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"E' raro che i grandi dedichino un tempo eccessivo alla cura della persona: le operazioni di radersi, di abbigliarsi e fare colazione furono sbrigate rapidamente. Un'ora dopo Mr. Pickwick, con la valigia in mano, il cannocchiale nella tasca del soprabito e nel taschino del panciotto il taccuino degli appunti pronto ad accogliere tutte quelle scoperte che apparissero degne di nota, era giunto al posteggio delle vetture in St. Martin's-le-Grand."
e questa è la scena che segue all'incontro con quel mascalzone di jingle, che ha salvato mr. pickwick dalla furia di un vetturino il quale, visto il nostro che prendeva appunti, lo ha scambiato per una spia:
"Filosofo, signore?"
"Semplice osservatore della natura umana", rispose Mr. Pickwick.
"Ah, io pure. Parecchi lo sono perché hanno poco da fare e ancora meno da guadagnare."
...
(jingle parla di cani da caccia)
"Ah, dovreste averli – animali magnifici – creature intelligentissime – ne avevo uno io, un cane da punta – istinto prodigioso – un giorno a caccia – entro in una riserva – fischio – cane fermo – fischio ancora – chiamo: Ponto! – fermo come un sasso – chiamo di nuovo: Ponto! Ponto! – non si muove – inchiodato – davanti a un cartello – guardo, leggo: 'Il guardacaccia ha ordine di sparare a tutti i cani trovati in questa riserva' – non voleva andare avanti – cane meraviglioso! – preziosissimo! – inestimabile!".
"Davvero singolare", osservò Mr. Pickwick. "Mi permettete di prenderne nota?".
Charles Dickens, Il circolo Pickwick, Newton Compton, 2006. Nella traduzione, eccellente, di Riccardo Reim, curato dallo stesso, con un memorabile saggio di Gilbert K. Chesterton dal titolo L'incantevole Pickwick.
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