bisogna ammetterlo, andrea pinketts non è più quel fiore di ragazzo che ci guardava, imperturbabile sotto la doppia minaccia di un pugnale e di una rivoltella impugnata da una mano femminile guantata di rosso, dalla copertina del feltrinelliano Il vizio dell’agnello. quello sguardo sin fragile si è intorbidito di cataratte al doppio malto, i contorni del viso da onesto mariuolo si sono decisamente ammosciati, e tuttavia l’uomo conserva un suo stile.
forse non molti sanno che pinketts si può incontrare spesso, molto spesso di giovedì, al “sud” di via solferino 33, a milano, dove di volta in volta presenta il libro di qualche amico (giovedì scorso c’era raul montanari con la nuova edizione di Che cosa hai fatto, due giovedì fa c’era lello gurrado con Assassinio in libreria).
io vorrei raccomandare, ai maschi di una certa età che usano le giacche – giacche un po’ sciolte, di lino o di cotone – lo stile di pinketts. che consiste nell’indossare, a complemento, appunto, di giacche e camicie preferibilmente mal stirate, un girocollo di vago sapore etnico, composto di grosse perle bianche o lignee, talora in coppia con un altro girocollo più sottile di perline colorate. ecco, quei due accessori al collo di un uomo (con tutto il rispetto) un po’ appassito ripristinano immediatamente, sia pure temporaneamente, un’impressione di giovinezza; rimandano a una mancata assunzione di responsabilità, all’assenza di figli e di snervanti spese all’esselunga. in più, ma questa non è caratteristica replicabile, pinketts dispone di un modo di parlare e di un tono di voce da vero coatto, quello che ti aspetteresti, non so, da un fabri fibra o da un marracash.
pinketts non ha un ufficio stampa, perciò può accadere che ti telefoni direttamente per invitarti a qualche sua cosa (e quel “ciaosonoandrea” è direttamente riconducibile, in versione meneghina e fatte le debite differenze, al piottesco supercafone che impazzava nelle radio sul finire degli anni novanta. quando ho sentito quella voce non credevo alle mie orecchie, poi mi sono ricordata che l’opera di un autore va sempre distinta dalla sua biografia).
per concludere, aggiungo che lo stile pinketts, per sua natura appannaggio prevalentente maschile, può adattarsi con profitto anche all’abbigliamento femminile. desidero segnalare che l’anno scorso, per tutta la durata della mia vacanza riminese, adottai un girocollo di perline di legno di media grandezza, pertanto mi autoattribuisco il distintivo di signora precursore dello stile pinketts.
p.s.: p.p. (pittoresco pinketts) è persona assai generosa. capace di accettare su due piedi l’invito ad andare a parlare in una classe di seconda media, senza alcun “ritorno d’immagine” né, men che meno, alcun compenso. cheers
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