sul “giorno” del 4 aprile, alla pagina degli annunci, costantino arredamenti di lissone propone i suoi mobili, vincenzo sgombera fumetti (scrive proprio così), un anonimo vende una chevrolet cabrio e una moto yamaha gialla e settantatré ragazze vendono sé stesse. otto vogliono solo compratori italiani, una li desidera, oltre che italiani, distintissimi, tre portano la decima misura di reggiseno; da un box occhieggiano delle amiche intime signore italiane spregiudicate e viziose, che purtroppo garantiscono piacere esclusivamente il sabato (forse i mariti amano pescare); una signorina, che esercita in via teodosio 19, pratica massaggi da brivido in ambiente climatizzato (si presume che in estate a un certo punto spenga il condizionatore). alcune di queste proponenti si definiscono completissime: viene il dubbio che alle altre manchi qualche pezzo. un’italiana con tre punti esclamativi, giovane, voluttuosa, corpo mozzafiato, afferma di conoscere giochini inconfessabili: ma se poi, venuti al dunque, non li confessa al signore accorso per beneficiarne è prevista la restituzione del prezzo di vendita? forse è meglio rivolgersi a un trans con un nome da zia britannica, priscilla, che promette giochi indimenticabili, il che assicura quantomeno che i giochi vengano effettivamente praticati. dalla pagina apprendiamo che la città di sondrio ospita una stupenda mulatta, sesta misura, che col cliente lo farà per la prima volta: pratica preliminari da urlo, ma dove avrà maturato tutta questa esperienza? e, quando lo sverginatore di sondrio avrà compiuto la sua opera, quale sarà il contenuto dell’annuncio successivo relativo alla ormai smagata mulatta affetta da gigantismo mammellare?
la cosa più scioccante per chi scrive, tuttavia, è stato l’apprendere che in via zurettti 23, in zona stazione centrale, in via melchiorre gioia 75, in via melchiorre gioia 76, fanno mercimonio del loro corpo rispettivamente lory, alessandra, francesca e una trentaduenne massaggiatrice bolognese: ero convinta di abitare nel cuore culturale della città, ma a leggere “il giorno”, hélas, apprendo di vivere in un covo di nequizie.
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