venerdì 4 maggio 2012

artisti transmediterranei italia-israele

Regione Lombardia e A.M.A.T.A. (Amici Italiani del Museo d’Arte di Tel Aviv) hanno organizzato “EAT - Emergent Artists Trans-Mediterranean”, una mostra fotografica di giovani artisti italiani e israeliani. L’esposizione, curata da Martina Corgnati per la parte israeliana e da Marco Meneguzzo per quella italiana, è stata inaugurata il 2 maggio a Palazzo Lombardia e durerà fino al 25 maggio, con orario 14:30-18.
Sebbene gli esiti delle opere siano ineguali, chi scrive ha trovato alcune fotografie davvero bellissime. Riscattano l’orrendo titolo, che rientra nel filone “è tutto un magna magna” di Expo 2015, il cui filo conduttore è appunto il cibo, nutrire i popoli eccetera. Potete vederne una selezione qui sotto.

Ron Amir, Dessert, 111 x 140 cm. "Sulla tavola (di
Ron Amir), nulla più di un’asse sporca e precaria,
campeggia un piatto stampato a fiori, di un fucsia assoluto,
assolutamente kitsch, e, dentro al piatto, un
polipo bollito e squadernato tanto da rassomigliare
anch’esso ad una specie di fiore carnoso e vagamente
ributtante. Un cibo mediterraneo ma certo non kasher,
la cui stessa presenza già ci dice qualcosa sull’identità o
appartenenza degli invisibili commensali, probabilmente
non ebrei, forse arabi" (dal testo di Martina Corgnati).

Eleonora Angiolini, Rachele Sotgiu, Francesca Suriano, Sofia D.A., otto foto, 24 x 30 cm

Daniele Camaioni, Colossuses, 70 x 80 cm

Tarin Gartner, Untitled, 40 x 60 cm. "Tarin Gartner ha fotografato le serre nella valle di
Arava, nel deserto del Negev. Una zona fra le più inospitali
del mondo, un vero e proprio 'margine' infossato di
centinaia e centinaia di metri nella crosta terrestre, 'scovato'
anch’esso e messo a regime attraverso filari e filari
di plastica che conservano al proprio interno umidità e
temperatura ideali per ortaggi e frutta. Visti
dall’interno, infatti, i colori sono intensi e vividi mentre
all’esterno assumono i toni amorfi dell’aria torrida, del
vento carico di sabbia" (dal testo di Martina Corgnati).

Francesco Mammarella, Soffr (i&Z) itto, otto foto, 20 x 30 cm. "Francesco Mammarella agisce sulla sostituzione sensoriale, rimpiazzando i
cibi con la loro denominazione, e letteralmente 'friggendoli'
sulla fiamma" (dal testo di Marco Meneguzzo)


Marco Schifano, Tonni - Polipo, due foto, 150 x 105 cm. Ditemi voi se non sono due nature morte neofiamminghe

Palazzo Lombardia, l'imponente complesso progettato da Pei, Cobb, Freed & Partners, consta di una torre, di una fascia sinusoidale di edifici e di un giardino. Non so perché, ma all'uscita dalla mostra, passando accanto al bar, mi sono sentita nel pieno degli anni ottanta, della loro parte gay: sarà stata forse Madonna, che dal locale invocava Give It 2 Me, diffondendosi per l'ampia corte della velleitaria costruzione.

2 commenti:

MatteoG ha detto...

Cioè, c'entra Madonna che cantava con sullo sfondo 'sta roba di pesce appesa? :O

aa ha detto...

cioè, c'entra come può c'entrare una mostra di fotografi italiani e israeliani in un complesso di edifici surreali con baretto in cortile e madonna che miagola (dev'essere la presenza del pesce).