
e sempre a proposito di tram della mia zona, chi si fosse recato ieri al capolinea del numero due si sarebbe imbattuto in un’installazione di alex schiavi: su un carrello della spesa l’artista ha attaccato dei fogli gialli con la seguente scritta: “ARTE POVERISSIMA – ARTE DELLA NON SPESA – IL CARRELLO È VUOTO, COME LE TASCHE DI 15.000.000 DI ITALIANI – ARTE SOCIALE DI ALEX SCHIAVI”. in due giorni di permanenza dell’opera tanto il carrello quanto i fogli sono rimasti al loro posto, intatti: nessuna scritta sulla carta, nessun tentativo di uso del carrello per il suo legittimo scopo. non sono sicura che tutti abbiano individuato in filigrana il faccione di germano celant, ma sembra proprio che nel nostro quartiere l’arte sia grandemente apprezzata.
devo aggiungere che schiavi, con la sua apocalittica didascalia, si colloca in posizione fortemente anti-mcsweeney (vedi post “pubblicità progresso”), nonché anti-presidente del consiglio. però alex un qualche invito alla salvezza del mondo, con tanta carta a disposizione, avrebbe pure potuto farlo.
a chi scrive, da ultimo, rimane un dubbio: ma il maestro, il carrello della spesa, dove se l’è procurato?
Nessun commento:
Posta un commento