sabato 31 marzo 2012

la sfera d’oro: scrivere secondo

sette scrittori, sette modi di scrivere o di farsene venire la voglia, per sette lunedì.
la sfera d’oro cui si fa riferimento è quella con la quale giocherellava georges simenon alla ricerca dell’ispirazione. la prima sfera comparirà lunedì 2 aprile, con i dieci trucchi per inventare di giulio mozzi. tutte le altre sono brevissimi frammenti, ciascuno con un punto di vista diverso. ispiriamoci.

giovedì 29 marzo 2012

si dia un'occhiata, per favore,

alle immagini del ragazzo canadese joel robison sui libri. grazie a michael lieberman di bookpatrol.

lettori avventurosi

MM3, stazione repubblica: John Meade Falkner, Moonfleet, Penguin, 1994
tram numero 33, Jonathan Hickman, Pax Romana, Image Comics, 2009

florilegio mattutino

° La libreria è al cuore dei valori culturali condivisi dai francesi.

° Toccata e fuga di una libreria a Mondadori a Napoli.

° Kindle Touch.

° Di vecchi e nuovi musei a Milano.

° Luoghi per la letteratura. Mordecai Richler e Montreal, per angloleggenti.

° Sulla dispersione della concentrazione. Leggere su internet, dal blog di Mario Rizzi.

° La storia di Madre e i gatti-tigre dal blog di Matteo Grimaldi.

mercoledì 28 marzo 2012

no tav, sì calci nel sedere fino al tavolo da studio

esprimerò un pensiero qualunquista: i frusti militanti di qualunque cosa, questi tizi che proclamano come se si fossero drogati che "contestare è un diritto" e occupano la sala alessi a palazzo marino per impedire a giancarlo caselli di parlare, sono stati trattati sin troppo bene da coloro i quali hanno dovuto impegnare il loro tempo a cacciarli da dove erano venuti. allo studio e al lavoro forzato, devono andare.

i mercoledì del piacere: elio carmi

qual è l’idea di piacere durante le pause dall’attività produttiva per chi lavora in ambito creativo? ecco quella di elio carmi.

Quando posso dedi/Carmi alle mie cose, è causa di forza maggiore che mi ritrovi con me stesso. Ed è in questi momenti che riscopro, ogni volta, il piacere del fare. Fare (spesso) sbagliando per poi cercare (se possibile) come rimediare. Il piacere è in qualche modo nel ri-mediare; nell’appli/Carmi per comprendere un infinitesimo in più di ciò che credevo di sapere. Il Sapere consente di fare, ma è il fare che consente di sbagliare e quindi di ricer/Carmi nella scoperta. Nulla di nuovo, ma per me ogni volta è in qualche modo un nuovo tempo dedicato al piacere del fare, quello che viene a provo/Carmi in un piacere che lascia sempre spazio al Nuovo. L’altro piacere, che di fatto si materializza fisiologicamente, è la pigrizia che si insinua nel tempo tra il fare e il rifare. Una sospensione sabbatica, qualcosa che sta nel giudi/Carmi. Quello in cui il “Non” chiede di essere rispettato, e il “Non” si prende i suoi tempi, non per purifi/Carmi, ma piuttosto per stuzzi/Carmi.

chi è
Elio Carmi, designer branding-dipendente. Sono del ’952, pesante in tutti i sensi, meticcio nel cuore e nell’anima. Sempre in cerca di maestri a cui chiedere risposte, che mi danno solo domande, ma intanto ci faccio due chiacchiere. Radicato nel Monferrato almeno dal 1500 d.C.

(Bio scritta dall’autore per l’occasione. Chi scrive desidera aggiungere che Elio ha scritto uno strepitoso Branding. Una visione Design Oriented; che è il vicepresidente della Comunità ebraica di Casale Monferrato; che ha curato Centolumi per Casale Monferrato, un libro edito da Skira che presenta il Museo dei Lumi di Casale e le sue 115 chanukkiot, lampade a otto bracci la cui accensione avviene una volta all’anno nel corso della festa ebraica delle Luci che si svolge all’inizio dell’inverno, ciascuna realizzata da un artista diverso; che insegna alla facoltà di Design del Politecnico di Milano).

martedì 27 marzo 2012

quando il designer si nasconde: asta benefica da sotheby's, milano

Maria Mulas, L'imperatore e l'artista, 1978
Domani 28 marzo e giovedì 29, presso la sede di Sotheby’s a Palazzo Broggi, Milano, si terrà per il nono anno consecutivo l’esposizione annuale, seguita da un’asta benefica, a favore dell’ADISCO, l’Associazione Donatrici Italiane Sangue del Cordone Ombelicale. Le informazioni dettagliate e il catalogo completo delle opere messe a disposizione da artisti, designer e stilisti si trovano qui. Tra gli artisti troviamo Maria Mulas, che espone un esemplare dell’Imperatore e l’artista, 1978, Roberto Coda Zabetta, con Albino, 2010, Maria Pia Giarré con uno splendido ritratto in bianco e nero di Robert De Niro sullo sfondo di New York, 1984. Nella sezione designer espongono Barnaba Fornasetti con un portaombrelli tautologico (decorato con manici di ombrelli), 2011, e Raffaella Valsecchi con l’opera più essenziale e più evocativa. 
 
Raffaella Valsecchi
Coppia di vasi Facciamo finta che io ero di ceramica e tu, guardandomi, temevi che fossi fragile, 2012
silicone acetico, circa 22 x 12 x 12 cm
courtesy l’artista
Quello che si compra è in realtà un titolo meraviglioso, un’illusione barocca –  Facciamo finta che io ero di ceramica e tu, guardandomi, temevi che fossi fragile, ci invita a giocare la coppia di vasi panciuti: ci avviciniamo e scopriamo con la stessa meraviglia che ci coglie davanti a un’architettura dipinta seicentesca che gli oggetti così precisamente delineati sono in realtà di silicone, uno dei materiali più amati da questa schiva designer milanese. La quale conduce, celata dietro un understatement che le viene dall’essere inglese per parte di madre e dalla sua stessa natura, una appassionata ricerca sugli oggetti, sui materiali e sulle parole, sempre tenendo in mente che nulla è come appare (Facciamo finta che è un ciclo di opere), e che certi termini contengono in sé il proprio contrario. 
Sarebbe ora che Valsecchi organizzasse una mostra personale a illustrazione del suo percorso, per ora semisegreto e che reclama tuttavia di divenire pubblico e di esporsi all’attenzione di chi vuole riflettere, molto, di chi ama le forme dense di significato, molto, di chi ama i libri, come Raffaella, moltissimo.

Raffaella Valsecchi è nata a Milano e in questa città vive e opera. Il suo studio ha sede in una cabina armadio, nella sua stessa abitazione: un microlaboratorio già in sé una preziosa galleria d’arte. Ha curato l’immagine grafica della mostra e del relativo catalogo “Napoleone e l’impero della moda”, alla Triennale di Milano, nel 2010; è cliente assidua di Leroy Merlin, che preferisce a Tiffany e dove acquista quantità inenarrabili di silicone per i suoi manufatti; fa arte, progetta, scrive e divora libri perché non ne può fare a meno. Non ha un cane ma talvolta indossa un cappotto di leopardo. raffaella.valsecchi@fastwebnet.it

sabato 24 marzo 2012

santi, poeti, navigatori: lettori no

opera di paola pivi (non conosco il titolo ma mi pareva pertinente). courtesy la stampa.it
così i lettori italiani nell'articolo di stefano salis sulla presentazione della ricerca nielsen a riguardo dello stato della lettura in italia.

venerdì 23 marzo 2012

il romanzo di facebook_priorità


Signor Sindaco, abbiamo bisogno di un'area per poter praticare il cricket a Milano. Siamo in attesa di un riscontro da parte dell'amministrazione.
· · 20 ore fa ·

    • Giuliano Pisapia Sindaco X Milano Ciao,
      vi avevamo risposto anche su Twitter. Nel frattempo abbiamo anche sentito lo staff dell'ass. Bisconti che si è reso disponibile ad un confronto più approfondito scrivendo a assessore.bisconti@comune.milano.it

      Grazie
      19 ore fa ·
    • Coordinamento Cricket Uisp Grazie, proveremo a contattare nuovamente l'Assessore. Saluti

sopra la panca la libreria campa

Ricevo, e molto volentieri pubblico, la segnalazione di un'iniziativa della libreria Largo Mahler di Milano in occasione della sesta giornata mondiale della lentezza, che cadrà lunedì 26 marzo. Segnalo anche che questa libreria sta vivendo un momento di grande difficoltà, come si può leggere qui e vedere qui.

Grazie al collega Gian Vittorio Randaccio del blog Vite da libri per avermi passato l'informazione.

mercoledì 21 marzo 2012

i mercoledì del piacere: matteo b. bianchi

courtesy prontialpeggio.vitaminic.it
 qual è l’idea di piacere durante le pause dall’attività produttiva per chi lavora in ambito creativo? ecco quella di matteo. b. bianchi.
 
"Da qualche tempo a questa parte, un mio piccolo piacere intellettuale è legato a un particolare negozio, un punto vendita della catena “Il libraccio”, situato sui Navigli, in Ripa di Porta Ticinese, a Milano. La caratteristica del negozio è di vendere tutti i libri a 2 euro. I volumi sono esposti in due sale: la più interna ospita testi di saggistica divisi in sezioni approssimative (politica, religione, cucina...). La sala principale, quella che si affaccia sulla strada, è dedicata alla narrativa e qui non c’è alcun ordine. I volumi riempiono ogni scaffale e talvolta sono impilati anche a terra. Il cliente è dunque costretto ogni volta a leggere pazientemente tutti i dorsi delle copertine per trovare ciò che possa interessargli, operazione che richiede almeno mezz’ora. Il ricambio dei testi è continuo ed è difficile capire il criterio col quale giungano in questo hard-discount culturale: a me è capitato di trovarci libri esauriti da trent’anni e romanzi Einaudi usciti tre mesi prima. Ma il vero piacere sta nell’acquisto privo di alcun rimorso: per quel prezzo io mi sento autorizzato a comprare di tutto. Uscire dal negozio con una borsa carica di libri avendo speso l’equivalente di un singolo volume in ogni altra libreria, mi riempie di un’ebbrezza inesprimibile. Come le pubblicità che mostrano modelle in dieta concedersi biscotti al cioccolato leggeri e senza zucchero: ecco, questo il mio piacere senza il peccato (veniale). E poi, trovare a soli 2 euro Cigno nero, primo e unico romanzo firmato Naomi Campell, flop mondiale mai più ristampato, e poterlo sfoggiare con orgoglio nella propria libreria, è davvero impagabile.”
chi è
"Matteo è nato nel 1966 in provincia di Milano, nel famoso hinterland. Da sempre appassionato di musica e libri, una volta capito che non avrebbe mai potuto fare il cantante a causa della sua voce troppo stridula, decide di concentrarsi sulla scrittura" (tratto da www.matteobb.com). ha scritto: Generations of love (1999), Fermati tanto così (2002) ed Esperimenti di felicità provvisoria (2006), tutti per Baldini Castoldi Dalai editore; Mi ricordo (Fernandel, 2004), Tu Cher dalle stelle (Playground, 2006), Apocalisse a domicilio (Marsilio, 2010). dirige on line la sua rivista di narrativa 'tina.

lunedì 19 marzo 2012

cosedalibri su vibrisse: i dieci interventi più frequenti nel lavoro di editing

oggi vibrisse di giulio mozzi ospita un decalogo di anna albano sul lavoro di editing, qui.

nel caso foste innamorati,

The way you look tonight nella magnifica versione di rod stewart, che mi ha fatto conoscere un caro amico.

il romanzo di facebook_signore emotive

la signora a.m. in un suo pensiero:

Penso agli sconfitti, all’angoscia delle persone che hanno un mutuo d pagare e non ce la fanno rischiando di perdere tutto. Penso alle donne abbandonate con figli da crescere, penso a chi ha un lavoro precario e non può sperare nel futuro. Penso a chi s’arricchisce approfittando della debolezza degli altri. Penso a chi è detenuto ingiustamente e non avrà giustizia e mi domando se serve più cultura o umanità. Probabilmente entrambe. Se devo scegliere preferisco l’Umanità.

florilegio mattutino

° milano, mostra del libro antico anticrisi.

° neopremi: primaveradellapoesia.

° lo scultore marco lodola: tutti sul ticino.

° master sull'immagine contemporanea alla fondazione fotografia di modena.

° italiane al louvre.

° tagli su philip roth.

° dagli alla lesbica. quelle due ragazze non possono tornare in israele.

domenica 18 marzo 2012

il romanzo di facebook_signori emotivi


preso da facebook così com’era: il signor m.c. ci illustra il motivo della sua commozione
dopo l'annuncio di giuliano pisapia relativo all'istituzione di un giardinetto per fausto e iaio:

Grazie sig sindaco,da parte di uno che era al Leoncavallo in quegli anni,e l'aveva aiutato a crescere e farsi conoscere con un questionario di Informazione sulla droga (ovvero le cause del disagio giovanile),al Festival del parco Lambro del 76-Si deve ricordare anche che furono uccisi mentre stavano andando al Leoncavallo,quella sera.Fu chiaro subito che erano stati uccisi da fascisti - e non da mafia e spacciatori come per anni alcuni-tanti media hanno pompato.Intanto i nomi dei mandanti istituzionali,sono evaporati...come tante altre stragi.Ma non dimenticare significa tenere accesa la speranza della verità,un giorno,aprire gli armadi degli scheletri che ancora esistono,gli archivi ecc.

“trovar sodisfazione e diletto”: i mercoledì del piacere


qual è l’idea di piacere durante le pause dall’attività produttiva per chi lavora in ambito creativo? cosedalibri l’ha chiesto a dieci* personaggi che a vario titolo si occupano di parole. per dieci mercoledì pubblicheremo le loro risposte: aprirà la serie il 21 marzo matteo b. bianchi.

* i piaceri non devono rimanere necessariamente dieci. i contributi di altri amici sono più che benvenuti.

Del perché bisognerebbe forse trasferirsi in inghilterra (su libri, librai e una nuova rubrica genovese)

In totale spregio della legge sul copyright, ma indicandone la fonte, riporto qui di seguito la prima uscita della rubrica Preferisco leggere, tenuta dall'agente letterario Stefano Tettamanti sul "Secolo XIX"* (16 marzo 2012, sezione cultura, p. 34).

 
Il dottor Jekyll e Mr. Heidegger
Milano, febbraio 2012. Il giovanotto si avvicina al punto informazione al quarto piano della grande, enorme, sterminata, inquietante libreria del centro. Il giovane tira fuori di tasca un foglietto stropicciato e domanda: “Avete Il dottor Jekyll e Mr. Heidegger di Stevenson?”. Sul volto del commesso, dietro il computer, non si muove un muscolo. Impassibile, faccia da poker, mitraglia sulla tastiera poche esperte battute. Qualche secondo di attesa e arriva la sentenza: “Di Stevenson abbiamo solo Il dottor Jekyll e Mr. Hyde, va bene lo stesso?”. Il giovanotto, dopo alcuni momenti di sgomento, decide che può farselo andare bene lo stesso. Il dottor Jekyll, il signor Hyde, il professor Heidegger e Robert Louis Stevenson di danno un cinque, euforici.
Approfittare di una scenetta di ordinaria e divertente ignoranza per trarne segnali di decadenza inesorabile e rimpiangere chissà quali bei tempi andati sarebbe ingiusto. Gli stupidari da libreria di ogni tempo traboccano di perle irresistibili e nessuno può sensatamente avere nostalgia dei “librai di una volta”, quelli che leggevano tutti i libri, conoscevano a memoria i cataloghi di tutti gli editori, consigliavano il libro giusto al cliente giusto e spesso lo molestavano con la loro invadente presupponenza. Le librerie nostrane di oggi, sommerse dallo tsunami di di 61mila titoli nuovi ogni 365 giorni (fanno più di 167 al dì), prodotti da 3000 case editrici, sotto l’incubo di babau immateriali ma potentissimi come Google e Amazon e i loro diabolici algoritmi capaci di interpretare e prevedere i gusti di ognuno, destabilizzate dal fascino discreto ma insinuante degli ebook, strapazzate da leggi su sconti e campagne promozionali che premiano grande distribuzione e vendite online, appiattite sulle politiche commerciali imposte dalle case editrici e, soprattutto, fiaccate dalla cocciuta resistenza degli italiani a leggere alcunché, vivono anni di disorientamento. Di crisi di identità profonda. La loro fatica e le loro paure meritano rispetto e comprensione e non prese in giro a buon mercato. Ma forse anche qualche riflessione. Come quelle che James Daunt, libraio londinese – la Daunt Books di Marylebone High Street è una libreria che ti apre il cuore e ti persuade che le librerie fisiche abbiano un futuro luminoso davanti a sé – ha espresso poche settimane fa a margine del seminario di perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri di Venezia. “La chiave di volta per il successo di ogni libreria, indipendente o di catena, è uno staff credibile, autorevole, disponibile”, ha detto. “Chi lavora da noi alla Daunt Books è un professionista competente, colto e ben retribuito. In troppe librerie invece i commessi si limitano a controllare sul computer se il libro richiesto è in negozio e non sono in grado di instaurare un rapporto diretto, empatico, con il cliente”. E magari non distinguono Mr. Hyde da Herr Heidegger.

Qualche tempo fa, per una rubrica sulla rivista di settore "Bookshop", scrissi – qui e qui – di Nic Bottomley, un libraio di Bath che esprimeva criteri simili a quelli di James Daunt per la conduzione della propria libreria. Dio salvi la regina.

* Scusate, o voi del "Secolo XIX", per questa selvaggia ma necessaria  knowledge dissemination.

come rendere kasher una cucina in occasione di pesach

certo che rabbi yaakov m. eisenbach, con tutta quell'acqua bollente, è davvero spericolato.

sabato 17 marzo 2012

parlare di scrivere e di comunicare e parlare di twitter

lo fa anche michele serra, qui. con un'eleganza ben superiore a quella di chi scrive, perché nel suo articolo non v'ha traccia di riferimento a maleolenti sferette ovine.

ho visto le migliori menti della tua generazione

 
luca gibillini è un nostro consigliere comunale eletto a milano per sinistra, ecologia e libertà. circa trentacinque anni. ha ricevuto un’educazione precaria, e purtuttavia non ha mai pensato di andare a zappare la terra. poi giuliano lo ha candidato nel suo think tank. dal profilo facebook “luca gibillini x milano”, che chi scrive è andata a consultare dopo un’indimenticabile performance dello statista sulla rete milanow. non so se ammirare più la prosa o la ricchezza delle idee.
11 marzo 2012 
alfano ho paura
#Alfano ho paura che non abbia ragione, quando il cs sarà al governo non avremo i matrimoni gay. Ma io ci spero.
8 marzo 2012
bastava una conferenzina
Expo 2015 deve essere soprattutto l'occasione per parlare di alimentazione e diritto al cibo. Il resto viene dopo
1° marzo 2012
aiutare a andare avanti (con le trombette)
Davanti a palazzo marino duecento persone con le trombette che chiedono di aiutare a andare avanti il mercatino di bonola. #Milano
1° marzo 2012
strade morte
Uno dei problemi in assoluto a Milano è il tema degli spazi, sia chiusi ma anche aperti: con queste nuove regole vogliamo dare più aree per la cultura, dare lavoro e rivitalizzare le strade della città che ultimamente sono più morte [a proposito del suolo pubblico gratuito per gli artisti di strada, che a Milano, salvo qualche rarissima eccezione, sono patetici faraoni con la tuta di lamè e un accenno di pancetta, orribili copie di gentiluomini con tricorno e la faccia ricoperta malamente di biacca, strimpellatori stonati]
29 febbraio 2012
sincretismi compulsivi
Rossella libera subito #RossellaUrru #FreeRossellaUrru e Val di Susa libera. Battaglie di civiltà #notav
27 febbraio 2012
avrà una via
Anna Politovskaja avrà una via a #Milano, passata mozione in consiglio! #Annaviva
24 febbraio 2012
l’esperienza dell’apostrofo
Sposare la gente, soprattutto quella simpatica e bella, è un esperienza meravigliosa!
12 novembre 2011
empiti
Libero, mi sento cittadino libero!
26 ottobre 2011
artisti da strada artisti da strada artisti da strada
in commissione Cultura mi sto occupando, insieme ad altri, di costruire una modifica del regolamento comunale sugli artisti da strada. Mi piacerebbe che alla modifica partecipassero con la loro esperienza gli artisti da strada. Se lo siete o se ne conoscete e vi interessa un impegno per restituire le strade di Milano anche agli artisti da strada, contattatemi.
23 ottobre 2011
a lui piacerebbe
Mi piacerebbe proporre di cambiare il nome di Piazzale Cadorna. Luigi Cadorna era un carnefice, mandò al massacro centinaia di migliaia di italiani al grido “le uniche munizioni che non mi mancano sono gli uomini”. In più fu il generale che portò alla peggior sconfitta del nostro paese: Caporetto. Domani è l'anniversario di Caporetto. Mi piacerebbe che per una piazza così importante possano decidere i cittadini attraverso un concorso di idee. Non penso sia la cosa più urgente oggi, ma penso che discutere su guerra e guerrafondai in un tempo in cui abbiamo bisogno di pace sia importante. È una delle mille proposte e poi: Senza memoria non c'è futuro.
21 settembre 2011
eh, se l’avessi trovato prima, qualche libro
Non trovo il libro che stavo leggendo #colpadeimedia
13 settembre 2011
speranza 
il Consiglio Comunale di Milano ha votato all'unanimità la mozione che approva l’esposizione di uno striscione con l’immagine di Francesco Azzarà, il cooperante di Emergency rapito lo scorso 14 agosto in Darfur, nella speranza che venga liberato al più presto.
11 luglio 2011
cavolo
#consiglio comunale. Partito. Sono scrutatore, cavolo
5 luglio 2011
convinzione
solidarietà convinta ai manifestanti noTAV feriti in Val di Susa.
28 giugno 2011
aldilà
le prigioni in Italia stanno traboccando. Le condizioni umane dei detenuti sono ormai vicine alla tortura, se non oltre. Aldilà delle pene commesse, spesso solo piccole questioni di traffico di droghe leggere o addirittura per il reato di clandestinità bocciati dalla Corte Europea, le condizioni minime di vita decono essere garantite. 180 suicidi l'anno sono una follia. Una ridotta amnistia, mirata, è necessaria.
13 giugno 2011
quel popolo, quel mondo, quelle istanze
Sono commosso. Penso a quando sbarcavo con Stefano Villani a Praga nel 1999, Napoli, Genova 2001, Firenze 2003... tutti gli incontri le manifestazioni per i beni comuni. Oggi mi sembra che quel popolo, quel mondo, quelle istanze si siano levate a maggioranza di un paese orgoglioso, per i beni comuni. Per se stesso.
zucca vuota
 

il romanzo di facebook_signore emotive


preso da facebook così com’era: la signora s.p. ci illustra il motivo del suo dispiacere e della conseguente commozione.
"ti capita di rivedere “i cento passi”, sai che quest'anno non puoi essere al giorno della memoria (delle vittime di mafia – quest'anno genova) di libera. e ti capita di piangere come una vite tagliata ripercorrendo le tappe della vita e della morte di peppino impastato. e ti viene da pensare che nel tuo paese chi si batte contro la mafia sovente perde la vita. e mentre ti asciughi fiumi di lacrime senti che quelle stesse lacrime ti tengono bene in piedi, dritta, consapevole, determinata. hasta la victoria"

don't forget to celebrate saint patrick's day

florilegio mattutino

° il buon vecchio campanini carboni.

° i saggi di montaigne inaugurano la nuova collana bompiani "classici della letteratura europea".

° perfida albione.

° i libri più venduti.

° milano in nero.

° saper ricercare su google.

° libri antichi alla permanente di milano.

venerdì 16 marzo 2012

nostalgia del tram numero due_tigri domestiche e cordicelle rosse

nostalgia perché quelli fotografati sono passeggeri del tram numero uno, che in parte viaggia sull'antica rotta del due ma non è la stessa cosa. e comunque la signora qui sopra con il trench marrone legge, di Yann Martel, Vita di Pi, un libro che a giudicare dalla trama e dalle opinioni dei lettori riportati sul sito di ibs manderebbe chi scrive fuori di senno.

e poi c'era lui, il gentiluomo con i calzoni di velluto e la cordicella rossa per tenere gli occhiali. chi sei, anonimo scrittore? scriveva sul suo taccuino, usando una penna e una matita che teneva fra le mani contemporaneamente (è una cosa che chi scrive fa spesso), fermandosi talora a contemplare il vuoto per rinfocolare l'ispirazione. e siccome dopo averlo immortalato stavo facendo la stessa cosa, e per un istante i nostri sguardi si sono incrociati, ho avuto la fugace sensazione di avere di fronte a me un'anima gemella.

florilegio mattutino

° lo spostato con la tuta da operaio.

° il trend 9,90.

° imperdibile dichiarazione di giuliano pisapia sulla casa del manzoni.

° forte nostalgia del cerutti gino.

° forti deficienze italiane.

giovedì 15 marzo 2012

the “m” word e la sentita necessità di un diario personale


un carissimo amico che vive da tempo una curiosa fase scatologica mi ripete a intervalli regolari che tutto è lordura, che affoghiamo nella lordura (a dire il vero lui usa la parola “merda” – the “m” word) e insomma c’è lordura dappertutto. per stare nella metafora del pantano un po’ lurido, se penso ai pressoché ineludibili (che pure se non sei iscritto se ne parla ovunque lo stesso) social network, facebook mi appare come un vastissimo bacino di liquame su cui galleggiano detriti della più disparata natura, un bacino, diciamo, di fronte alla spiaggia di ostia, dove le famiglie più caciarone lasciano in giro scorze di anguria mordicchiate (poi, s’intende, su questa spiaggia si incontrano anche molti rispettabili individui, composti sulla loro sdraio, con il loro libro, forse un ipod e molta discrezione. e dicono anche molte cose utili). twitter, invece, mi ricorda le petulanti cacchette ovine, quelle piccole sfere nerastre lasciate cadere con noncuranza nei momenti, per l'osservatore, più impensati. è così che chiunque, compresi giornalisti e altri intellettuali, ci informa del pensiero che lo coglie in quel momento, manda qualche criptico messaggio a chissà chi (dimenticando che nell’era della comunicazione esiste anche l’sms). persone che ci dicono cosa hanno mangiato o cosa vogliono cucinare, che onorano qualche morto famoso con un ciao, che mandano i loro tweet su facebook perché, sebbene abbiano dichiarato che il network di zuckerberg fa schifo, hanno paura di non avere lettori a sufficienza su twitter (è il caso di un noto giornalista culturale recente dimissionario da un inserto culturale); o sedicenti critici letterari che invitano altri seguaci perché gliene mancano duecento per arrivare a quarantamila.
io credo che in qualche buona cartoleria esistano ancora i diari personali, quei quadernetti corredati di lucchetto e soprattutto di una bella chiave con cui chiudere pensieri che non sempre vale la pena di diffondere, inani sferette di liquame rappreso vaganti per l’etere.

florilegio mattutino

° milano, 21 marzo, reading di poesia: alda merini e antonia pozzi.

° per aspiranti copywriter: chi conia uno slogan  per la campagna "andare in libreria" di marcos y marcos vince una bicicletta (avrei da eccepire solo sul premio; ché di biciclette che funestano le città ce ne sono sin troppe).

° scusate la polvere: scompare l'enciclopedia britannica di carta.

° inquieti rampolli: un booklet per giangiacomo feltrinelli a quarant'anni dalla morte.

° nessuna scappatoia: per ottenere risultati bisogna lavorare duramente e sistematicamente (via freddy nietzsche).

° sarà vero?

mercoledì 14 marzo 2012

sulla splendida inutilità della letteratura

courtesy queimada-agency.com
desidero raccomandare la lettura, su lunatismi, dell'odierno post dal titolo analogie 3, sulla pretesa funzione sociale della letteratura, nel quale l'autore paolo ferrucci si chiede cosa significhi praticare il blog-giornalismo in un certo modo, e se certe trasmissioni televisive culturali siano autenticamente tali. lunatismi è un blog che pratica un understatement talora un po' imbronciato. rara avis nel panorama delle pubblicazioni simili, non gradisce i pollai e perciò non consente i commenti. analogie 3 non è l'unico post molto interessante scritto da ferrucci, perciò lunatismi conviene seguirlo. ché non è compiacente per nulla, e dice quel che deve dire.

la signora culosodo e le sue molte letture

"da quando lavoro al libraccio ho il culo più sodo di sempre". questa è stata la letterale risposta di una delle libraie del libraccio vittorio veneto alla mia osservazione scherzosa "certo che qui si fa un sacco di movimento, no?", conseguente all'averla vista inerpicarsi su una di quelle altissime, terrorizzanti scale che servono per accedere ai ripiani più alti, alla ricerca di un libro per chi scrive. da cosa nasce cosa, e questa signora si è compiaciuta di consigliarmi alcuni libri. credo di non aver mai chiesto né tenuto conto del consiglio dei librai, non per supponenza ma perché in genere mi piace rovistare da sola oppure so già quello che desidero. l'altra sera, però, non cercavo nulla se non il puro piacere di guardare i libri, perciò mi sono adagiata volentieri in ascolto, già decisa a comprare tutto quello che mi avrebbe offerto quella libraia tanto comunicativa e tanto ginnica. e lei mi ha dato Il postino di Neruda, un libro che se avessi dovuto decidere autonomamente avrei reputato eccessivamente latino per i miei gusti.
e invece mi è piaciuto moltissimo, così pieno di franchi umori e di tenerezza, con un incipit di capitolo cartotecnico-scaramantico che mi ha definitivamente conquistata: "Erano così satinati i fogli dell'album, così immacolato il loro candore, che Mario Jiménez trovò un felice pretesto per non scrivere lì i suoi versi. Solo quando avesse scarabocchiato il quaderno 'Torre' riempiendolo di esercizi, avrebbe preso l'iniziativa di disinfettarsi le mani con sapone 'Flores de Pravia' e avrebbe purgato le sue metafore per trascrivere soltanto le migliori, con una biro verde che il vate estenuava".

e poi quella libraia mi ha venduto, di Daniel Glattauer, Le ho mai raccontato del vento del Nord, una bellissima storia coniugale raccontata attraverso una corrispondenza via email.
l'autore, che non conoscevo, è davvero bravissimo a raccontare, ora nei panni di un uomo ora nei panni di una donna, l'amore virtuale che può instaurarsi senza mai incontrarsi, e quella invincibile paura di corrompere la relazione in caso di contatto di carne e sangue (in the flesh, come direbbero gli anglossassoni).
il terzo libro non l'ho ancora letto: è Bar Atlantic di Bruno Osimo.
questo ne dice la recensione sul sito dell'editore: "Bar Atlantic è la storia di un precario della scuola, della vita, dell'amore: di un casalingo inquieto che venera sua moglie e ha un'amante diversa in cinque città." mi pare prometta bene.
e grazie, allora, libraia culosodo. al piacere di incontrarne molte, di libraie come lei.

scrittori con la valigia

una tra le classificazioni letterarie che mi fanno più ridere è quella degli scrittori migranti. mi immagino barconi in procinto di schiantarsi sulle coste di qualche paese occidentale, zeppi di rispettabili signore e signori, neri o di qualche altro colore, con un calepino in una mano e il passaporto nell'altra, destinati a scrivere in perpetuo pellegrinaggio. apprendo che da "saturno", l'inserto culturale del "fatto quotidiano", è migrato il direttore riccardo chiaberge per qualche questione di incompatibilità o di scarse vendite. forse le scarse vendite dipendono anche dall'inconsistenza di certi dibattiti.
su "saturno", il 12 marzo, è comparso un grottesco intervento di bijan zarmandili, scrittore iraniano di cui ignoravo l'esistenza (ma questo non fa testo). "dal mio punto di vista", scrive bijan, "il vero problema è la letteratura italiana, che non è in grado di riflettere sulla propria natura dialettica, di individuare i soggetti emergenti e le sue nuove contraddizioni, così da capire che non esistono scrittori migranti ma semplicemente nuovi scrittori italiani che – per provenienza, sensibilità e stile – potrebbero rinnovare i vecchi schemi del romanzo e della letteratura nel suo complesso", e ancora "Bisogna chiedersi come mai rimangono silenti i critici e gli storici della letteratura, o i direttori editoriali… Sono loro che vivono nel ghetto, e credo che tocchi incitare loro alla ribellione: sono loro i prigionieri nelle vere banlieue dell’attualità culturale, dove rischiano il soffocamento." non viene in mente, a bijan, che forse i soggetti emergenti non risultano sufficientemente interessanti.
così come non viene in mente a igiaba scego, vincitrice nel 2011 del premio mondello eppure capace di scrivere, per cercare di giustificare la scarsa eco suscitata da pubblicazioni migranti a suo parere meritevoli, castronerie come "Certo la stampa ha le sue colpe, ma non è la sola. Io aggiungerei tra i colpevoli anche le case editrici. Dopo un iniziale entusiasmo per le scrittrici e gli scrittori di origine migrante siamo passati ad una momento di totale recessione. Le vie sembrano sbarrate. Si pubblica poco e manca totalmente lo scouting", e ancora "Qualcuno potrebbe obbiettare che ancora tra di noi non c’è una Zadie Smith o un Hanif Kureishi. Ma siamo proprio sicuri di questo? Forse probabilmente la Zadie italiana ci è passata sotto il naso e non ce ne siamo accorti. Io credo che sia andata proprio così. Lo penso ogni volta che mi capita tra le mani il libro di Cristina Ali Farah Madre Piccola. Un signor libro davvero! Poetico, complesso, coinvolgente. Un libro molto amato dagli addetti ai lavori, molto studiato nelle università estere (da Melbourne a New York) e dai gender studies". diciamo allora che quando igiaba cesserà di scrivere "Un signor libro davvero!", "forse probabilmente" e di cercare colpevoli allora potrà concentrarsi sulle sue opere e vincere serenamente il suo secondo premio mondello. e per fare un favore agli scrittori che postcolonialisticamente protegge, anche daniela padoan dovrebbe cessare, nella stessa sede, di ideare definizioni deliranti come quella di "razzismo letterario".

per concludere ascoltiamo la voce di allan bloom, ancora attualissima per le cose italiane,  in merito al chiasso in ambito accademico sulla letteratura etnica, i diritti delle minoranze et similia: un commento che risolve le diatribe con molta pertinenza. il professor bloom discute, nella fattispecie, degli studenti nelle università americane dopo l'avvento degli studi sulle minoranze culturali.
"Una delle tecniche per aprire la mente ai giovani è chiedere un corso universitario in una cultura non occidentale. ... ho visto che questa richiesta ha un'intenzione demagogica. Il punto è costringere gli studenti a riconoscere che esistono altri modi di pensare e che quelli occidentali non sono i migliori. Ancora una volta non conta il contenuto, ma la lezione da trarne. Queste richieste fanno parte dello sforzo di creare una continuità mondiale e di preparare i suoi membri, le persone libere da pregiudizi. Ma se gli studenti dovessero davvero imparare qualcosa sull'ideologia di fondo di una di queste culture non occidentali – cosa che non accade – scoprirebbero che tutte, nessuna esclusa, sono etnocentriche. Credono tutte che il loro modo di vivere sia il migliore e che tutte le altre culture siano inferiori. ... Solo nelle culture occidentali, cioè in quelle influenzate dalla cultura greca, c'è qualche propensione a dubitare dell'identificazione del bene con il proprio stile di vita. Dallo studio delle culture non occidentali si potrebbe  concludere che non solo preferire il proprio stile di vita, ma ritenerlo migliore, superiore agli altri, è primordiale e persino naturale, esattamente il contrario di ciò che si vuole quando si chiede agli studenti di studiare queste culture. In realtà applichiamo un pregiudizio occidentale – che subdolamente assumiamo per indicare la superiorità della nostra cultura – e deformiamo l'evidenza di queste altre culture per confermare la sua validità. Lo studio scientifico delle altre culture è un fenomeno quasi esclusivamente occidentale e all'origine era palesemente collegato alla ricerca di nuovi e migliori modelli di vita, o almeno di una conferma della speranza che la nostra cultura è effettivamente la migliore, conferma della quale le altre culture non sentono il bisogno. ... La coerenza sembrerebbe chiedere ai sostenitori dell'apertura mentale di rispettare l'etnocentrismo o la chiusura che trovano in qualsiasi altro luogo. Però, attaccando l'etnocentrismo, ciò che in effetti essi fanno è affermare inconsapevolmente la superiorità  della loro intelligenza scientifica e l'inferiorità  delle altre culture che non la riconoscono, proprio nel momento in cui respingono ogni pretesa di superiorità".
Allan Bloom, La chiusura della mente americana, Lindau, Torino 2009 (ed. or. 1987)

e a conclusione del post un po' lungo, risolleviamoci con l'immortale.