ieri, davanti a un sex shop in viale tunisia, indugiavano quattro adolescentini dodicenni, maschi, due con caschetto biondo stile piccolo lord fauntleroy e t-shirt recante la scritta "milanobene". i ragazzi, intenzionati a entrare nel negozio, discutono su chi deve suonare per farsi aprire. dopo lunghe contrattazioni, interrotte dalla domanda di uno dei quattro: "cosa sono gli articoli di lattice?" – i suddetti erano pubblicizzati su un piccolo display scorrevole attaccato alla porta –, finalmente uno suona, la porta si apre e i bambini scappano a gambe levate.
indago sul logo delle t-shirt e scopro, sul sito corrispondente, l'esistenza di un "concetto stilistico del marchio". ma i ragazzi della milano bene, oltre a indossare le magliette, studiano? un'altra frase inquietante, alla voce "eventi", ci comunica che, in quanto sponsor, milano bene si fa "garante per mezzo del proprio marchio di un ambiente spensierato, sano ed elegante". lo sponsor si dichiara supporto per "decine di organizzatori, dj, ragazze e pr".
ma perché le mamme di quei bambini permettono loro di indossare quelle magliette?
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