giovedì 15 aprile 2010

essere paris hilton

certo che lavorare in editoria ha i suoi vantaggi, così come praticare la libera professione. perché uno può anche andare a discettare di impresa culturale al corso como 10, dove si beve, ho scoperto, un ottimo prosecco intitolato "nino franco" e sulle piante dietro ai tavolini si posano autentici uccellini metropolitani. e così, dopo una piacevole conversazione col caro amico che al corso como ho incontrato, al momento del congedo l'amico ha posto questa semplice domanda: "ti do un passaggio?". ho detto sì, ed è accaduto così che ci siamo ficcati nella sua porsche verde bottiglia e ho fatto la mia discesa dal potente mezzo tra gli avventori del rock'n'roll sul marciapiede di casa mia, che mi hanno seguita con lo sguardo, sbigottiti, finché non ho infilato la chiave nella toppa del portone. glamour, no?

mercoledì 14 aprile 2010

pane e luce

tavola di luce a villa reale, milano, parte dell'allestimento della mostra sensoriale "tutti a tavola!". dove bisogna assolutamente recarsi, per vedere detta tavola, la rappresentazione del don giovanni di mozart tutta fatta di pupi e quello che vale il biglietto, le nozze di cana di veronese videolette da peter greenaway: si sta a bocca aperta dall'emozione per tutto il tempo della rappresentazione e ci si separa dal video riluttanti, pensando che senza arte proprio non si può vivere. menzione speciale per la stanza "fractio panis", nella quale un video che mostra la fila per la mensa all'opera san francesco è accompagnato dalla straziante jesus blood never failed me yet di gavin bryars, da spezzare il cuore.

p.s.: chi scrive, in quanto appartenente alla schiera dei vip, ha partecipato all'inaugurazione con relativo banchetto (meravigliosamente allestito): la recensione relativa alla qualità del prosecco conta cinque stelle.

martedì 13 aprile 2010

milano feuilleton

"In questa casa Giovanni Battista Bazzoni ebbe lunga dimora e scrisse delle opere sue migliori Il castello di Trezzo": così recita la scritta sulla targa posta sopra la finestra di un'abitazione di via Morigi, a Milano. e io giuro solennemente di sposare su due piedi l'uomo che di Bazzoni mi recherà in omaggio i seguenti titoli (in prima edizione, of course):
  • Il castello di Trezzo (Stella, Milano 1827)
  • Falco della Rupe o la Guerra di Musso (Stella, Milano 1829)
  • La bella Celeste degli Spadari (Milano 1832)
  • Racconti storici (Omobono Manini, Milano 1832)
  • Zagranella o una pitocca del Cinquecento (Pirotta, Milano 1845).
alla nostra prima figlia verrà imposto il nome di zagranella.

letture in tram con madeleine finale

da sinistra, in senso orario: la ragazza in bianco legge Povera ragazza ricca di Lesley Lokko; la signora in giacca rossa, beatissima e concentrata, ha davanti a sé L'albero delle lattine di Anne Tyler; il ragazzo attaccato al sostegno è completamente immerso nella lettura del Giovane Stalin di Simon Sebag Montefiore. proprio accanto a me siede un estimatore della "Settimana enigmistica" alle prese con l'Appendice della sfinge. mi fa pensare al mio temibile nonno materno, martino, che ci faceva ri-uscire di casa e ri-suonare il campanello se, entrando, non avevamo salutato ("solo gli asini non salutano quando entrano in una casa"); ci terrorizzava se facevamo chiasso e pareva fossilizzato là, seduto a capotavola, nella cucina della casa di mia nonna, un lapis (come lo chiamava lui) in mano, il settimanale che vanta innumerevoli tentativi di imitazione davanti a sé e, sulla credenza a lato, il suo immancabile barattolo di citrosodina. operaio presso l'arsenale di taranto, a un certo punto martino fu promosso capo operaio, avanzamento che festeggiammo con un vassoio di paste e lo spumante dolce. martino, che tornava periodicamente nella sua santa maria di leuca per procurarsi l'olio e il vino – un rosso che, terminato, lasciava nel bicchiere un denso strato vermiglio –, non sospettava neanche l'esistenza del passito di pantelleria.

venerdì 9 aprile 2010

dio la benedica

la incontro di frequente sul tram numero due. ha i capelli bianco-platino con la ricrescita nera, sempre di nero si veste, porta gli occhi bistrati, ha una pelle lunare e un bellissimo naso nobilmente ricurvo. sta tra la 46 e la 48, è alta e le minigonne che indossa scoprono cosce tornite, magnifiche. la parola che mi richiama alla mente è "ubertosa". nothing compares.

correspondances

oggi, sul tram numero due, ricco bottino di lettrici (filoscandinave e filovampire) e una corrispondenza (anzi, correspondance: il 9 aprile è il compleanno di baudelaire). in senso orario, le bibliopasseggere leggono L'ipnotista di Lars Kepler; La regina dei castelli di carta, di Stieg Larsson; Eclipse, di Stephenie Meyer (ma cosa ci fa quella rispettabile signora in blazer, in basso a sinistra, con quel librone per adolescenti licantropi?). la signora in basso a destra legge Gli amanti, di John Connolly: le corrisponde il signore appoggiato al palo, in viale piave – un addetto dell'atm in attesa di salire su un tram: davanti c'è la fermata del 23, del 9, del 29/30. il fatto che entrambi fossero rapiti da quelle quattrocento pagine mi ha indotta a una ricerchina. e ho scoperto che il detective delle storie di connolly si chiama charlie "bird" parker, e che condivide con il sassofonista di Kansas City un passato oscuro e un presente maledetto. e a proposito di maledetti, sentiamo charlie baudelaire nel suo petit poème en prose numero XXIII, La solitude: "Un gazzettiere filantropo mi dice che la solitudine è cattiva per l'uomo e a sostegno della sua tesi, cita, come tutti gli increduli, parole dei Padri della Chiesa.
Io so che il Demonio frequenta volentieri i luoghi aridi e che lo Spirito del delitto e della lubricità s'infiamma meravigliosamente nelle solitudini. ... E' certo che un chiacchierone, il cui supremo piacere consiste nel parlare dall'alto d'una cattedra o d'una tribuna, rischierebbe assai di diventare pazzo furioso nell'isola di Robinson. Io non esigo dal mio gazzettiere le coraggiose virtù di Crusoe, ma domando che non emetta sentenze d'accusa contro gl'innamorati della solitudine e del mistero. Ci sono, nelle nostre razze cicalanti, individui i quali accetterebbero con minor repugnanza il supplizio supremo, se si permettesse loro di fare dall'alto del patibolo una copiosa arringa ... Non li compiango, poiché intuisco che le effusioni oratorie procurano loro voluttà eguali a quelle che altri trae dal silenzio o dal raccoglimento; ma li disprezzo. ... 'Gran disgrazia, non poter essere solo!', scrive, non so dove, La Bruyère, come per svergognare tutti coloro che corrono a dimenticare sé stessi nella folla, temendo indubbiamente di non potersi tollerare".

Charles Baudelaire, I fiori del male - Poemetti in prosa, Unione Tipografico-Editrice Torinese (già Ditta Pomba). Stampato in Italia, a Torino, presso la Tipografia Cane & Durando, piazza Campanella 23/139, nel 1963. Volume venduto a chi scrive per 30 lire, qualche decennio fa, nel corso delle periodiche svendite di libri organizzate in casa propria da Antonio Falconi, insigne bibliofilo tarantino e iniziatore della di chi scrive bibliotechina domestica.

giovedì 8 aprile 2010

let's shower together_sua eccellenza jeffrey inaba



"save water - shower with a friend" è l'invito stampato sul secchio della spazzatura (pubblico) che fa parte dell'installazione Trash, di jeffrey inaba, conservata al walker art center di minneapolis. io vorrei dire al comune di milano e anche a tutti gli altri soggetti riuniti attorno ai tavoli tematici dell'expo, i quali usano spesso la parola "eccellenza" ("le nostre eccellenze", "raccordare l'insieme delle eccellenze sul nostro territorio" e così via: con tutte queste eccellenze uno si immagina di abitare in un paese popolato di nobilissime persone), che sarebbe cosa eccellente installare questi secchi in tutti i condomini, perché di arte e parole hanno bisogno tutti i cittadini, ha bisogno in permanenza la città (senza contare che fare la doccia con gli amici, oltre a portare un grosso risparmio d'acqua, favorisce la socialità, altro grande bisogno insieme con l'arte). inaba, con il suo c-lab, ha pubblicato di recente World of Giving, un libro in cui esplora gli effetti del dare e la relazione che si viene a creare tra chi dà (istituzione, organizzazione o privato che sia) e chi riceve. dare, sostiene inaba, crea ripercussioni positive perché la crescita di chi dà e chi riceve si estende e influisce positivamente sulla collettività. la copertina è bellissima e il libro costa solo ventinove punto novanta euros. eccellente, direi.