giovedì 29 dicembre 2011

a tra poco

joy to the publishing world

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martedì 20 dicembre 2011

bravi ragazzi neri a firenze

intervista a radio popolare dopo i funerali e le manifestazioni in onore di samb modou e diop mor, gli ammazzati di firenze. l'intervistatrice toscana parla con un rappresentante della locale comunità senegalese, di cui non è dato sapere il nome: gli chiede della sua esperienza in italia e gli dà del tu. si passa poi a un altro tizio, che parlando dei senegalesi li chiama tutti ragazzi. è il paternalismo del razzismo, signori. ma solidale e democratico.

dottori dei libri

[…] Ma sotto le mani medicamentose di un bravo redattore, quasi tutto può essere sistemato e nobilitato al rango di limpida e scintillante letteratura.
Torgny Lindgren, Per non sapere né leggere né scrivere, Iperborea, Milano 2007.

abbiamo molto bisogno di luce

 chanukkah, anche qui.

lunedì 19 dicembre 2011

di arance e di cristiani

Atlante Farnese, II secolo d.C. Napoli, Museo Archeologico Nazionale
"l'arancia dev'essere di media grandezza, perché se è troppo grossa l'albero soffre. l'albero è come un cristiano, se lo carichi troppo col peso, soffre e non fa arance dolci."*

* pensiero del padre ultraottantenne di un caro amico, seguito all'offerta di un'arancia di media grandezza a suo figlio.

mercoledì 14 dicembre 2011

pubblicità egoriferita

survive milano su cosedalibri.

onanisti maleducati

le trasmissioni televisive ove sono invitati politici o amministratori si vanno riempiendo di rimbecilliti che invece di dar retta al conduttore o di rivolgersi al pubblico consultano nevroticamente l'ipad. allora state a casa.

niente di meglio, stamattina,

La stanza da lavoro di Flannery 'Connor
che il buzz del telefono e la voce di un amico che svegliandoti ti dice di andare a guardare su wikipedia la voce "flannery o'connor", dove si riporta che la prima occasione di fama della stessa derivò dall'aver insegnato a un pollo a camminare all'indietro.

sex bomb

ieri sera, girellando nel web, mi sono imbattuta in un post su facebook che invitava ad aggiudicarsi gli ultimi due posti di un corso di scrittura che sarebbe iniziato oggi, a milano. diramava il messaggio lo scrittore in persona. chi scrive, che di queste cose si interessa, gli ha chiesto il costo di quanto offriva. lo scrittore noir, che sulla voce di wikipedia a lui dedicata risulta paragonato (però solo talvolta, si specifica) a patricia highsmith e friedrich dürrenmatt, mi rimanda un po' seccato alla segretaria che si occupa di questo vile aspetto, il cui numero di telefono aveva già pubblicato nell'annuncio. gli faccio notare che sarebbe stato più pratico, dato l'inizio del corso da lì a poche ore, fornire l'informazione saltando il tramite. non so perché, ma in italia di soldi si parla malvolentieri. insomma lo scrittore si indigna e mi invita, cito a memoria, ad abbandonare la mia protervia e a tornare nell'abisso di ignoranza dal quale sono uscita, o qualcosa del genere. mi rinfaccia i refusi che ho prodotto scrivendogli: da una che si chiama "faccio testo" non li accetta. dopodiché mi impedisce l'accesso alla sua pagina, deduco, poiché non mi è consentito di rispondergli. lo faccio al suo indirizzo mail, ché lasciare le cose a metà non mi piace. la mia risposta non gli piace, deduco, poiché la sua contiene insulti che non ripeterò e anche un'ipotesi sulla mia camera da letto: "immagino tu abbia una vita sessuale disastrosa". segue mia risposta e poi, da parte dello scrittore noir, la spiegazione a questo comportamento straordinario: "Ti chiedo scusa per le intemperanze, ma sinceramente non mi sembrava di essere stato scortese. Se non vuoi riconoscere l’inopportunità di quella domanda – o l’obiettiva comicità della messe di refusi nella scrittura di quei post – non importa. Cancello il nostro dialogo dal thread, mi secca aver voluto avere l’ultima parola. Sono anche un po’ stanco, se devo dirti la verità. Ogni modulo del corso costa 500 euro." la cosa positiva è che alla fine sono riuscita a capire quanto costasse il corso di questo scrittore (che deve essere di buon livello, poiché mi accade di leggere che una delle laureate ha poi prodotto un volume dal titolo 101 motivi per cui le donne preferiscono gli stronzi). la mia riflessione quasi quasi finale è che c'è un risvolto negativo in tutta questa democrazia-dal-basso-conosci-lo-scrittore-su-facebook-ed-entra-nel-suo-fantasmagorico-mondo: è l'effetto di cui parlava flaubert quando diceva che non bisogna avvicinarsi troppo agli idoli, perché c'è il rischio di intravedere l'opacità del legno sotto la doratura. ed è decisamente meglio che ciascuno si tenga le miserie sue. la mia riflessione quasi finale è che a volte l'autopromozione può essere logorante, e allora meglio affidare il pacchetto completo alla segretaria. la mia riflessione finale verte sul fatto che, con una ragionevole dose di certezza, un minchione stanco è pur sempre un minchione.

martedì 13 dicembre 2011

fari

in certi ambienti letterari ci si chiede e si chiede accoratamente perché piervittorio tondelli non è più un punto di riferimento per gli anni ottanta. chi ha bisogno di punti di riferimento per gli anni ottanta? perché questo eventuale riferimento dovrebbe essere piervittorio tondelli? chi se ne frega di piervittorio tondelli?

christmas time, again

il periodo delle festività natalizie, per chi scrive, è ufficialmente cominciato domenica mattina, con un lunghissimo nescafé, qualche soldino di cioccolato, un alberino di natale d'argento e una matita nava per sottolineare i passi più ameni dello Scaffale di carta di Massimo Gatta, di biblohaus. acquistato il giorno prima al Salone del libro usato, ove si era recata alla sua caccia.

alta chirurgia editoriale

perché poi c’è penna e penna; e quando stai facendo un editing su un testo che hai fatto stampare a interlinea doppia e ampi margini ci vuole uno strumento affilato quanto un bisturi, per penetrare con precisione tra riga e riga, sbarrando chirurgicamente il testo sottostante in modo da lasciare spazio per la riscrittura, che dovrà giovarsi di una grafia contenuta e compatta, da usare anche sui margini, in verticale per interventi brevi e in orizzontale, avendo praticato un asterisco nel testo e avendolo riportato sul bianco a lato, per riscrivere intere parti.
niente di meglio, per queste ardite operazioni di accuratezza, delle penne colorate 0.5 mm di muji, l’orrendo produttore di non-design, di cui mi noja non poco il minimalismo esasperato, quelle plastiche bianche che se in casa non si ha la domestica addetta alla loro manutenzione cominciano a marezzarsi di grigio sin dal terzo giorno e rimandano una sgradevole sensazione di fragile e provvisorio. perché come si fa a vivere in un mondo albino e inesorabilmente squadrato, come si fa a comprare degli amplificatori di cartone? gli oggetti muji si collocano, appena acquistati, sull’orlo di una discarica. le penne 0.5 no. funzionano imperturbate fino all’ultima goccia di gel o inchiostro che sia, e fanno la mia gioia.

lunedì 12 dicembre 2011

voyage autour de ma ville

Hotel La Mamounia, Marrakesh (quello dell'Uomo che sapeva troppo)
Io mi sento perfettamente a mio agio negli hotel. Negli hotel con molte stelle, dove si può godere di una cortesia non impegnativa dal punto di vista della reciprocità e dove gli altri al tuo posto, quando poni un problema, hanno già trovato la soluzione. Dove trovi l'"International Herald Tribune" e personale solerte. Dove benevoli fantasmi passano a pulire ciò tu hai sporcato, senza manifestarsi mai. E dove si è liberi da qualunque tipo di cura che non sia la pulizia personale o scendere a una lauta colazione, anche English breakfast. Ed è per questo che chi scrive raccomanda caldamente di  frequentare almeno una volta al mese un bell'hotel nella propria città. Dove oziare, scrivere, esplorare un quartiere che non è il proprio. Una vacanza perfetta, poiché per raggiungere la meta al massimo si prende un tram, e un paio di calzini di ricambio stanno pure in tasca, perciò si sta leggeri. Chi scrive è andata in vacanza al Wattredici di Milano. Dove, se dici che la camera ti serve tutto il giorno perché devi scrivere, si premurano di fartela pulire mentre tu attendi al breakfast e ti riforniscono di ciabattine immacolate, perché "se scrive deve stare comoda", sorride Matteo alla reception.

tutte insieme alle terme con le amiche

"Ero ad Abano invitata dalle Donne Cristiane di Base. Ho presentato il mio progetto ad un pubblico eterogeneo ed interessato formato da un centinaio di donne che cercano tra l’altro, di restituire alla donna la centralità che le spetta all’interno della religione.
Al pomeriggio del sabato ci siamo immerse nell’acqua calda termale della piscina per il laboratorio di biodanza condotta da una amorevole ed accudente Cristina Berardo, docente brasiliana.
Due ore in cui seguivamo le indicazioni che ci venivano date, e che prevedevano di stare in relazione a gruppi di due tre cinque, di prenderci cura delle altre, di sostenerle e di permettere che le altre si prendessero cura di noi.
E’ stato bello, molto bello. All’inizio difficile: mani di altre con delicatezza sul nostro corpo, in una società così poco fisica come la nostra, mani che si posano e conoscono così la nostra carne, così solitamente esclusa dalle altre, dagli altri. Non dirò altro perchè ho imparato che le esperienze si vivono e diffcilmente si riescono a raccontare. Di certo poche volte mi sono sentita così accudita. “Veniamo dall’acqua, lasciamo fluire la nostra acqua” ci guidava Cristina. E’ durato due ore, siamo poi tornate alle nostre riunioni. Dopo, mi sono sentita profondamente mutata. Ci siamo abbracciate  al momento della  partenza e il mio corpo era aperto e grato."

non è il racconto di una spostata new age, bensì quello di una fautrice del movimento "se non ora quando" (ma anche 'ste cristiane di base, sono forse fuori di senno?). intanto il professor monti, sobria cartella nera alla mano, lavora.

sabato 10 dicembre 2011

le presidente

no, però scusate, ma chi potrebbe dare credito, nonostante il millantato "incredibile movimento in rete che sta cambiando il Paese", a una che dice "la Presidenta del Brasile", "le ragazze che combattono tutti i giorni sul web" (non lavorano? sono di famiglia benestante perciò possono combattere tutti i giorni sul web? cosa combattono?), "Domani in Piazza. Da lunedì in rete, nei posti di lavoro, in famiglia, nelle scuole, abbracciate al proprio compagno, insieme ai figli" (se sto abbracciata al mio compagno, io "se non ora quando" lo dico senz'altro, ma per significare l'urgenza di dirigermi verso la camera da letto. e con i miei figli gioco a biglie, di certo non li ammorbo con la valorizzazione di genere)?

martedì 6 dicembre 2011

insolite gentilezze (assai gradite)

Ringrazio moltissimo i bravi (molto bravi) colleghi dell'insolito, che mi hanno fatto l'onore di pubblicare il brano sui Ferri dell'editore nel loro sito. Invito inoltre a cercare nel sito notizie sul Trasciatti: vi piacerà. Segnalo infine che Gianvittorio Randaccio è il blogger di Vite da libri, il cui sottotitolo recita "Pagine che se ne vanno in giro": vi piacerà, molto, anche lui.

lunedì 5 dicembre 2011

pornosinonimi

passi per gli stivali da pecoraio, ormai da qualche anno diffusi come un morbo australiano. ma c'è un motivo per cui, quando vai a cercare un sinonimo o un contrario online, vogliono venderti pure una signorina?

nel caso non foste d'accordo con il professor monti

e con la sua manovra intesa a ridurre il deficit pubblico e a finanziare interventi in favore della crescita economica, pubblichiamo di seguito una piccola guida al Metodo La Tour, tratta dalla cronologia della vita di questo malmostoso artista:

9 aprile 1642. La Tour si adopera per mantenere i privilegi conferitigli dal duca di Lorena, facendo al contempo valere i suoi diritti di “pittore ordinario del re”. Da poco stabilitosi di nuovo a Lunéville, si rifiuta categoricamente di pagare le imposte sul bestiame che vengono a reclamargli. Il rapporto dell’ufficiale giudiziario incaricato di ottenere dal pittore la somma che deve al comune offre un’idea del carattere dell’artista: “mi sono […] recato al domicilio di Messer Georges de La Tour, pittore nel suddetto luogo. Dove, parlandogli dal viale della sua dimora, l’ho invitato in via amichevole e a più riprese al pagamento della somma di sedici franchi e sei grossi che deve versare per il suo bestiame; ha risposto che non voleva pagare nulla. E dopo averlo pregato di farlo, ché altrimenti sarei stato obbligato a pignorarlo, ha risposto che lo pignorassi pure. E dovendo, per far ciò, inoltrarmi nella sua dimora, mi ha dato un gran calcio e ha chiuso la porta, dicendo infuriato che al prossimo che fosse entrato avrebbe tirato un colpo di pistola, ragion per cui non ho potuto fare un altro tentativo”.

venerdì 2 dicembre 2011

concorsi, svendite e regali

li propone tutti il gruppo Gems. e giunge a fagiuolo, a proposito di quella democrazia letteraria intorno alla quale in questo momento ferve il dibattito, il loro concorso "Io scrittore", nell'ambito del quale chi scrive valuta ed è valutato da altri scrittori, tutti esordienti, per poi essere eventualmente pubblicato in ebook o su carta. ricevo e diffondo il comunicato stampa relativo all'iniziativa, ovviamente più completo di queste mie note frettolose, che si può prelevare qui.

questi israeliani le pensano proprio tutte

Il sito GayPalestine non esiste
il libraio marino buzzi è gay ma è pure un progressista*. per questo motivo nel suo blog su kataweb si affanna su una questione di lana caprina, si arrampica sugli specchi per dire che sì, israele fa una campagna pro-venuta gay nel paese per attirare turisti, però in effetti in israele i gay, però quando c'è la parata gay a tel aviv il percorso è obbligato e allora gli israeliani non sono poi tutto questo fiore di democrazia, però bisogna anche dire che in palestina i gay non è che possono poi passeggiare serenamente mano nella mano. marino, pacificati: in palestina i gay hanno una discreta possibilità di crepare, tanto che parecchi, come è noto, cercano di andare in israele per campare più sereni.

*marino buzzi ha anche pubblicato per Mursia un libro dal titolo accattivante, Un altro bestseller e siamo rovinati.

della necessità degli editori

un articolo di roberto calasso, molto chiaro e bene argomentato, prosegue idealmente il dibattito "editore sì-editore no, evviva la democrazia letteraria?", di cui abbiamo dato conto nei giorni scorsi con questo post.

giovedì 1 dicembre 2011

think pink

rosa
pagina facebook del movimento rosa (arrrgh) "se non ora quando".

- domanda di una malcapitata iscritta: "ma la manifestazione dell'11 a milano dove sarà?"
- risposta: "Ciao, all'assemblea di sabato abbiamo deciso insieme che la manifestazione a Milano non si fara': qui, a differenza che altrove l'11 cadra' dopo un lungo ponte e ci sarebbero grossi problemi per organizzarla e per garantire una riuscita adeguata. Se aggiungi il clima prenatalizio e il fatto che la spinta alla mobilitazione, almeno a mio parere, non e' più', per tante ragioni, la stessa che ci ha fatto riempire le piazze il 13 febbraio, il quadro e' completo. Per questo abbiamo deciso di continuare nel nostro percorso di confronto di riflessione e di costruzione dell'agenda delle donne milanesi e lombarde rilanciata con l'assemblea di sabato scorso all'Elfo Puccini, per arrivare all'inizio del prossimo anno, intorno alla stessa data dell'anno scorso, ad un forte momento di mobilitazione delle donne. Questo nella nostra autonomia di esperienza territoriale; cio' detto siamo certe che una manifestazione di carattere nazionale come quella che ci sara' a Roma avra' senz'altro il giusto rilievo e una buona riuscita."

dobbiamo quindi presumere che a milano, città notoriamente popolata di fighetti con la borsa della palestra da un lato della scrivania e il valigino del vuicchend dall'altro, la manifestazione snoq non si fa perché fallirebbe miseramente causa ponte?

- prima incalzante domanda di un'impegnatissima: "Care amiche, ci vogliamo dare una sveglia e parlare qui del fatto politico del giorno a Milano (lo scontro boeri-pisapia dei giorni scorsi, n.d.a.)? O è troppo per i nostri poveri nervi? Non siamo qui per fare politica? Ripeto: non se ne parla solo qui"
- risposta (prendo la prima, a caso, poiché non desidero infierire troppo): "giusto..parliamone..c'è qualcosa che possiamo fare? quello che sta succedendo, o che è già successo a me sembra di una gravità altissima sotto tutti i punti di vista..mi piacerebbe veramente fare qualcosa di concreto"

- accorato ribadire dell'impegnatissima: "io vi prego di riflettere sul disinteresse di questo gruppo, che è un segno grave"

- seconda incalzante domanda dell'impegnatissima: "Scusate, perché qui nessuno parla della vicenda che sta scuotendo la giunta di Milano? Dov'è il nostro protagonismo politico?"
- risposta-domanda di chi scrive: "forse il vostro protagonismo politico non esiste?"
 

motivi per i quali mi piace avere aggiunto il kindle ai miei libri di carta

 motivo 1. perché mi piace l’idea di poter disporre di una piccola biblioteca portatile, in seno alla quale potere anche saltare di palo in frasca.

motivo 2. perché, ove si disponga del libro desiderato in formato ebook, è comodissimo per impostare le recensioni (si può sottolineare, creare e salvare delle note eccetera).

motivo 3. perché ha una grafica talmente sobria da non consentire alcuna distrazione indotta, poniamo, da una particolare grazia dell’impaginato, e la lettura è tutto frutto.

motivo 4. perché è una sorta di organismo vivente: dopo un po’ che non lo usi compare un salvaschermo, ogni volta diverso – scrittori, macchine da stampa, frontespizi di antichi volumi –, e l'aggeggio va a dormire. poi sposti un pulsantino, si accende una lucetta verde, il salvaschermo scompare e il kindle torna a respirare.

bookfast (writers for breakfast)_hans christian andersen

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 I cigni selvatici
Molto lontano da qui, dove le rondini volano quando qui viene l’inverno, viveva un re con undici figli e una figlia, Elisa. Gli undici fratelli, che erano principi, andavano a scuola con la stella sul petto e la spada al fianco; scrivevano su una lavagna d’oro usando punte di diamante e sapevano leggere bene i libri e recitare a memoria: si capiva subito che erano principi. La loro sorella, Elisa, stava seduta su uno sgabellino di cristallo e guardava un libro di figure che valeva metà del regno.
Oh! quei bambini stavano proprio bene, ma la loro felicità non poteva durare per sempre!
Il padre, re dell’intero paese, si risposò con una principessa cattiva che non amava affatto quei poveri bambini, e loro dovettero accorgersene fin dal primo giorno.
Al castello c’era una grande festa e i bambini giocavano a farsi visita, ma invece di dar loro tutte le torte e le mele al forno che riuscivano a mangiare, la matrigna gli diede solo della sabbia nelle tazze da tè e disse di far finta che fosse qualcosa di buono.
La settimana successiva trasferì Elisa in campagna da alcuni contadini e non passò molto tempo che riuscì a far credere al re cose molto brutte sui poveri principini, così che egli non si preoccupò più di loro.
“Volatevene via per il mondo e arrangiatevi da soli!”, disse la regina cattiva. “Volate via come grandi uccelli senza voce!”; non riuscì tuttavia a far loro tutto il male che avrebbe voluto: i principini si trasformarono in undici bellissimi cigni selvatici. Con uno strano verso si sollevarono e andarono via dal castello verso il parco e il bosco.
Era ancora mattino presto quando arrivarono alla casa dei contadini in cui abitava la sorellina Elisa; dormiva ancora, e loro volarono un po’ sopra il tetto, girarono il collo da ogni parte e batterono le ali, ma nessuno li vide né li sentì! Dovettero riprendere il volo, in alto verso le nubi, lontano nel vasto mondo, finché giunsero a una immensa e oscura foresta che si stendeva fino alla spiaggia.
La povera Elisa giocava nella casa dei contadini con una foglia verde: non aveva altri giocattoli; fece un buco nella foglia e guardò attraverso, verso il sole: le sembrò di vedere i begli occhi chiari dei suoi fratelli, e ogni volta che i caldi raggi del sole le illuminavano il viso, pensava alle loro carezze.
Passarono i giorni, uno uguale all’altro. Quando soffiava tra i cespugli di rose davanti alla casa, il vento sussurrava alle rose: “Chi può essere più grazioso di voi?” e le rose scuotevano la testa e dicevano: “Elisa”. E quando la vecchia contadina, la domenica, seduta sulla soglia, leggeva il libro dei salmi, il vento girava le pagine e chiedeva al libro: “Chi può essere più devoto di te?” e il libro rispondeva: “Elisa”, e quello che le rose e il libro dei salmi dicevano era la pura verità.

metrolettori in questi giorni

MM3, fermata Duomo: David Foster Wallace, Il re pallido

MM3, fermata Centrale FS: il dispettoso non mi faceva leggere il titolo (epperò che bel ragazzetto molto British)

MM2, fermata Centrale FS: Jonathan Coe, I terribili segreti di Maxwell Sim