mentre ragionavo sulla natura necessariamente frammentaria di un blog (a meno che quest’ultimo non si occupi specificamente, chessò, di tecniche per la produzione del formaggio camembert), mi è venuta alla mente la dedica di baudelaire a arsène houssaye, contenuta nello Spleen de Paris:“Mio caro amico, vi mando un’operetta di cui solo ingiustamente si potrebbe dire che non ha né capo né coda, poiché, al contrario, tutto in essa è, nello stesso tempo, testa e coda […] Considerate, vi prego, quali mirabili comodità questa combinazione offre a tutti, a voi, a me e al lettore. Possiamo tagliare dove vogliamo: io la mia fantasticheria, voi il manoscritto, il lettore la sua lettura…”. spasmi, paure, angosce, incubi, collere e nevrosi: manifestazioni postromantiche e prefreudiane generate dalla grande città che fermenta le sue disordinate concrezioni, dalla frammentazione dei sistemi di riferimento. così baudelaire decreta appannaggio del lettore una certa nevrotica libertà di zapping, che sarebbe stata ribadita un paio di secoli più tardi dal suo conterraneo pennac.
oggi noi, muovendoci tra i passages della rete, obbedendo ai loro infiniti rimandi, ci smarriamo volentieri, eredi dell’estenuato charles. devo ancora riflettere sulla presenza di testa e coda.
1 commento:
Riciclerò la dedica per la lettera di presentazione del prossimo manoscritto. :D
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