martedì 27 luglio 2010

inconsolabile


inconsolabile, orfana del tram numero due, vago tra mezzi pubblici diversi, costretta a sistemi misti dalla millantata efficienza dell'atm. così vado da un tram a una metro, e poi viceversa, e ciò modifica davvero lo spirito della mia giornata: che i dirigenti dell'atm o coloro i quali hanno modificato il percorso del mio mezzo favorito brucino per sempre nel fuoco dell'inferno. e comunque, sia pure con fatica, continuo a incontrare sui mezzi pubblici lettori dei più disparati gusti. il signore in alto legge The Mediterranean World in Late Antiquity AD 396-600,  tomazzo di Averil Cameron edito da Routledge; quello sotto in maglietta arancione è immerso sin da quando aspettavamo il mezzo in Sette uomini in guerra - Storie parallele, di Marc Ferro: nel sito Hoepli è sotto il genere "araldica e militaria", e scommetto che il nostro l'ha comprato dal mio amico pirocchi della libreria militare. la ragazza sul tram, a sinistra, distoglie per un attimo lo sguardo dal suo Coelho, mentre la sospettosa a destra controlla i miei movimenti tutto il tempo impedendomi di ficcare il naso nella sua copertina: si è forse accorta che ho tentato di far finta di allacciarmi le scarpe, peraltro prive di lacci? il dignitoso signore in basso a sinistra legge, di Brian Freeman, Polvere e sangue; vi si narra che Laura Starr, il 4 luglio del 1977, fu picchiata a morte con una mazza da baseball. ma la star della giornata, la donna di cui vorrei essere amica del cuore è la signora in basso a destra: incurante del movimento del mezzo, elegantemente vestita di grigio perla, legge rapita il De Profundis di Oscar Wilde: lei, rara avis, non frequenta troppi stieg larsson. Scrive Oscar: "Mi biasimo per aver lasciato che un'amicizia non intellettuale, un'amicizia il cui primo scopo non era la creazione o la contemplazione di cose belle, dominasse interamente la mia esistenza. Fin dall'inizio fra di noi la breccia fu troppo ampia. A scuola eri stato un perdigiorno, peggio di un perdigiorno all'università. Non capisti che un artista, un artista poi quale sono io, uno, cioè, per cui la qualità dell'opera dipende dall'approfondirsi della personalità, ha bisogno per sviluppare la sua arte di una concertazione delle idee, di un'atmosfera intellettuale, di quiete, di pace e solitudine. Tu ammiravi il mio lavoro quand'era compiuto: godevi dei brillanti successi delle mie premières e dei brillanti banchetti che a esse facevano seguito. Eri fiero (ed era naturale) di essere intimo amico di un artista tanto famoso: ma non riuscivi a capire le condizioni indispensabili alla creazione dell'opera d'arte. Non sto parlando in termini esageratamente retorici, ma in termini assolutamente veri che rispecchiano la realtà, quando ti rammento che, per tutto il tempo in cui fummo insieme, non sono stato in grado di scrivere neppure una riga. Sia a Torquay, sia a Goring, Londra, Firenze, o in qualsiasi altro luogo, la mia esistenza, finché tu eri al mio fianco, fu del tutto sterile, non creativa. E, a eccezione di brevi intervalli, mi dispiace dirlo, tu restasti sempre al mio fianco".
Oscar Wilde, De Profundis

alla larga dai tipi come bosie.

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