colgo e trasmetto alcune osservazioni di harold bloom dalle pagine del suo "come si legge un libro e perché". questo signore mi conferma sempre nella mia furia personale.
1. "leggiamo non solo perché non possiamo conoscere un numero sufficiente di persone, ma anche per ché l'amicizia è così vulnerabile, così soggetta ad affievolirsi e a scomparire, travolta dallo spazio, dal tempo, dalle affinità imperfette e da tutti gli affanni della vita familiare e amorosa".
e una sintesi mirabilissima dell'unica funzione che può esercitare la critica:
2. "i critici che ho preso a modello (in particolare il dottor samuel johnson e william hazlitt) esercitano la loro arte allo scopo di rendere perfettamente esplicito quanto è implicito in un libro. nelle pagine seguenti ... mi concentrerò soprattutto sui metodi per notare e cogliere quanto può e deve essere reso esplicito".
3. "non sempre possiamo scegliere come leggere (bene o male) e che cosa leggere, ma il perché deve essere rappresentato soltanto dal nostro personale interesse. ... mi concentrerò sulla lettura intesa come pratica solitaria anziché come impresa educativa."
4. "il mio lettore ideale (ed eroe intramontabile) è il dottor samuel johnson, che comprese ed espresse sia i poteri sia i limiti di una lettura incessante".
5. "continuo a essere scettico sulla tradizionale speranza sociale secondo la quale la solidarietà può ricevere impulso dallo sviluppo dell'immaginazione individuale, e diffido delle argomentazioni che correlano i piaceri della lettura solitaria al bene pubblico".
6. "poiché l'ideologia, soprattutto nelle sue versioni più superficiali, riesce a distruggere la capacità di comprendere e apprezzare l'ironia, vorrei che il recupero dell'ironia fosse il nostro quinto principio per il rinnovamento della lettura ... la quinta regola mi spinge però sull'orlo della disperazione, perché non si può insegnare a qualcuno a essere ironico più di quanto si possa spiegargli come diventare un solitario ".
7. "leggete in profondità, non per credere, non per accettare, non per contraddire, bensì per imparare a partecipare dell'unica natura che scrive e legge".
8. "a volte penso che, fra tutti gli autori di cui conosciamo la biografia interiore, cechov e beckett siano stati gli esseri umani più gentili. della vita interiore di shakespeare non sappiamo nulla, ma se leggiamo senza sosta le sue opere teatrali abbiamo il sospetto che questo individuo sapientissimo debba essere affiancato agli altri due. anche il creatore di sir john falstaff, di amleto e della rosalind di come vi piace mi fa desiderare di essere più me stesso. come sostengo nel presente libro, questa è proprio la ragione per cui dobbiamo leggere e per cui dobbiamo leggere solo il meglio di quanto è stato scritto".
sì, lo so, non si scrivono post così lunghi perché il mezzo, la soglia d'attenzione eccetera.
n.b.: sul sito di "life", da cui è presa la foto, c'era scritto "for personal and non-commercial use only". un blog è una specie di diario personale, perciò credo che non sarò arrestata. e la foto di harold è bellissima.
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