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che vivono lontani dal paese d’origine o sono tornati in patria dopo aver trascorso parte della vita all’estero" (dal sito della casa editrice). gli autori sono, per ora, tutti non italiani. per i nostri compatrioti, dice l'appassionata ferretti, si può aspettare che alcuni contesti maturino.
per quanto concerne il versante gossip, invece, nel primo pomeriggio di ieri si è visto volteggiare un noto agente letterario milanese, di cui non rivelerò il nome onde non invaderne la privacy, con un po' di barba lunga – che fosse dovuta a un tentativo di rendersi più interessante adottando una qualche scapigliatura stile mickey rourke negli anni novanta del secolo scorso, o a una serie di estenuanti contrattazioni che non gli hanno lasciato neanche il tempo di radersi, questo lo ignoro –, a braccetto con un tale semicalvo, forse un autore, sul modello, per intenderci, di eraldo affinati. eppure, da quando lo conosco (ormai qualche lustro), l'uomo, l'agente, dico, è sempre stato irreprensibilmente rasato e abbigliato, unica eccentricità conosciuta fumare ogni tanto la pipa. la gente cambia.
libro acquistato al salone: A Dio spiacendo, di shalom auslander (di cui bisogna leggere anche il precedente Lamento del prepuzio), acquistato allo stand di israele.
gadget all'interno del quale è stato trasportato il libro di auslander: tote bag blu di hoepli.it – distribuita da matteo hoepli in persona con berrettino da boyscout a complemento di un correttissimo abito blu –, con scritta "io leggo libri!"
"non son degno di te" moment: presso lo stand del mio editore Milano città di libri era esposto accanto a un titolo su fernanda pivano.
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