 ieri pomeriggio, intorno alle 17.30, “un corteo più rumoroso, fatto da alcune centinaia di giovani di colore e di rappresentanti dei centri sociali, e che sfugge all'itinerario concordato” – questo è il resoconto su “repubblica.it” del 21 settembre: in realtà il minicorteo non contava più di cento persone, compresi i fotografi e gli anonimi cronachisti –, insomma un’appendicetta di quello antirazzista svoltosi a milano ieri pomeriggio, dopo l’uccisione, una settimana fa, del giovane abdoul guiebre (vedi, qui, “i vendicatori”, post del 17 settembre), raggiunge via zuretti.
ieri pomeriggio, intorno alle 17.30, “un corteo più rumoroso, fatto da alcune centinaia di giovani di colore e di rappresentanti dei centri sociali, e che sfugge all'itinerario concordato” – questo è il resoconto su “repubblica.it” del 21 settembre: in realtà il minicorteo non contava più di cento persone, compresi i fotografi e gli anonimi cronachisti –, insomma un’appendicetta di quello antirazzista svoltosi a milano ieri pomeriggio, dopo l’uccisione, una settimana fa, del giovane abdoul guiebre (vedi, qui, “i vendicatori”, post del 17 settembre), raggiunge via zuretti.e dunque c’erano due pattuglie di vigili urbani, tante camionette della polizia a impedire il passaggio verso lo “shining” e questa diaspora guidata da alcuni manifestanti-rapper, i quali, dall’alto di un camion bianco, proclamavano, nell’ordine: che abba vive; che milano è una città razzista; che via zuretti è una via razzista; che i poliziotti schierati a difesa del varco erano delle facce di merda. le proclamazioni erano affidate a un bianco, le risposte rappate (non sempre coerenti, a onor del vero) a un nero (la cosa mi ha fatto venire in mente ebony and ivory, ma l'armonia non mi sembrava perfetta). i due si chiedevano inoltre – riferendosi al presunto furto di biscotti da parte di abdoul – se esistesse qualcuno che, all’età di diciannove anni, non avesse mai fatto una cazzata.
prima di risolversi a svoltare in via parravicini, constatata l’impossibilità di raggiungere il luogo del delitto, i due proclamanti hanno messo sul piatto con molta chiarezza le loro richieste: “vogliamo integrazione, vogliamo hip hop”.
il logo che pubblico è stato prelevato da www.brandhiphop.com. dubito che i titolari si offenderanno.
 










 
 
 
 





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