ieri ho accompagnato l'adolescentina in un certo posto che si raggiunge col tram numero due (io credo che qualunque posto si raggiunga col tram numero due), mezzo sul quale salgo sempre dotata di cellulare/macchina fotografica, taccuino e matita. mentre armeggiavo col mezzo per scattare le biblioimmagini, è arrivata la doccia fredda : "mamma, hai uno sguardo da maniaca quando fotografi la gente". e io che pensavo di passare inosservata come sherlock mentre si china furtivo a raccogliere la cenere di quello che riconosce all'istante come un sigaro trichinopoly.
e a proposito di aromi, il mio vicino di posto odorava di pino silvestre vidal: allora esiste ancora, come il quotidiano "la nazione" e il profumo rockford ("la prima volta che ho incontrato rockford, c'era aria di tempesta". secondo me la virgola dopo rockford ci dev'essere, perché la signora che lo diceva a quel punto faceva una pausa significativa).
e comunque: la signora di cui si intravede una manica rossa, molto à la page anche se purtroppo non si vede, dotata di un gradevole anellazzo con pavé di pietre preziose finte, legge, di peter james, dead man's footsteps. una ricerchina mi dice che fa parte di una serie di thriller che vede come protagonista roy grace, un detective con qualche terribile segreto nella vita privata. l'avvenente giovanotto in grigio chiaro è immerso nella lettura di un libro di steve berry preso in biblioteca, dal titolo l'ultima cospirazione. l'eroe dei libri di berry è un ex agente del dipartimento di giustizia statunitense con un nome bellissimo, cotton malone, che dopo una carriera travagliata se ne va a fare il libraio a copenaghen. la svettante signora in impermeabile grigio scuro, infine, quasi cadeva dalle scale del tram, mentre scendeva distrattamente, essendo tutta la sua concentrazione riservata alla lettura dell'ultimo e definitivo harry potter.
Nessun commento:
Posta un commento