mercoledì 21 novembre 2012

avanti il gran partito

Dopo mesi di scontri con i rappresentanti della generazione TQ, dopo dibattiti al sangue in cui sosteneva fieramente che la letteratura nulla deve avere a che fare con la sociologia, che uno scrittore non può passare il proprio tempo con un cartello in mano, dopo aver chiuso la porta in faccia a Massimiliano Parente e aver trascorso lunghi pomeriggi con Andrea Cortellessa, finalmente la svolta dell’impegno: e Anna Albano si impegna a suo modo, tracciando un grande affresco della vita dei dimenticati, anzi delle invisibili. Narra in particolare la vicenda di una, che per anni ha covato in seno la serpe dell’odio, per poi esplodere nella vendetta più cruda. Più divertente di Wodehouse, più nero di Stephen King: l’indimenticabile operaia di Anna Albano non vi farà chiudere occhio.

4 commenti:

paolo f ha detto...

a proposito: anna albano è un nome formidabile per un'autrice. se una non si chiamasse così, dovrebbe adottarlo come pseudonimo.

paolo f ha detto...

(come dire: se un'anna albano non esistesse, bisognerebbe inventarla)

MatteoG ha detto...

Lo voglio scrivere io! ahah

kalz ha detto...

Uno si distrae un momento e guarda cosa ti combina la Anna Albano. Credo proprio che dovremo organizzare i turni per tenerla sotto controllo.