.

venerdì 24 ottobre 2008

laura fa qualcosa di sinistra – apre a milano la libreria del mondo offeso

















“Ho pensato di poter organizzare un grande incontro tutti assieme. Non sto parlando di un appuntamento politico, ma di un modo per far diventare la nostra amicizia più vera, non solo un rapporto che si chiude una volta spento il computer. Certo sarà l’occasione per parlare di politica e di vita. Ci vediamo il 13 dicembre a Roma, non so ancora dove, dipenderà da quanti di voi vorranno partecipare, fatemelo sapere da subito. Se qualcuno di voi quella sera vuole suonare, allestire una mostra con delle foto, portare dei filmati, cercheremo di organizzarci per farlo. A presto, un abbraccio, Walter.”

quello sopra è l’invito che walter veltroni rivolge agli amici di sito dalla sua pagina di facebook, il 22 ottobre 2008. io non so cosa voglia ricavare walter da questo incontro in cui, en passant, infila anche la parola “politica”. so però che ieri, alle 18.30, ha aperto i battenti la “libreria del mondo offeso”, un paio di splendidi locali squisitamente arredati in un cortile interno di corso garibaldi 50. eugenio allegri ha letto con voce fascinosa brani tratti da Un canto clandestino saliva dall’abisso, di mimmo sammartino, che narra del naufragio di portopalo. laura ligresti ha concepito una libreria schierata a manca, le pareti di mattoni a vista, in cui si respira una complottarda atmosfera da bistrot. su una parete campeggia un bel ritratto di che guevara; su un’altra è attaccato un invito a salvare “il manifesto” dalla chiusura – lo stesso invito è stato rivolto ai presenti da sammartino, che esortava ad aderire alla sottoscrizione per il quotidiano organizzata in libreria.
il pubblico, miscellaneo, annoverava le consuete signore di una certa età con rossetti molto appariscenti, alcuni distinti signori di una certa età provvisti di capigliatura fluente e anelli agli orecchi, un po’ di ventenni.
laura ligresti si aggirava tra i convenuti frastornata ed emozionatissima: per lei, i più calorosi auguri – oltre ad aver fatto una cosa di sinistra, ha fatto una cosadalibri, alla quale non si può che plaudire.

finale con sorpresa
finita la presentazione, esco e svolto in via palermo, dove noto attraverso la vetrina il bancone di un locale occupato, invece che da zuccheriere o altre suppellettili, da una bella fila di volumi delimitata sui due lati da due grandi bottiglie a mo’ di reggilibri. scopro che è “la libera”, birreria con cucina dei soci italo manca e gino narducci, dove da ventotto anni si cena, anche dopo il teatro, in un ambiente molto confortevole. mi riceve gino (è il signore della foto), che mi racconta l’origine casuale della fila di libri – qualche volume dimenticato da clienti, qualche dono da parte di giornalisti del “corriere della sera”, dalla vicinissima via solferino, qualche acquisto autonomo. su dieci clienti, mi dice gino, otto si fermano volentieri a sfogliare. prosit.

mercoledì 22 ottobre 2008

pari opportunità 2 - parigi, o cara 2


tu provoquais la joie - parigi, o cara




desidero andare e restare, per pochi minuti, nel più trito dei luoghi comuni su parigi città dell'amore. ma sì, a visitarla in autunno inoltrato, con tutte quelle feuilles mortes, ti viene quasi voglia di fidanzarti anche tu. qualcuno, al père lachaise, ha fatto scrivere sulla tomba dell'amata "tu suscitavi la gioia": quale epitaffio migliore? qualcuno, lungo un considerevole tratto di rue du chemin vert, ha tappezzato il marciapiede di scritte dorate, fatte con un apposito stencil, inneggianti al compleanno dell'amata. infine due amanti un poco âgés, nella medesima seggiola, alle tuileries, si baciavano al sole ottobrino. vive l'amour.

lunedì 13 ottobre 2008

mangalemmi 21

incomportabile: insopportabile, intollerabile.

disdicevole, moralmente ripugnante.

perquisiamoli

l'associazione nazionale antigraffiti, sponsorizzata con una sentita adesione sulla odierna newsletter di exibart online, invita i genitori a vigilare sulle attività artistiche metropolitane dei figli pubblicando il grafico che vedete a destra, a suo tempo (2006) uscito sul "pasadena star news" ad accompagnamento di un articolo sui locali graffitari – questa uscita provocò una quantità infinita di scherno ai danni del povero giornalista; il grafico è accompagnato da una solenne dichiarazione/invito: "APPELLO AI GENITORI. Se tuo figlio esce di casa vestito in questo modo è possibile che sia un writer: parlagli e spiegagli che imbrattare è un reato."
ora, in giro si vede una marea di adolescenti con felpe dal cappuccio sollevato sulla testa e zaino: tutti writer? che facciamo, perquisiamo? mi pare incredibile che i signori antigraffiti – il cui assunto di base trovo condivisibile, finché si tratta di distinguere tra uno sgorbio e un'opera di banksy: è una distinzione molto facile da mettere in atto – mi pare incredibile, dicevo, la serietà con cui pubblicano questo disegno veramente ridicolo accompagnato da un invito altrettanto ridicolo, insopportabilmente pomposo. forse sarebbe bene proporre agli incontinenti della bomboletta un bel diario personale, ampio, con tanto spazio per scrivere e disegnare, nella speranza di spendere meno dei 750 milioni di euro preventivati per togliere tutta la monnezza su tutti i muri; o addirittura una serie di bei libri con cui occupare il tempo, accompagnando en souplesse questi giovani nel percorso virtuoso da writer a reader. ma, per favore, lasciamo in pace i portatori di felpe.

giovedì 9 ottobre 2008

no, tu no – giovanni allevi al blue note

certo, quando suona giovanni te ne stai lì, a volte un po’ in sofferenza, a volte colto, come lui, da un’energia incontenibile – quando pesta sui tasti e sembra che lo steinway stia per scassarsi si sente salire un gorgo inarrestabile, si ha la sensazione che tutto sia positivo e nulla di brutto possa accadere: una sorta di urgenza vitale.
epperò ieri, al blue note, l’urgenza che si avvertiva era di un altro tipo. una leggera urgenza di concludere (dopo quello delle nove c’era il concerto delle undici), un entusiasmo a termine, inchini e ringraziamenti visibilmente cronometrati e un vago presagio di omologazione.
non siamo ingenui, lo showbiz ha le sue norme, bisogna battere il ferro, trarre il massimo profitto col minimo impiego. l’impiego di allevi, però, non è minimo: giovanni, ribellati. noi, sciarpa arancione o no, ti vogliamo bene.

p.s.: io desidererei che qualche alleviano mi spiegasse un mistero. ieri, prima del concerto, sono stata seguita alla toilette da una ragazza molto in ansia, che ha voluto donarmi una confezione di candeline da compleanno, sottili, colorate, che mi ha invitato ad accendere durante il concerto. quasi tutti avevano queste candele, la copertura dei tavoli era quasi totale. però non è successo nulla, non una fiammella si è levata: data l’organizzazione capillare dei distributori, mi chiedo perché.

ragGELAnte


http://www.corriere.it/cronache/08_ottobre_08/gela_nessuna_libreria_aiuti_comune_cacadfc8-957a-11dd-a444-00144f02aabc.shtml

ringrazio maria chiara tulli per la segnalazione.

immagine courtesy www.torinoscienza.it

mangalemmi 20


rubore: rossore.

milano città di libri?

michael lieberman è un signore di seattle che gestisce, con il suo socio wessel, una grande libreria, davvero bellissima e davvero ben organizzata. michael cerca e vende libri con una passione sconsiderata e dice della sua città: “seattle è una città di libri, sono fortunato a farne parte”.
vorrei sapere se i librai milanesi sono altrettanto contenti e se considerano milano una “città di libri”, perciò farò una piccola indagine di cui darò conto in questo luogo, un paio di librai alla volta, divisi per zone.


la libreria che pubblico è la princess di ettore sobrero.

immagine courtesy www.parione.it

martedì 7 ottobre 2008

mangalemmi 19

lezio: gesto, comportamento affettato; smanceria, moina.

musthave 4 – gente che legge

sì, questo bisogna proprio averlo. e se per caso non passaste da spartanburg, south carolina, dovete trovare il modo per farvelo spedire. è il catalogo della mostra “People Reading”, ospitata dallo spartanburg art museum da maggio fino all’altro ieri. curata da thomas l. johnson, bibliotecario supremo dell’università del south carolina, la mostra (qui potete vederla online) propone una selezione dalle opere di proprietà di donald e patricia oresman, due bibliofili newyorkesi che cominciarono a raccoglierle nel 1974: tutte (pressappoco duemila) raffiguranti gente che legge – primo dei due criteri che informano la collezione: il secondo e ultimo è rappresentato dal gusto dei due signori.
questa ricognizione, sia pure sul filo dell'arte e non della quotidianità, mi trova, com'è ovvio, assai consonante.

la didascalia della litografia che pubblico è Robert L. Barnum, A Good Book, 1997-1999: raffigura un lettore un po’ disheveled.

venerdì 3 ottobre 2008

YES, WE READ

giovedì 2 ottobre 2008

books and the city - new york, 1° - 7 ottobre 2008



ieri a new york è cominciata la shop week del fund for public schools, un’iniziativa di finanziamento delle biblioteche delle scuole pubbliche di new york che si intitola shop for public schools. alla conferenza stampa di apertura, che si è tenuta ieri, erano presenti il sindaco bloomberg, il vicepresidente dell’organizzazione caroline kennedy e sarah jessica parker. nata nel 2002, l’organizzazione nonprofit si è rafforzata nel 2004, quando un gruppo di commercianti ha proposto a caroline una collaborazione sostanziosa all’iniziativa. gli sponsor sono american express e barnes & noble, ringraziati sul sito dell’iniziativa perché assicurano che “tutti i nostri bambini abbiano un luogo che favorisce un autentico amore per la lettura e la conoscenza.” funziona così: uno va a comprare nei negozi associati all’iniziativa durante la settimana dello shopping, e i commercianti devolvono parte dei profitti all’organizzazione, che li fa confluire nel programma Library REACH (Revitalizing Education for Adolescents and Children). se rivitalizzassimo anche noi le bibliotechine delle nostre scuole, insieme con l’istruzione dei nostri bambini e adolescenti? magari nel quadrilatero della moda, con la conferenza stampa aperta da letizia e la partecipazione di sabrina ferilli?

mercoledì 1 ottobre 2008

artelibro – il maestro ha scritto così


artelibro era un po’ grigetta e bologna altrettanto, sebbene vi abbia incontrato un tranquillo lucio dalla, a passeggio nei dintorni di piazza maggiore, che illuminava il mondo circostante per mezzo della sua capigliatura.
a palazzo re enzo e del podestà c’era la mostra mercato dei libri d’arte, con pochi, davvero pochi elementi di attrazione, a parte due piccoli editori, uno ceco e uno olandese, davvero degni di una sosta allo stand.
il ceco, arbor vitae, esponeva diari di artisti nazionali, ma anche stranieri, monografie su pittori e cataloghi di mostra come Decadence: In Morbid Colours, premio 2006 per il più bel libro conferito dal ministero ceco per la cultura: un volume scuro, con i risguardi affollati di teschi crema cupo contro un grigiastro fetente, impaginato all’interno senza la minima traccia del rigore un po’ bacchettone che contraddistingue i progetti grafici dei canonici libri d’arte nostrani. di contro, all’interno dello stesso stand ho visto delle copertine bellissime, pulitissime, bianchissime, completate da una semplice scritta in nero o in rosso. o quella, estremamente elegante in grigio e rosso, del libro su rudolf dzurko.
due o tre standini più in là (perché questi erano piccoli e non potevano permettersi gli standoni barocchi allestiti nei posti al sole del palazzo) c’erano gli onomatopee di eindhoven, con i loro libri tutti diversi, finti taccuini, libretti con cd allegati, grandi fogli piegati a fisarmonica e tenuti insieme con una fascetta di carta. nel progetto the seven names of god, che fa parte di un progetto più vasto chiamato by methods of reasoning – un’indagine sulle possibilità morali della retorica visuale –, promosso da onomatopee e sostenuto dal comune di eindhoven, ho trovato il le-god che pubblico.
bellabella la mostra “inspirations”, promossa da fratelli alinari e il sole 24ore, sul rapporto tra copertina e libro : trenta immagini provenienti dall’archivio alinari, candidate per copertine a venire, in rapporto con trenta copertine già pubblicate. a conclusione del panierino delle bellezze, la micromostra di pino ninfa “i lettori del sacro. un viaggio in etiopia”, una serie di immagini scattate lungo la cosiddetta rotta storica di etiopia, in cui non si vede mai nessuno senza un libro in mano: “Durante questo viaggio mi sono costantemente imbattuto in lettori di ogni genere di testi sacri, a qualsiasi ora del giorno, con o senza gente intorno. Una azione costante che ognuno ripeteva a distanze diverse con un unico scopo: comunicare con il divino, elevando il proprio spirito.” che il tram numero due sia la rotta storica di milano?

in conclusione, ahimé, una nota scandal club*: una grande parte dello stand di editalia – gruppo istituto poligrafico e zecca dello stato era dedicata a Ombre, il libro d’artista di mimmo paladino e ferdinando scianna presentato in anteprima ad artelibro: una fisarmonica lunga ventiquattro metri, superbo bianco e nero, quarantadue incisioni di paladino, trenta foto di scianna e frammenti di testo scelti da corrado bologna, stampata in centoventicinque esemplari, costo non specificato. lungo lo spazio dedicato a Ombre correvano gigantografie riproducenti in grande immagini e testi. e proprio di fronte al visitatore, attratto da tanta meraviglia in black and white, all’interno di una citazione da Peter Pan, un agghiacciante, gigantesco “riattacarmi”. uno dei signori di editalia, avvisato, chiede spiegazioni a una signora di editalia. la signora guarda, non individua il refuso, poi, guidata dal signore (quello di editalia, non l'onnipotente), vede e risponde, irresponsabile e trionfante “ah, il Maestro ha scritto così. noi riceviamo e pubblichiamo senza toccare nulla!” ma l’istituto poligrafico dello stato una telefonata al maestro, per verificare se per caso aveva trascritto male, non avrebbe potuto farla? e quanto costa una delle centoventicinque copie? perché presumo che gli stessi refusi ci siano anche nel libro. fortuna che la tiratura di Ombre è decisamente inferiore a quella del gronchi rosa.

* scandal club era il titolo di una rubrica di cronaca mondana all’interno della “Review” di daniel defoe. il settecentesco antesignano di "chi".