giovedì 29 ottobre 2009
i celti sono stati tra noi (la settimana scorsa)
e insomma, quando poi dal due sono scesa e ho fatto ciò che dovevo fare, sono andata alla ricerca dei miei antenati celti al castello sforzesco. d'incanto mi trovo nel paese di asterix. sulle stradine in terra battuta mi si fanno incontro muscolosi padano-celti avvolti in tessuti scozzesi dall'incerto richiamo a non so quale clan. non so perché questi tessuti, alcuni anche belli, non siano stati trasformati in veri e propri vestiti (la sera, poi, sarebbero arrivati gli scozzesi quelli veri, abbigliati di tutto punto, gonna a pieghe, calzettoni di lana et alia – quando hanno attaccato le cornamuse proprio non potevo stare ferma, con grave disappunto dei miei vicini di pubblico nordafricani, che stavano a guardare un po' imbambolati e proprio non si sentivano sollecitati dal richiamo delle pipes: incompetenti). dev'essere il motivo per cui questi energumeni si aggirano per il villaggio con la barba unta di grasso di montone, quello colante dal cosciotto che reggono con entrambe le mani incuranti dell'invenzione delle posate. però i piatti di plastica per les frites, come senz'altro le avrebbe chiamate obelix, erano a disposizione di eventuali gentiluomini. una sosta al capanno dell'idromele dei salassi alla spina prima mi ristora e poi mi provoca sensazioni psichedeliche: se questa è la bevanda dei celti, allora molte cose mi appaiono improvvisamente chiare. in preda ai fumi dell'alcol mi trascino per le sordide viuzze: c'è chi batte metalli, donne che filano e altre che preparano pozioni: con un bicchiere di idromele in corpo e senza aver pranzato l'immaginazione galoppa. gli altoparlanti diffondono strazianti canti irlandesi. mescolati ai neocelti incontro parecchi individui nerovestiti, di quelli che usualmente stazionano con occhi vacui e un boccale di birra in mano al "rock'n'roll", sotto a casa mia. mi viene in mente che ogni anno, nella scura notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre, qualche satanista va a caccia di gatti neri da scannare.
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