martedì 24 aprile 2012

Trois contes, oggi, 1877

oggi, centitrentacinque anni fa, Gustave Flaubert pubblicava i suoi  Trois contes. Qui sotto l'arrivo a casa del papagallo impagliato, da Un cuore semplice.
 
"Finalmente arrivò, splendido, dritto su un ramo d'albero, avvitato su uno zoccolo di mogano, una zampa all'aria, il capo inclinato, una noce nel becco, che l'impagliatore, per amore della grandiosità, aveva dorata.
Lo chiuse in camera sua.
Quel luogo, in cui faceva entrare poche persone, aveva insieme l'aspetto di una cappella e di un bazar, tanto era zeppo di oggetti religiosi e delle cose più disparate.
Un grande armadio impediva di aprire bene la porta. Di fronte alla finestra a strapiombo sul giardino, una finestrella ovale guardava sul cortile; su un tavolo, accanto alla branda, c'erano una brocca, due pettini, e un pezzo di sapone azzurro in un piatto sbrecciato. Si notavano contro le pareti rosari, medagliette, diverse madonnine, una acquasantiera in noce di cocco; sul cassettone, coperto da una tovaglia come un altare, la scatola di conchiglie che le aveva regalato Vittorio; poi un innaffiatoio e una palla, dei quaderni di calligrafia, il libro di geografia illustrata, un paio di stivaletti, e al chiodo dello specchio, appeso per i nastri, il cappellino di peluche! Felicita spingeva a tal punto questo culto che conservava una delle redingote del Signore. Tutto il vecchiume di cui la signora Aubain voleva disfarsi, lei lo raccoglieva per la sua stanza. E così aveva dei fiori artificiali sul cassettone, e il ritratto del conte di Artois nel vano dell'abbaino.
Per mezzo di una mensolina, Lulù fu sistemato su una parte del camino che sporgeva nella stanza. Ogni mattina, svegliandosi, l'intravedeva nel chiarore dell'alba, e ricordava allora i giorni passati, le azioni più insignificanti fin nei minimi particolari, senza dolore, colma di tranquillità."
 
 

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