venerdì 26 novembre 2010

poeti

la fresca creatura a destra legge, sulla metropolitana 3, Donne, di Charles Bukowski. non l'ho letto, ma ogni volta che vedo il nome bukowski mi viene in mente una pagina del suo diario degli ultimi anni:

" Che cosa fanno gli scrittori quando non scrivono? Personalmente, io vado alle corse. Oppure, i primi tempi, morivo di fame o facevo lavori di merda.
Ormai sto alla larga dagli scrittori, o da chi si definisce tale. Ma dal 1970 fino al 1975 circa, quando decisi di starmene fermo in un posto a scrivere o morire, venivano a trovarmi molti scrittori, tutti poeti. POETI. Così scoprii una cosa curiosa: apparentemente nessuno  di loro aveva mezzi di sostentamento. Se pubblicavano libri, non si vendevano. E se tenevano letture di poesie ci andavano in pochi, altri poeti, diciamo fra i quattro e i quattordici. Però vivevano tutti in case piuttosto belle e sembrava avessero un sacco di tempo da passare seduti sul mio divano a bere la mia birra. In città avevo fama di essere lo scatenato, di fare feste in cui succedevano cose innominabili con donne folli che ballavano e rompevano oggetti, oppure che buttavo la gente fuori di casa o che arrivava la polizia o eccetera eccetera. Era quasi tutto vero. Però per trovare i soldi per l'affitto e per l'alcol dovevo anche buttar giù qualche parola per il mio editore o per le riviste, e questo significa scrivere della prosa. Invece quei... poeti... scrivevano soltanto poesia... a me sembrava roba inconsistente e pretenziosa... ma loro tiravano avanti così, si vestivano in modo abbastanza elegante, in apparenza erano ben nutriti e tutti si concedevano quelle lunghe sedute sul mio divano e un sacco di tempo per parlare, della loro poesia e di se stessi. [...] Allora nella mia mente cominciò a farsi strada l'idea che dovevo sbarazzarmi di quegli insulsi vitelloni. E poco alla volta, uno a uno, scoprii il loro segreto. Quasi sempre dietro le quinte, ben nascosta, c'era la MADRE. Erano le madri a farsi carico di quei geni, a pagare l'affitto, la spesa e i vestiti".

Charles Bukowski, Il capitano è fuori a pranzo, Feltrinelli, Milano 2000 

1 commento:

Emanuele Secco ha detto...

Il Capitano è fuori a pranzo.... apperò :-)

E.