lunedì 26 gennaio 2009

l'uomo ideale

"Ah! la verità è una cattiva abitudine della quale cerco di disfarmi al più presto”. Lord Goring in Oscar Wilde, An Ideal Husband

accade, talvolta, anche alle signore più smagate di vagheggiare un eventuale uomo ideale col quale far coppia (in un determinato tempo, per un determinato tempo). io l’eroe lo vagheggio alto, dinoccolato, vagamente segaligno, gli abiti scioltamente eleganti sul fisico longilineo, dotato di un’allure à la sherlock holmes nelle tavole di sidney paget, una sorta di incrocio tra l’immortale investigatore e il lord goring del Marito ideale di Oscar (lord goring non è il marito ideale del titolo, ma, individualista assoluto e lingua tagliente, è ovviamente molto più affascinante dello stesso).
questa mia splendida creatura indossa una cravatta bolaffi, serie “arte, musica e cultura” (però, nel mondo ideale dell’uomo ideale, l’ufficio stampa bolaffi avrà già tenuto conto della segnalazione del letterato cliente e fatto correggere gli orrendi refusi nella cravatta verde “i grandi scrittori”: mishina sarà già stato corretto in mishima e tolsloy in tolstoij – così il mio eroe esibirà una cravatta emendata, naturalmente inviatagli gratuitamente da bolaffi a titolo di riparazione).
l’assegno per il mio solitario di tiffany & co. l’eroe lo firmerà con una montblanc limited edition “ernest hemingway”, mentre l’attesa fuori dal negozio di abiti da cerimonia sarà aromaticamente colmata da una sessione di pipa peterson, una della serie “the sherlock holmes collection”, un mio regalo – l’avrò comprata dal pascià, in via torino. un altro dei miei eroi, questo in carne e ossa, editor di vaglia, sostiene la superiorità delle pipe castello, ma sono certa che lo faccia per puro spirito di contraddizione, il piccolo bisbetico. la vita del mio eroe si dipana perciò tra la biblioteca, il fumoir e la cura della sottoscritta, che allieta con parlari rarefatti, pregiati whisky torbati e lunghe sedute di sesso: un equilibrio perfetto tra spirito e corpo, in cui l’uno trascolora nell’altro senza soluzione di continuità, squisito prodotto occidentale dell’evoluzione dell’uomo. dalla relazione temporanea che mi lega a questo individuo sono ovviamente escluse le miserie che affossano la vita – la gestione della spazzatura, la spesa, il pagamento delle bollette et similia. noi mangiamo solo al ristorante e, in nostra assenza, silenziosi, riservatissimi domestici si prendono cura di tutti gli aspetti più vili, ancorché imprescindibili, della nostra luminosa esistenza.

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