lunedì 16 novembre 2009

let's dance - esiguità dell'abbondanza

chi possiede figli adolescenti sa senz'altro che, a meno di non di diventare seguaci di simeone lo stilita, di tanto in tanto è d'uopo sottoporsi ad alcuni ineludibili riti di massa. così, sabato scorso ai riti si è sottoposta anche chi scrive, accompagnando l'adolescentina nel nuovo tempio degli adolescenti, il negozio di abercrombie & fitch (forse c'era simeone lo stilista, ma non l'ho incontrato), in corso matteotti a milano.
abercrombie & fitch è un inferno di felpa, dominato dalla presenza costante di musica disco ad altissimo volume, omnipervasiva, alla quale non esiste possibilità alcuna di sfuggire. vige nel luogo la luce artificiale dalla mattina alla sera e un'atmosfera tra un night club e un museo di storia naturale chiuso per la notte, impressione quest'ultima accentuata dalla presenza di teste di alci infisse nel muro. ragazze snelle e giulive sono pagate (quanto?) per ballare sui pianerottoli o dietro i banconi; altri ragazzi e ragazze (ma perché sono tutti in ciabatte?) incessantemente ripiegano ciò che la folla ha esaminato e abbandonato ovunque. da abercrombie & fitch si sorride molto e tutti ti dicono "hi", tanto che sulle prime a uno viene di rispondere "hi there", salvo poi rendersi conto che l'avvenente salutatore viene da cremona. alcuni altri ti dicono "ciao" anche se hai cinquant'anni. appena entri nel negozio, se lo desideri, puoi farti fotografare con un commesso/modello che per l'occasione si slaccia la camicia mettendo in mostra gli addominali tartarugati. nonostante l'apparente abbondanza, da abercrombie in realtà non c'è niente se non tre o quattro modelli di felpe e magliette declinate in una moltitudine di colori e loro sfumature. nel corso dell'accompagnamento, stremata dalla festa continua, individuo un provvidenziale salottino dove intendo rifugiarmi a leggere in santa pace il mio "tuttolibri"(munita di pila, poiché non si vedeva un tubo). davanti alla poltrona c'è un coffee table corredato di pile di coffee table books. sono tutti uguali, libri cartonati infilati in un cofanetto decorato con una specie di affresco – nello stesso stile di quelli che adornano le pareti del negozio – che raffigura un gran numero di ragazzi seminudi impegnati in diverse attività fisiche su uno sfondo, mi pare, fluviale (questo volume mi pare un ottimo candidato a ingrossare il novero delle cosiddette icone gay, insieme con raffaella carrà e ymca). il libro costa 120 euros, recita l'etichetta sul cellophane che lo avvolge. il titolo non è scritto da nessuna parte, pertanto non riesco a capire di cosa parli. intanto, mentre nella mia mente prostrata si materializzano l'immagine di una tazza rossa con la scritta nescafé e l'aristocratica silhouette del volto di edgar allan, commesse pallide mi appaiono come tante ligeia, berenice, morella, creature spettrali in un antro di stoffa oscura, meccanicamente intente alla loro danse macabre.

Nessun commento: