L’individuo, se lasciato solo dalla nascita, rimarrebbe primitivo e bestiale nei suoi pensieri e nelle sue sensazioni in una misura che a malapena siamo in grado di concepire. L’individuo è ciò che è e ha l’importanza che ha non in virtù della propria individualità, ma piuttosto in quanto membro della più ampia società umana, che dirige la sua esistenza materiale e spirituale dalla culla alla tomba.
Il valore di un uomo per la comunità dipende primariamente dalla misura in cui le sue emozioni, i suoi pensieri e le sue azioni sono dirette a promuovere il bene dei suoi simili. Lo definiamo buono o cattivo a seconda di come si colloca in questo senso. A prima vista sembrerebbe che la nostra valutazione di un uomo dipenda interamente dalle sue qualità sociali. Eppure un atteggiamento del genere sarebbe errato. È chiaro che tutte le cose che hanno un valore materiale, spirituale e morale, e che riceviamo dalla società, possono essere ricondotte attraverso innumerevoli generazioni a determinati individui creativi. L’uso del fuoco, la coltivazione delle piante commestibili, il motore a vapore – sono tutte cose scoperte da un singolo uomo.
Solo l’individuo è in grado di pensare, e creare così nuovi valori per la società – anzi, addirittura stabilire nuovi standard morali ai quali la vita della comunità si conforma. Senza figure che pensano e giudicano in modo creativo e indipendente, lo sviluppo e l’avanzamento della società sarebbe impensabile quanto lo sviluppo e l’avanzamento dell’individuo senza il sostrato nutritivo della comunità.
Malcolm Gladwell, Fuoriclasse, Mondadori, Milano 2009
Nessun commento:
Posta un commento