mercoledì 2 novembre 2011

bookfast (writers for breakfast)_boccioni

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26 luglio [1907]
Oggi ho lavorato un po’ più. Il sole mi fortifica e mi dà forza. Una punta secca su la quale speravo molto non è riuscita nella stampa. Mi ci vorrebbe un torchio. Zezzos va a Parigi. S’impantana sempre più nel commercio secondo il suo modo di vedere. Ho cominciato un’altra punta secca, un giovane nudo pronto alla corsa. È abbastanza buona ma debole debole. Ho continuato il ritratto a Mamma. Anche questo non è nulla di ciò che sogno. E mai ho sperato come ora di eseguire quello che vedo e sento. Mi mancano i danari e la pace. Mi si sviluppa sempre più la capacità alla solitudine; la compagnia e il passeggio mi tediano. O lavorare o leggere. Ma quando ho lavorato mi è impossibile non continuare l’idillio con gli utensili e gli oggetti della mia Arte adorata. Preferisco al leggere stare in mezzo ai miei arnesi pulire, raschiare, ordinare, preparare... Affilare le armi! !... E poi cosa sarà? Riuscirò? Sarò e farò qualche cosa. Il perché di tutto questo? 
È un buon segno l’indifferenza assoluta che s’impossessa di me verso la donna salvo in dati periodi in cui il maschio di 24 anni si fa sentire? È buono ch’io non senta in me né il desiderio né la facoltà di amare? È buono che non senta nel mondo nessun legame nessun affetto assolutamente, salvo molto (il massimo ch’io possa) per mia Madre e mia Sorella? È buono il desiderio di restar solo? Sono abbastanza profondo per viver solo o ho paura della forza degli altri? Perché fuggo gli artisti e gli altri che sembra lottino come me?
 

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