giovedì 29 ottobre 2009

fa.vo.lo.so


sabato scorso, sul tram numero due, l'esordio è stato assai fruttuoso. mentre si attendeva la partenza del mezzo c'era già un lettore immerso nella lettura-vintage di siddharta. la tenebrosa lettrice in piedi aveva con sé storia di un amore straordinario, di carl-johan vallgren, storia di due bambini figli di prostitute che mantengono il loro legame oltre una separazione durata dieci anni. tra i due lettori, però, lo straordinario era quello che leggeva siddharta, con il suo ipod nelle orecchie e un'inscalfibile concentrazione.

ah, e scusate il ritardo, ma tanto chi scrive non è una giornalista vera e non deve necessariamente stare sul pezzo.

lo straordinario, arrivato il due in piazza cavour, si è evoluto in favoloso quando di fronte a me si è materializzata una creatura che attrae irresistibilmente i miei sguardi: è un ragazzo bruno dai lineamenti di fauno (non ho potuto vedere, causa scarpe da ginnastica, se avesse piedi normali o zoccoli di capra), con una chioma mossa in piacevole disordine, un principe dei disheveled immerso nella lettura del "fatto quotidiano". ha con sé una valigetta rigida e un ombrello rosa; ogni tanto volge lo sguardo attorno a sé, sorride a cani e bambini e anche a me, quando gli dico "mi scusi, le è caduta una chiave inglese". lui guarda a lato, recupera l'attrezzo e mi ringrazia: sono sicura, sicurissima che saluta i vicini di casa, si scusa se urta qualcuno per la strada e sui mezzi pubblici si alza per cedere il posto alle vecchiette. su di me un gentiluomo fa sempre presa, e quando lui deve scendere ci salutiamo con ampi cenni e franchi sorrisi. qualcuno potrebbe insinuare che non si va in giro con una chiave inglese nelle tasche: io sono certa che il mio beniamino stesse andando a occuparsi del lavandino di qualche parente.

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