mercoledì 28 marzo 2012

i mercoledì del piacere: elio carmi

qual è l’idea di piacere durante le pause dall’attività produttiva per chi lavora in ambito creativo? ecco quella di elio carmi.

Quando posso dedi/Carmi alle mie cose, è causa di forza maggiore che mi ritrovi con me stesso. Ed è in questi momenti che riscopro, ogni volta, il piacere del fare. Fare (spesso) sbagliando per poi cercare (se possibile) come rimediare. Il piacere è in qualche modo nel ri-mediare; nell’appli/Carmi per comprendere un infinitesimo in più di ciò che credevo di sapere. Il Sapere consente di fare, ma è il fare che consente di sbagliare e quindi di ricer/Carmi nella scoperta. Nulla di nuovo, ma per me ogni volta è in qualche modo un nuovo tempo dedicato al piacere del fare, quello che viene a provo/Carmi in un piacere che lascia sempre spazio al Nuovo. L’altro piacere, che di fatto si materializza fisiologicamente, è la pigrizia che si insinua nel tempo tra il fare e il rifare. Una sospensione sabbatica, qualcosa che sta nel giudi/Carmi. Quello in cui il “Non” chiede di essere rispettato, e il “Non” si prende i suoi tempi, non per purifi/Carmi, ma piuttosto per stuzzi/Carmi.

chi è
Elio Carmi, designer branding-dipendente. Sono del ’952, pesante in tutti i sensi, meticcio nel cuore e nell’anima. Sempre in cerca di maestri a cui chiedere risposte, che mi danno solo domande, ma intanto ci faccio due chiacchiere. Radicato nel Monferrato almeno dal 1500 d.C.

(Bio scritta dall’autore per l’occasione. Chi scrive desidera aggiungere che Elio ha scritto uno strepitoso Branding. Una visione Design Oriented; che è il vicepresidente della Comunità ebraica di Casale Monferrato; che ha curato Centolumi per Casale Monferrato, un libro edito da Skira che presenta il Museo dei Lumi di Casale e le sue 115 chanukkiot, lampade a otto bracci la cui accensione avviene una volta all’anno nel corso della festa ebraica delle Luci che si svolge all’inizio dell’inverno, ciascuna realizzata da un artista diverso; che insegna alla facoltà di Design del Politecnico di Milano).

3 commenti:

Anonimo ha detto...

A costo d'esser tirato per le orecchie (o gli orecchi che faccio ai mie libri) credo - o credo di ricordare - la chanukkià abbia nove fiamme perché otto sono i giorni e la nona fiamma (anzi la prima, perché da lei si prende il fuoco per accendere via via le altre) viene chiamato con un nome che non ricordo bene [shammahs?]. Sarebbe la persona che si occupa di accendere e spegnere le lampade della sinagoga. Dottissima signora, mi farai sapere se ricordo bene o se vaneggio ? Un ebbraccio...MgC

Anonimo ha detto...

A costo d'esser tirato per le orecchie (o gli orecchi che faccio ai mie libri) credo - o credo di ricordare - la chanukkià abbia nove fiamme perché otto sono i giorni e la nona fiamma (anzi la prima, perché da lei si prende il fuoco per accendere via via le altre) viene chiamato con un nome che non ricordo bene [shammahs?]. Sarebbe la persona che si occupa di accendere e spegnere le lampade della sinagoga. Dottissima signora, mi farai sapere se ricordo bene o se vaneggio ? Un ebbraccio...MgC

aa ha detto...

shammash, si chiama. sei il cossu?