lunedì 5 marzo 2012

quando la cronaca diventa letteratura

ricevo da cosimo grieco da taranto e pubblico volentieri. una fresca vicenda pornoletteraria, di cui abbiamo parlato anche in queste pagine, ha solleticato l'immaginazione di questo collega, umorista ancora senza palcoscenico.

Gente che imbroglia
 
Tempo fa avevo la fortuna di possedere un cane stitico, un jack russell, quando lo portavo fuori ne approfittavo sempre per collaudare la mia bottiglia tascabile. Di solito mi sedevo su una panchina del parco e mentre Jack si concentrava senza frutto io guardavo il resto dell’umanità a sorsi. Tra i felliniani che mi passavano sotto il naso ce n’era uno che si piazzava vicino la fontana con un cammello di peluche scala uno a uno. Il tipo, giovane e piacione, portava la macchina fotografica a tracolla e appena vedeva un bambino accompagnato dalla mamma si fiondava, offrendosi di ritrarre il cucciolo d’uomo col cammello. Per essere più convincente diceva di collaborare pure con un’agenzia di pubblicità e la maggior parte delle mamme ci cascava come una pera kaiser, accettando entusiasta. Dopodiché lui passava all’azione, metteva il bambino a fianco al pupazzo facendogli tenere le redini, mentre la mamma la collocava verso le zampe posteriori dell’animale. A quel punto con un gesto furtivo toccava la gobba dell’animale azionando un meccanismo che metteva in mostra un pene di peluche scala uno a uno ingrifato a livello di Dominique Strauss-Kahn. In realtà lui nella foto inquadrava solo la malcapitata, che sorrideva ignara. Sul giornale, in seguito, vidi la sua foto mentre lo arrestavano, si chiamava Gianpaolo Serino e sfortunatamente era incappato nella moglie di un appuntato dei carabinieri. Le sue dichiarazioni recitavano: in un momento di bisogno le ho detto, guarda ti ho fatto delle foto mentre sorridi davanti alle attenzioni di un cammello, se non mi dai i soldi le mando alla protezione animali. Il giornale precisava che il cammello era stato acquistato in un pornoshop e che una volta evirato era stato donato all’asilo parrocchiale del quartiere. Tornai a casa confuso, “E Jack?”, chiese mia moglie, “Me lo sono scolato”, risposi senza pensarci.

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