venerdì 9 marzo 2012

cito citati

Jennifer Zwick, The Reader. Courtesy weheartbooks.com
e, oltre a fornire il link al suo articolo su libri e lettori, su corriere.it, riporto il suo ritratto dei lettori che furono: "lettori avventurosi e impavidi, che non temevano difficoltà di contenuto e di stile, fantasie, enigmi, allusioni, culture complicate e remote". eppure io sono persuasa che lettori avventurosi e impavidi ne esistano tuttora. e concordo pienissimamente con citati su un'altra cosa: i libri devono costare meno. pertanto, long live libraccio.

4 commenti:

Matteo ha detto...

Condivido il pensiero e i gusti di Citati, anche se Io uccido non è malaccio, come invece lo sono gli altri romanzi di Faletti. Per quanto riguarda la legge editoriale sul costo dei libri, a me pare che non vi sia nessuna forzatura verso gli editori. La legge interviene sulle catene librarie e sugli sconti che possono o non-possono applicare. Se un editore vuole fissare il prezzo di copertina di un romanzo a 2 euro, chi glielo impedisce? E' la libreria che non può oltrepassare una certa soglia di sconto sul prezzo fissato dall'editore. Questo è stato fatto per tutelare le librerie indipendendi che certi sconti proprio non se li possono permettere. Credo eh! :)

kalz ha detto...

Ha ragione Citati quando dice che non si leggono più i classici. E se un lettore non legge Dickens, Tolstoj o Kafka che lettore è?

Anonimo ha detto...

Non credo che vi fossero, un tempo, lettori migliori di quelli odierni; credo semplicemnte che fossero un'elit. Erano lettori della classe medio/alta. La lettura oggi è diventata di massa (sebbene parliamo sempre di numeri ridicoli)e l'editoria si è adeguata alle esigenze di "leggerezza" e/o di semplicità. Ma vale anche il contrario, ossia vi è una produzione talmente massiccia di cattiva letteratura che il lettore non sa come orientarsi. Allora si, che bisognerebbe tornare ai classici per andare sul sicuro.

Anonimo ha detto...

Non credo che vi fossero, un tempo, lettori migliori di quelli odierni; credo semplicemnte che fossero un'elit. Erano lettori della classe medio/alta. La lettura oggi è diventata di massa (sebbene parliamo sempre di numeri ridicoli)e l'editoria si è adeguata alle esigenze di "leggerezza" e/o di semplicità. Ma vale anche il contrario, ossia vi è una produzione talmente massiccia di cattiva letteratura che il lettore non sa come orientarsi. Allora si, che bisognerebbe tornare ai classici per andare sul sicuro.