venerdì 26 novembre 2010

beni

le parole che seguono escono dalla penna dell'ottimo professore fulvio cervini, docente all'università di firenze, elegante barricadero  nonché mio flirt da tempo immemorabile. mentre mi chiedo perché mi sono dimenticata di sposarlo, segnalo che il resto dell'articolo si trova qui. enjoy:

"Le nozioni di bene e patrimonio culturale alludono alla ricchezza condivisa che nutre sensi, menti, anime e cuori ben prima dei portafogli, ed è questa ricchezza che la politica dovrebbe preservare e coltivare. Per questo trovo che l’espressione “bene culturale” sia pregna e nobile, tanto più che la sua storia è assai gloriosa. La prima volta che la si adopera in una convenzione internazionale, nel 1954, è in
rapporto ai beni da proteggere in caso di conflitto armato, e già questa circostanza dovrebbe farci riflettere, come avrebbe detto Marc Bloch, dell’importanza della storia per la vita. Da noi già nel 1938 Giuseppe Bottai aveva scritto che quando una nazione entra in guerra, deve farlo anche con tutte le sue energie morali, e queste energie sono date anche dal suo patrimonio culturale. Un popolo che non sa difenderlo non può pensare di vincere una guerra, e in ogni caso rischia di non avere risorse reali per affrontare il dopoguerra. Un ministro fascista, ma di rimpianta grandezza. Che ha legato il suo nome a leggi di tutela (1089 e 1497 del 1939) invidiate da mezzo mondo, e oggi bestemmiate da una classe politico-imprenditoriale tanto arrogante quanto ignorante, e fondamentalmente irresponsabile. D’altra parte il coraggio, se uno non ce l’ha, non se lo può dare, e il don (Ab)Bondi dei nostri tristi giorni di questa classe è paradigma esemplare. Il paragone con Bottai è improponibile, ma rende l’idea. Neanche dopo essere stato umiliato dal suo collega Tremonti (“con la cultura non si mangia”, altro bel paradigma dello Zeitgeist italiota di oggi), ha avuto l’orgoglio di un soprassalto di dignità. Se davvero Bondi ha a cuore la cultura patria, non può rimanere un minuto di più in un governo che ha cominciato a calpestarla dal giorno dell’insediamento. E che, soprattutto, quando parla di cultura non sa di cosa parla."

Nessun commento: