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Io so che il Demonio frequenta volentieri i luoghi aridi e che lo Spirito del delitto e della lubricità s'infiamma meravigliosamente nelle solitudini. ... E' certo che un chiacchierone, il cui supremo piacere consiste nel parlare dall'alto d'una cattedra o d'una tribuna, rischierebbe assai di diventare pazzo furioso nell'isola di Robinson. Io non esigo dal mio gazzettiere le coraggiose virtù di Crusoe, ma domando che non emetta sentenze d'accusa contro gl'innamorati della solitudine e del mistero. Ci sono, nelle nostre razze cicalanti, individui i quali accetterebbero con minor repugnanza il supplizio supremo, se si permettesse loro di fare dall'alto del patibolo una copiosa arringa ... Non li compiango, poiché intuisco che le effusioni oratorie procurano loro voluttà eguali a quelle che altri trae dal silenzio o dal raccoglimento; ma li disprezzo. ... 'Gran disgrazia, non poter essere solo!', scrive, non so dove, La Bruyère, come per svergognare tutti coloro che corrono a dimenticare sé stessi nella folla, temendo indubbiamente di non potersi tollerare".
Charles Baudelaire, I fiori del male - Poemetti in prosa, Unione Tipografico-Editrice Torinese (già Ditta Pomba). Stampato in Italia, a Torino, presso la Tipografia Cane & Durando, piazza Campanella 23/139, nel 1963. Volume venduto a chi scrive per 30 lire, qualche decennio fa, nel corso delle periodiche svendite di libri organizzate in casa propria da Antonio Falconi, insigne bibliofilo tarantino e iniziatore della di chi scrive bibliotechina domestica.
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