lunedì 29 novembre 2010

libri per grandi e piccini

questa mattina ho una certa fretta, che tuttavia non mi esime dal raccomandare ai miei gentili lettori di recarsi al salone del libro usato, dal 5 all'8 dicembre alla fiera di milano. le informazioni si trovano qui. non so se l'old book guy dell'immagine sia marcello dell'utri, comunque vale la pena di godersi questa meraviglia, non fosse altro che tra gli espositori ci sono il muro di tessa, la libreria menabò con l'ottimo davide nuti – il libraio insonne – e la mia amata libet con l'altrettanto amata elena ferrario. l'ingresso alla manifestazione è gratuito.

venerdì 26 novembre 2010

oggi, a milano, nevica

"Era una mattina d'inverno, in via Conservatorio, e la neve spalata era ammucchiata in piramidi sul marciapiede nero. E mentre lui non gli chiedeva chiarimenti, Liverani aveva continuato: 'Tu non credi di morire. Non ci pensi.' Aveva aggiunto: 'Forse ti è mancata una crisi, ma c'è ancora tempo'".

Giuseppe Pontiggia, Il giocatore invisibile, Mondadori, 1978

beni

le parole che seguono escono dalla penna dell'ottimo professore fulvio cervini, docente all'università di firenze, elegante barricadero  nonché mio flirt da tempo immemorabile. mentre mi chiedo perché mi sono dimenticata di sposarlo, segnalo che il resto dell'articolo si trova qui. enjoy:

"Le nozioni di bene e patrimonio culturale alludono alla ricchezza condivisa che nutre sensi, menti, anime e cuori ben prima dei portafogli, ed è questa ricchezza che la politica dovrebbe preservare e coltivare. Per questo trovo che l’espressione “bene culturale” sia pregna e nobile, tanto più che la sua storia è assai gloriosa. La prima volta che la si adopera in una convenzione internazionale, nel 1954, è in
rapporto ai beni da proteggere in caso di conflitto armato, e già questa circostanza dovrebbe farci riflettere, come avrebbe detto Marc Bloch, dell’importanza della storia per la vita. Da noi già nel 1938 Giuseppe Bottai aveva scritto che quando una nazione entra in guerra, deve farlo anche con tutte le sue energie morali, e queste energie sono date anche dal suo patrimonio culturale. Un popolo che non sa difenderlo non può pensare di vincere una guerra, e in ogni caso rischia di non avere risorse reali per affrontare il dopoguerra. Un ministro fascista, ma di rimpianta grandezza. Che ha legato il suo nome a leggi di tutela (1089 e 1497 del 1939) invidiate da mezzo mondo, e oggi bestemmiate da una classe politico-imprenditoriale tanto arrogante quanto ignorante, e fondamentalmente irresponsabile. D’altra parte il coraggio, se uno non ce l’ha, non se lo può dare, e il don (Ab)Bondi dei nostri tristi giorni di questa classe è paradigma esemplare. Il paragone con Bottai è improponibile, ma rende l’idea. Neanche dopo essere stato umiliato dal suo collega Tremonti (“con la cultura non si mangia”, altro bel paradigma dello Zeitgeist italiota di oggi), ha avuto l’orgoglio di un soprassalto di dignità. Se davvero Bondi ha a cuore la cultura patria, non può rimanere un minuto di più in un governo che ha cominciato a calpestarla dal giorno dell’insediamento. E che, soprattutto, quando parla di cultura non sa di cosa parla."

poeti

la fresca creatura a destra legge, sulla metropolitana 3, Donne, di Charles Bukowski. non l'ho letto, ma ogni volta che vedo il nome bukowski mi viene in mente una pagina del suo diario degli ultimi anni:

" Che cosa fanno gli scrittori quando non scrivono? Personalmente, io vado alle corse. Oppure, i primi tempi, morivo di fame o facevo lavori di merda.
Ormai sto alla larga dagli scrittori, o da chi si definisce tale. Ma dal 1970 fino al 1975 circa, quando decisi di starmene fermo in un posto a scrivere o morire, venivano a trovarmi molti scrittori, tutti poeti. POETI. Così scoprii una cosa curiosa: apparentemente nessuno  di loro aveva mezzi di sostentamento. Se pubblicavano libri, non si vendevano. E se tenevano letture di poesie ci andavano in pochi, altri poeti, diciamo fra i quattro e i quattordici. Però vivevano tutti in case piuttosto belle e sembrava avessero un sacco di tempo da passare seduti sul mio divano a bere la mia birra. In città avevo fama di essere lo scatenato, di fare feste in cui succedevano cose innominabili con donne folli che ballavano e rompevano oggetti, oppure che buttavo la gente fuori di casa o che arrivava la polizia o eccetera eccetera. Era quasi tutto vero. Però per trovare i soldi per l'affitto e per l'alcol dovevo anche buttar giù qualche parola per il mio editore o per le riviste, e questo significa scrivere della prosa. Invece quei... poeti... scrivevano soltanto poesia... a me sembrava roba inconsistente e pretenziosa... ma loro tiravano avanti così, si vestivano in modo abbastanza elegante, in apparenza erano ben nutriti e tutti si concedevano quelle lunghe sedute sul mio divano e un sacco di tempo per parlare, della loro poesia e di se stessi. [...] Allora nella mia mente cominciò a farsi strada l'idea che dovevo sbarazzarmi di quegli insulsi vitelloni. E poco alla volta, uno a uno, scoprii il loro segreto. Quasi sempre dietro le quinte, ben nascosta, c'era la MADRE. Erano le madri a farsi carico di quei geni, a pagare l'affitto, la spesa e i vestiti".

Charles Bukowski, Il capitano è fuori a pranzo, Feltrinelli, Milano 2000 

occupazioni

Formica gigante del Borneo
oggi devo occuparmi di pablo (echaurren):

"...prima di scegliere l’arte come professione, Pablo ha seguito altre piste. Legge gli autori della beat generation, si fa crescere i capelli, corre in motocicletta e trascura gli studi, andando appena può al Piper Club, tempio della musica rock e pop. Impara a suonare il basso, acquistando coi risparmi prima un Hofner e poi un Fender e, con un gruppo di amici, forma un complessino dal nome vagamente acidulo, Lemons never forget, che si esibisce d’estate in qualche albergo o ristorante sulla spiaggia. Questa fase si conclude quando comincia a frequentare la casa di Gianfranco Baruchello, artista che pratica una pittura di pensiero e poesia, fatta di minuscole mappe dell’inconscio. Pablo ne è stimolato e improvvisamente decide di appendere il basso al chiodo per fare il pittore."

e dell'Adorazione dei magi di bonifacio de' pitati, detto bonifacio veronese:

"Va notata la solenne impaginazione spaziale, che squaderna allo sguardo dello spettatore un vasto paesaggio articolato intorno alla complessa ma inconclusa scatola architettonica in cui è collocata la Madonna con il Bambino, figura stranamente esile e piccola a confronto dei grandissimi magi. Proprio la disparità di alcune proporzioni, le soluzioni esageratamente manierate dei gesti, la fragilità complessiva della composizione confermano, accanto all’idea formulata dal maestro, il ruolo protagonistico di altre personalità."

e di john (whitmore):

"La necessità di cambiamento nella pratica degli affari non è mai stata così importante come oggi. Negli ultimi anni l’idea che la cultura tradizionale delle aziende debba cambiare ha iniziato ad essere sempre più accettata a livello teorico; di recente, però, al concetto di cambiamento si è aggiunta la chiosa “se si vuole sopravvivere”.   

e del venice forum sugli investimenti a lungo termine:
" Ladies and gentlemen, we are going to have two very dense and interesting days of discussion. We move from a very firm conviction; that the issue of long-term investments is crucial for the future of the world economy and for the future of human wealth and civilization. A long-term policy vision necessarily involves a policy of strategic, public, private and public-private investments in infrastructures, energy, science, technology, human and social capital".

non ho molto tempo per partecipare al dibattito che ferve su facebook e altri luoghi relativamente al programma "vieni via con me".

lunedì 22 novembre 2010

de senectute

in attesa del tram numero 14

sul tram numero 5
intrepide pornoladies sui mezzi pubblici milanesi e in loro attesa, nonostante piova e vento: la sfacciata sul tram non si è peritata nemmeno di ricoprire (magari con la carta da regalo nella quale i suoi nipoti avevano avvolto una scatola di cioccolatini a lei destinata) la copertina di Giobbe Covatta, Sesso fai da te, con grave scandalo degli altri passeggeri; l'impudente in attesa, peggio di peggio, non si schioda da una copia di Stiletto di Harold Robbins ("suspense, erotismo e denaro nel mondo della mafia americana"): come darle torto?

domenica 21 novembre 2010

un libro a milano

dal 26 al 28 novembre avrà luogo a milano l'edizione 2010 del salone della piccola e media editoria indipendente. il tema di quest'anno è l'ecologia, con particolare attenzione all'acqua; il paese ospite è la slovacchia (non so se le cose siano collegate e se la slovacchia sia un luogo particolarmente ecologico). apprendo che quest'anno, oltre a quello dedicato ai libri, ci sarà uno spazio dedicato a pittura, scultura, fotografia. due cose mi auguro:

1. che quest'anno, rispetto allo scorso, l'allestimento sia più invitante e le luci meno funeree, in modo che la gente, invece di essere colta dal desiderio di fuggire a gambe levate, si senta invogliata a rimanere;

2. che per l'edizione del 2011 gli organizzatori cambino copywriter (dal sito: ... "E in più uno spazio dedicato alla pittura, fotografia, grafica e scultura. La mescolanza e la ricchezza delle opere sarà fonte di scambi creativi nelle diverse arti nonché ricchezza, fascino e opportunità per tutti i visitatori.") e strategie – nella sezione "perché visitare 'un libro a milano'" si legge, come prima motivazione, quella che segue: "Oltre 100 espositori provenienti da tutta Italia in 2000 mq di spazio espositivo nella cornice culturalmente più trend di Milano, Superstudio Più in Zona Tortona, nel quartiere della moda e del design di Milano."
ecologica o meno, l'unica acqua che si possa bere.
per quello che mi riguarda, se i contenuti sono degni di interesse, mi accontento anche di una cornice leggermente meno trend.

fino al 28 novembre

macchina per scrivere + santino di alda merini: si può vedere visitando la mostra su alda a cura del suo fotografo ufficiale, giuliano grittini, allo spazio oberdan fino al 28 novembre. con l'alda, si evince da una visita alla mostra, si sono fatti fotografare un po' tutti: forse però preferisco la coppia merini-malgioglio, con cristiano intimorito e adorante, a quei duetti pivano-de andré – indiscutibile il merito di fernanda, ma direi che abbiamo avuto abbastanza delle canzonacce rivendicative o patetiche, sempre piuttosto lagnose, di questo sopravvalutato cantore della giustizia sociale.

shakespeare for breakfast

mentre aspetto che i fiocchi d'avena si cuociano esamino pigramente la scatola e vedo che i quaker sono prodotti a fife, in scozia, luogo da cui proviene, mi ricordo in quell'attimo, macduff, uno dei thanes (nobili) del macbeth di shakespeare. allora vado a riprendermi il testo e, siccome è una giornata piovosa e cupa, comincio proprio dall'inizio:

PRIMA SCENA       Una radura. Tuoni e lampi.

Entrano tre streghe.

PRIMA STREGA  
Quando ci ritroveremo
Noi tre
In tuono lampo e pioggia?
SECONDA STREGA
Quando la barabuffa sarà finita
E la battaglia vinta e perduta.
TERZA STREGA
Sarà prima del calasole.
PRIMA STREGA
Dove il luogo?
SECONDA STREGA
Sulla landa.
TERZA STREGA
Là, incontro a Macbeth!
PRIMA STREGA
Eccomi, Grisobiso.
SECONDA STREGA
Chiama, la bòdda.
TERZA STREGA
Alé!
TUTTE
Bello è il brutto, il brutto è bello.
Via! Starnazzando per nebbie e miasmi.

Escono.
 ...

Macduff, il thane di Fife, ha appena trovato morto il re Duncan:

MACDUFF
Svegliatevi! Svegliatevi! Suonate la campana a martello. Assassinio e tradimento! Banquo e Donalbain! Malcolm! Svegliatevi! Scuotetevi da questo vostro sonno di bambagia, contraffazione della morte; e guardatela in faccia, la morte in persona! Su su a veder l'immagine del Giudizio finale. Malcolm, Banquo! Sorgete come fantasmi dai loro sepolcri e avanzate come ombre per intonarvi a questo orrore! Suonate a doppio la campana!

William Shakespeare, Macbeth, traduzione di Cesare Vico Lodovici, Einaudi, 1964.

dopo una colazione tanto succulenta è l'ora di uscire e, con il cuore ancora sanguinante per l'assenza – ormai da giugno, ormai definitiva – del mio amato tram numero due, mi reco alla metropolitana numero tre, sulla quale, appena salita, noto una ragazza sapientemente disheveled, con unghie decorate in una splendida nuance di verde, che legge proprio un Macbeth da passeggio, nella comoda edizione oscar classici, e tanto basta per confermarmi l'armonia segreta delle cose.

giovedì 18 novembre 2010

no gelmini day a milano, 17 novembre 2010_# 4

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no gelmini day a milano, 17 novembre 2010_# 3

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no gelmini day a milano, 17 novembre 2010_# 2

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no gelmini day a milano, 17 novembre 2010_# 1

copyright adolescentina
pubblico di seguito una serie di immagini dalla manifestazione di questa mattina. non che io sponsorizzi certi facinorosi, però dietro l'obiettivo c'era un buon occhio per i dettagli. darei la palma alla foto in questo post: confezione famiglia di uova presumibilmente appena lanciate e altro bianco nelle porzioni di pantaloni.

domenica 14 novembre 2010

i governi del fare (poi, però, si disfano)

"Prima di giungere a questo posto, da ogni parte ci chiedevano un programma. Non sono, ahimé! i programmi che difettano in Italia: sibbene gli uomini e la volontà di applicare i programmi. Tutti i problemi della vita italiana, tutti, dico, sono già stati risolti sulla carta: ma è mancata la volontà di tradurli nei fatti. Il Governo rappresenta, oggi, questa ferma e decisa volontà."
Benito Mussolini, presentazione del primo governo fascista alla Camera dei Deputati, 16 novembre 1922. ottantotto anni fa martedì prossimo.

sabato 13 novembre 2010

the benny hinn show

quelli appena trascorsi sono stati giorni strani, di poco sonno, di levatacce nel corso delle quali ho sorbito il mio caffè dell'alba davanti alla televisione, stufa marcia di leggere per professione. e poco c'è mancato che, in preda a un forte obnubilamento dovuto alla stanchezza, io mi convertissi a una religione dalle manifestazioni assai accattivanti, che si sono palesate davanti ai miei occhi cisposi nel corso di alcune sedute televisive di una quindicina di minuti ciascuna nelle scorse mattine. mi hanno confortata, nei momenti appena descritti, la mia mug piena di nescafè (a me quello equo e solidale, per quanto corretto, mi fa vomitare, ché lo trovo amaro) e chuck, l'impagabile fundraiser, eccentrico pastore e favoloso entertainer della televisione di cristo in italia, per la precisione a marnate, varese (TBNE – Trinity Broadcasting Network),  nella quale mi sono imbattuta durante lo zapping dell'aurora e che ha prontamente soppiantato nei miei gusti l'ormai incolore mtv. chuck (dal 2007 orfano di nora, con la quale formava una sorta di coppia alla sandra e raimondo, però in salsa pentecostale, però buoni e felici) ci illustra le virtù del signore, ci informa che lo stesso vuole che noi contribuiamo al sostentamento della TBNE e che, se lo faremo, guadagneremo la sua benedizione. il tutto viene ribadito, con modalità assai pop, da una serie di energumeni ed energumene perlopiù sovrappeso, che intrattengono folle di individui in lacrime, sconvolti mentre vengono toccati attraverso il canto (degli energumeni sopracitati) dalla grazia divina. e mentre sorbivo, ipnotizzata, il nescafè chuck ha dato il benvenuto a benny, il famosissimo pastore benny hinn, il quale si è accomodato su una poltrona neobarocca annunciando che voleva parlare di quello che stava accadendo nel corpo di cristo. avrei tanto voluto saperlo, ma il caffè era finito e io dovevo finire un lavoro per poi presentarlo in casa editrice, e quel pensiero del corpo di cristo mi ha perseguitata per tutta la durata della doccia. halleluiah.

cose (belle) da fare a milano il 15 novembre

desidero segnalare la presentazione di un'iniziativa dell'ottimo giulio mozzi, con la sua bottega di narrazione, che si terrà presso lo spazio melampo, a milano, e per non ripetere pedissequamente rimando all'ottimo sito vibrisse del già menzionato ottimo giulio mozzi.

you made my day

uno dei motivi per i quali in questi giorni chi scrive scrive poco è la feroce depressione che l'ha colta dopo essersi sentita dire che i biglietti per il WWE RAW world tour 2010, unica data italiana 13 novembre al forum di assago, erano esauriti. epperò, mentre vagavo mogia per via vitruvio, dopo una passeggiata a scopo igienico —dopo tutte le parole che ho letto in queste settimane per lavoro –, di fronte a me, proprio come una visione di riscatto dopo tutta l'infelicità che avevo patito, si para lui, mark henry detto the sexual chocolate, l'uomo che stasera combatterà in compagnia di john cena, di triple h, di randy orton, e allora io gli ho detto "do you mind, mr. henry", e lui mi si è concesso per l'istante che ci è voluto a fotografarlo, disponibile ma truce, carico di sacchetti di merci acquistate nella nostra bella città, vagamente sdegnoso, bello, alto, bene in carne come un uomo deve essere, e lì mi sono detta che no, non lo avrei visto sul palco stasera, ma certo nessuno lo avrebbe avuto a pochi centimetri da sé come è accaduto a me.

martedì 9 novembre 2010

a parziale rettifica

del post dell'8 novembre, do conto di quanto il candidato stephen boeri pubblicava proprio l'8 novembre sulla sua pagina facebook, con una virata decisamente nordeuropea, qui. e dov'è la candidata sindachessa, alla quale stefano sta facendo da supplente?

lunedì 8 novembre 2010

cose da ragazze_candidati sindaci a milano

mentre vedo, leggo, sento che i candidati sindaci dell'opposizione a milano accolgono e cavalcano l'immenso desiderio di bicicletta e piste ciclabili dei loro concittadini (che, sarò un'insensibile, ma mi lascia un po' freddina), non ho sentito nessuno, dico nessuno, parlare dell'istituzione di servizi seri per facilitare il rientro di ragazze giovani giovani che volessero uscire e non rischiare l'accoltellamento, il furto, la violenza se per caso dovessero far tardi e non disponessero di genitori con suv. un bel tram, un bell'autobus, diffusi per la città ed efficienti davvero.

sabato 6 novembre 2010

giovanilismi_stefano boeri

in corso garibaldi, da qualche giorno, è tutto un fiorire di iniziative volte a presentare alla cittadinanza il candidato sindaco stefano boeri, compreso, oggi, un aperitivo a base di salumi succeduto a un caldo invito a votare alle primarie rivolto ai cittadini convenuti da un similstefanoboeri, ché il candidato vero non si sa dove fosse. chi scrive non mangia maiale e non beve a stomaco vuoto, pertanto ha ricavato, da quel piccolo assembramento, un bel depliantino da leggere in metropolitana, unito a un bel volantino (però il 5 novembre era ieri, forse il militante che distribuiva non se ne è reso conto) che invitava il 5 novembre alla palazzina liberty, si pensi un po', a un "laboratorio di democrazia deliberativa" dove si sarebbero scelte delle "proposte concrete" che nell'arco di cinque anni avrebbero trasformato milano in una città "young friendly". e perché, scusa, stefano? e quelli della tua età? comunque, il claim della campagna mi è piaciuto: "cambiamo città. restiamo a milano". sì, restiamo a milano, e vediamo cosa combina boeri il quale, oltre a essere cosmeticamente corretto (anche se avrei evitato la camicia viola), ha il grande merito di essere figlio di cini boeri, l'architetto che ha progettato la libreria della foto, collocata tra un piano e l'altro di un appartamento milanese.

due considerazioni su ruby

in questi giorni si fa un gran dibattere di ruby. alte grida e lamenti si levano per la condotta immorale di questa neomaggiorenne fanciulla, per la condotta immorale del presidente del consiglio dei ministri della repubblica italiana, che la congeda dalla sua abitazione dopo averle riempito le tasche di denari. desidero sottolineare che sarebbe sempre il caso di esaminare le questioni da più punti di vista, stante che:

1. cultura alta: il titolo della pagina facebook di questa ragazza-gemma ("ruby rubacuori") è assai piacevole all'udito. questo ci dice che, oltre all'uso disinvolto di più quarti del suo corpo, ruby fa un uso sapiente dell'allitterazione.

2. cultura pop: possibile che nessuno dei paludati partecipanti ai dibattiti televisivi e su carta, nei quali il marocco, in questi giorni, batte avetrana di lunga misura, si sia accorto che il nome d'arte di karima contiene un riferimento a una delle canzoni più belle del pop di tutti i tempi, pertinente – oltre che dal punto di vista del titolo – anche dal punto di vista del testo?