sabato 31 ottobre 2009

madonna del perdono?

mah, a me questa storia della moglie di marrazzo – che lo perdona, poi si rimbocca le maniche per sostenere e salvare la famiglia e sfida intrepida assalti di colleghi affamati di torbido, congressi ai quali va comunque (senza perdersi d'animo dopo aver saputo del pasticciaccio) e dai quali esce con mazzi di rose in mano e, non so, forse affronta pure qualche smarrimento delle figlie – pare un pochino bizzarra. ma a quale scopo questa madonna salvatrix deve realizzare questa salvezza, cosa ci sarebbe da salvare? l'iconografia della madonna del perdono vede la consolatrix sola con suo figlio. e in questo caso, tra le madonne con attributi, meglio sarebbe rivolgersi a maria avvocata, mi pare.

venerdì 30 ottobre 2009

aux armes, citoyens_passione civile

cosimo grieco è un fotografo, un talento comico naturale, un tarantino, un amico mio. lo straniante bianco e nero che pubblico è suo, e suo anche il resoconto sul premio che questa foto ha vinto in un concorso. aggiungo solo che grieco definisce il signore al centro della foto "cittadino": per me, che conosco la passione civile di antica data del mio amico, questa cosa richiama tanto la révolution.

"Anni fa decisi di fotografare questo bivio, che si trova nei pressi dell'Arsenale di Taranto. Come si vede, all'inizio della biforcazione due cartelloni pubblicitari arredano la scena. Non potevo fare a meno di ritrarre la nota réclame di Benetton, che inquadrava dei condannati a morte, accostata all'invito elettorale della futura sindaca Rossana Di Bello. Sentivo dentro di me che qualche attinenza c'era: dopo alcuni anni, infatti, il comune di Taranto è fallito proprio con la gestione Di Bello (rinviata a giudizio insieme ad altri dello staff) con il debito più alto nella storia della repubblica italiana (oltre 600 milioni). Il cittadino al centro della foto pare abbastanza sconsolato, comunque decide di attraversare dirigendosi verso la famosa signora, molto più rassicurante di un condannato a morte.

Per la prima volta in vita mia ho partecipato a un concorso fotografico che si chiama “l'italia a taranto” e questa foto ha vinto il terzo premio. Quando mi hanno chiamato per ritirare il premio e dire qualcosa, in preda a un estremo imbarazzo mi sono limitato a invitare il pubblico a fare un applauso di incoraggiamento. Convinti dal mio ostinato silenzio hanno poi proceduto alla premiazione, in virtù della quale, nell'ordine, ho ricevuto: una coppa, una medaglia, un orologio ovale da polso, una cornice di silver, sei bicchieri sponsorizzati dalla Pago, tre bottiglie di vino bianco, un chilo di pasta. Lo giuro."

sincretismi religiosi

in un interessante ricorso storico-antropologico (dal vago sapore di contrappasso) assistiamo, finalmente anche a milano, a una evangelizzazione di ritorno, con ex indios e antico-evangelizzati d'africa che nell'ultrasecolarizzato occidente costituiscono bacini di fede pittorescamente declinata e ci invitano ad affidarci alla parola di cristo. certo è che gli attributi della divinità appaiono, anche nei titoli scelti per le chiese*, assai potenti: è forse per questo che, nel guizzo finale del colorito elenco del pastore yuri jizdan, alla chiesa cristiana di via arquà si conferisce facoltà di soluzione di tutti, ma proprio tutti gli eventuali problemi. certo è che da questo volantino affisso a un palo vicino un ingresso del parco sempione si levavano fumi di macumba.

* nell'elenchino che segue, alcuni titoli di chiese evangeliche in territorio italiano con relativi pastori:

- the redeemed christian church of god
pastore: ike lewis enwgbara

- chiesa "potenza di dio"
pastore: jorge villanueva

- comunità apostolica "passione per le anime"
pastore: juan osorio

- chiesa cristiana evangelica internazionale "gesù luce per le nazioni"
pastore: joselito gandia

- chiesa "cristo - la soluzione"
pastore: salvatore delle donne

- chiesa evangelica "semplicemente amore"
pastore: riccardo tocco (sì, il pastore si chiama proprio così)

giovedì 29 ottobre 2009

i celti sono stati tra noi (la settimana scorsa)

e insomma, quando poi dal due sono scesa e ho fatto ciò che dovevo fare, sono andata alla ricerca dei miei antenati celti al castello sforzesco. d'incanto mi trovo nel paese di asterix. sulle stradine in terra battuta mi si fanno incontro muscolosi padano-celti avvolti in tessuti scozzesi dall'incerto richiamo a non so quale clan. non so perché questi tessuti, alcuni anche belli, non siano stati trasformati in veri e propri vestiti (la sera, poi, sarebbero arrivati gli scozzesi quelli veri, abbigliati di tutto punto, gonna a pieghe, calzettoni di lana et alia – quando hanno attaccato le cornamuse proprio non potevo stare ferma, con grave disappunto dei miei vicini di pubblico nordafricani, che stavano a guardare un po' imbambolati e proprio non si sentivano sollecitati dal richiamo delle pipes: incompetenti). dev'essere il motivo per cui questi energumeni si aggirano per il villaggio con la barba unta di grasso di montone, quello colante dal cosciotto che reggono con entrambe le mani incuranti dell'invenzione delle posate. però i piatti di plastica per les frites, come senz'altro le avrebbe chiamate obelix, erano a disposizione di eventuali gentiluomini. una sosta al capanno dell'idromele dei salassi alla spina prima mi ristora e poi mi provoca sensazioni psichedeliche: se questa è la bevanda dei celti, allora molte cose mi appaiono improvvisamente chiare. in preda ai fumi dell'alcol mi trascino per le sordide viuzze: c'è chi batte metalli, donne che filano e altre che preparano pozioni: con un bicchiere di idromele in corpo e senza aver pranzato l'immaginazione galoppa. gli altoparlanti diffondono strazianti canti irlandesi. mescolati ai neocelti incontro parecchi individui nerovestiti, di quelli che usualmente stazionano con occhi vacui e un boccale di birra in mano al "rock'n'roll", sotto a casa mia. mi viene in mente che ogni anno, nella scura notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre, qualche satanista va a caccia di gatti neri da scannare.

fa.vo.lo.so


sabato scorso, sul tram numero due, l'esordio è stato assai fruttuoso. mentre si attendeva la partenza del mezzo c'era già un lettore immerso nella lettura-vintage di siddharta. la tenebrosa lettrice in piedi aveva con sé storia di un amore straordinario, di carl-johan vallgren, storia di due bambini figli di prostitute che mantengono il loro legame oltre una separazione durata dieci anni. tra i due lettori, però, lo straordinario era quello che leggeva siddharta, con il suo ipod nelle orecchie e un'inscalfibile concentrazione.

ah, e scusate il ritardo, ma tanto chi scrive non è una giornalista vera e non deve necessariamente stare sul pezzo.

lo straordinario, arrivato il due in piazza cavour, si è evoluto in favoloso quando di fronte a me si è materializzata una creatura che attrae irresistibilmente i miei sguardi: è un ragazzo bruno dai lineamenti di fauno (non ho potuto vedere, causa scarpe da ginnastica, se avesse piedi normali o zoccoli di capra), con una chioma mossa in piacevole disordine, un principe dei disheveled immerso nella lettura del "fatto quotidiano". ha con sé una valigetta rigida e un ombrello rosa; ogni tanto volge lo sguardo attorno a sé, sorride a cani e bambini e anche a me, quando gli dico "mi scusi, le è caduta una chiave inglese". lui guarda a lato, recupera l'attrezzo e mi ringrazia: sono sicura, sicurissima che saluta i vicini di casa, si scusa se urta qualcuno per la strada e sui mezzi pubblici si alza per cedere il posto alle vecchiette. su di me un gentiluomo fa sempre presa, e quando lui deve scendere ci salutiamo con ampi cenni e franchi sorrisi. qualcuno potrebbe insinuare che non si va in giro con una chiave inglese nelle tasche: io sono certa che il mio beniamino stesse andando a occuparsi del lavandino di qualche parente.

giovedì 22 ottobre 2009

i celti sono tra noi

il capodanno celtico sarà pure (scusate la cacofonia) un'operazione di invenzione della tradizione, ma ragazzi, come si fa a non partecipare, domani alle 17, allo stage di danze irlandesi al castello sforzesco? e domani alle 21 sarò anche tra le groupies che lottano per aggiudicarsi un autografo degli scozzesi shooglenifty. sarà bello ritrovarsi tra i propri simili. confido anche in una distribuzione gratuita di bottiglie baby di lagavulin o di oban: slainte!

i sumeri sono tra noi

oggi il tram numero due era decisamente una fucina di cultura, abitata anche da uno stupendo omone dai capelli rossi che leggeva il "financial times". le altre lettrici erano tutte femmine. mi ha un pochino inquietata la signora col naso nel libro dalla copertina rossa e nera: luciano garofano, il processo imperfetto, che parla del delitto di cogne. non so se la signora stesse cercando ispirazione, ma so che intorno alla vicenda franzoni è stato fatto tanto chiasso anche perché ancora non è chiaro ai più che l'istinto materno è un po' una fola, e una può anche legittimamente covare il desiderio di sopprimere il proprio esserino. certo, se decide di farlo davvero poi ci pensa il tribunale come nei normali casi di omicidio, ma il fatto in sé non dovrebbe suscitare uno scalpore particolare. la signora con l'ombrello rosa è ficcata in una copia della fiera della vanità, che chiosa attentamente prendendo appunti su un palmare che mi ricorda tanto la tavoletta e lo stilo: è lei la lettrice d'oro di oggi, a pari merito con la donna appesa alla maniglia con il sellerio in mano: è il silenzio dei chiostri di alicia gimenez bartlett, un'altra indagine di petra delicado che l'intrepida seguita a leggere incurante di sbalzi e scossoni.
la donna in beige con gli occhiali legge un libro su cui ha applicato un'irritante copertina che mi impedisce di vedere il titolo: è completamente concentrata sulle pagine, e vorrei proprio sapere qual è l'oggetto di tanto interesse. accanto a me è seduta una signora sospettosissima, che vuole assolutamente sapere cosa scrivo e cosa fotografo. ficcanaso.

beati gli ultimi - bench art

in piazza san babila, nell'ultima giornata di sole prima dell'attuale stagione dei monsoni, questo signore somigliante al cappellaio matto riposava su una panchina imbottita di coperte, intorno alla quale aveva allestito un'installazione di sacchetti contenenti le sue cose. uno zaino gli faceva da cuscino. sulla panchina, insieme con vasetti di marmellata e altre cibarie, una copia del vangelo in francese, rilegata in verde.

lunedì 19 ottobre 2009

la cultura fa sempre fico

la cultura fa fico e nobilita anche le automobiline toyota.

milano, libreria mondadori di corso vittorio emanuele, 18 ottobre 2009.

porta romana bella

mi diceva l'anno scorso mauro burlini, della libreria mauro, in risposta a una domanda sul destino dei librai piccoli e medi: " desidererei che venissero considerate molto di più le librerie indipendenti, che stanno scomparendo grazie alle librerie editoriali". è una bella ed elegante libreria, la mauro, incastonata nella piccola via rugabella che è una traversa di corso di porta romana. se guardate con attenzione la foto a destra, vedrete che al centro campeggia un acquario. la libreria mauro chiuderà a gennaio 2010: che ne sarà dei pesci?

venerdì 16 ottobre 2009

minacce

dove è il garante della privacy?

autori affettuosi

io poi, a un certo punto, dal tram numero due scendo, normalmente per recarmi in casa editrice. oggi, ad aspettarmi, c'erano le bozze di un libro in corso corrette dall'autore. e questo autore, per segnalare che secondo lui certe parole andavano evidenziate con qualche artifizio tipografico, mi ha chiesto sulla bozza: "si potrebbe usare un corsivetto?"

atm per la lettura - the power of love


l'odierna combinazione metro + tram, che ho dovuto adottare per i miei spostamenti, mi ha dato modo di incontrare un paio di lettori molto acharnés, che per nulla al mondo si sarebbero fatti distrarre da un qualsivoglia evento esterno al bordo della pagina. l'uomo calvo era immerso in e venne chiamata due cuori sin dall'attesa sulla banchina, incurante delle molestissime telenews che scorrevano iperveloci sullo schermo (coglierei l'occasione per chiedere: ma chi ve le ha chieste, queste notiziole da finta informazione in tempo reale?). accanto a lui, a comporre una temporanea minirepubblica delle lettere itinerante, la ragazza dalla sciarpa verdognola legge un libro di marcela serrano dalla copertina rossa di cui non ho potuto spiare il titolo. al ritorno, sul mio amato tram numero due, una signora legge, con evidente sofferenza e partecipazione, come un uragano di nicholas sparks. è una donna dall'apparenza sostanzialmente grigio-beige, che tuttavia, a un'analisi più puntuale, rivela un'impeccabile, chiassosissima french manicure bicolore ottenuta con smalti ripieni di lustrini, ed estremità calzate di scarpe sadofetish dai tacchi sottili e lunghissimi. la nostra lettrice è attenta, intenta, concentrata: l'unica volta che leva lo sguardo dalla pagina è per guardare in cagnesco una sua vicina che gioca rumorosamente col telefonino. incuriosita dall'evidente rapimento di questa signora per il testo di sparks, cerco il volume su ibs e trovo, tra le altre, un'antica recensione che recita così, refusi e tutto: "Come un uragano è un romanzo bellissimo, che mi ha trasmesso delle sensazioni indimenticabili.. Adesso stò leggendo anche gli altri libri di Sparks, ma quello che vorrei è poter trovare un'amore reale e travolgente come quello tra Adrienne e Paul..". è il potere della letteratura.

martedì 13 ottobre 2009

bibliolingus


"anni fa con una mia amica avevamo fatto una classifica un po' scherzosa dell'uomo ideale sulla base delle nostre esperienze personali. [...] al terzo posto gli intellettuali. ti fanno immaginare storie d'amore anche se stanno facendo solo una scopata e con loro hai l'impressione di non perdere tempo, fanno finta di interessarsi alla tua parte spirituale e ti consigliano i libri da leggere. anche se a volte non sono molto dotati sicuramente hanno studiato come leccarti".


moana pozzi in brunetto fantauzzi, moana, la spia nel letto del potere, edizioni nuove, 2006.


immagine courtesy www.musee-orsay.fr (ma se lo scoprono mi fanno a fette): gustave courbet, l'origine del mondo, 1866

verbi riflessivi


sputtanare: v. tr. volg. svergognare qualcuno, rivelando gli aspetti deteriori della sua vita o del suo carattere, allo scopo di screditarlo e umiliarlo agli occhi di tutti. es.: qualcuno dovrà sputtanarlo quel farabutto!
com. come riflessivo (sputtanarsi). comportarsi in modo da esporsi al biasimo e alla disistima di tutti.

nel grande dizionario illustrato della lingua italiana di aldo gabrielli il verbo sputtanare, con i suoi derivati sputtanamento e sputtanato, sta tra i lemmi sputo e squacquera (termine nato nel secolo sedicesimo per indicare feci liquide, diarrea).

domenica 11 ottobre 2009

e poi sul tram numero due

ho viaggiato anche la sera e ho incontrato un'autentica vecchina, una rappresentazione in (carne e) ossa della più classica iconografia befanesca (se solo avesse avuto la scopa al posto del bastone!), con naso e mento pronunciati al punto giusto. stava seduta accanto a due vecchie da lei molto diverse, vecchie assai contemporanee curate in ogni minimo dettaglio, illuminate da perle e strass, una delle quali elegantemente sboccatissima. la vera vecchina era afflitta da una specie di tic nervoso che la induceva ad annuire a intervalli regolari, come se stesse seguendo i discorsi intorno a lei e allo stesso tempo un suo filo lontano. sdentata, rugosa, curva, raggrinzita: tutti gli aggettivi riservati alle perfide megere delle favole le si addicono ma non la qualificano. le due vecchie accanto comunicano con la strega buona: ammiccano, sorridono, forniscono indicazioni per la discesa alla stazione centrale. il tutto mentre inveiscono robustamente contro i rispettivi mariti e figli. scesa che è la vecchina, le altre due annuiscono compiaciute, osservando che la loro collega era vestita decorosamente e non puzzava.

essere sherlock holmes

ieri ho accompagnato l'adolescentina in un certo posto che si raggiunge col tram numero due (io credo che qualunque posto si raggiunga col tram numero due), mezzo sul quale salgo sempre dotata di cellulare/macchina fotografica, taccuino e matita. mentre armeggiavo col mezzo per scattare le biblioimmagini, è arrivata la doccia fredda : "mamma, hai uno sguardo da maniaca quando fotografi la gente". e io che pensavo di passare inosservata come sherlock mentre si china furtivo a raccogliere la cenere di quello che riconosce all'istante come un sigaro trichinopoly.
e a proposito di aromi, il mio vicino di posto odorava di pino silvestre vidal: allora esiste ancora, come il quotidiano "la nazione" e il profumo rockford ("la prima volta che ho incontrato rockford, c'era aria di tempesta". secondo me la virgola dopo rockford ci dev'essere, perché la signora che lo diceva a quel punto faceva una pausa significativa).
e comunque: la signora di cui si intravede una manica rossa, molto à la page anche se purtroppo non si vede, dotata di un gradevole anellazzo con pavé di pietre preziose finte, legge, di peter james, dead man's footsteps. una ricerchina mi dice che fa parte di una serie di thriller che vede come protagonista roy grace, un detective con qualche terribile segreto nella vita privata. l'avvenente giovanotto in grigio chiaro è immerso nella lettura di un libro di steve berry preso in biblioteca, dal titolo l'ultima cospirazione. l'eroe dei libri di berry è un ex agente del dipartimento di giustizia statunitense con un nome bellissimo, cotton malone, che dopo una carriera travagliata se ne va a fare il libraio a copenaghen. la svettante signora in impermeabile grigio scuro, infine, quasi cadeva dalle scale del tram, mentre scendeva distrattamente, essendo tutta la sua concentrazione riservata alla lettura dell'ultimo e definitivo harry potter.

lunedì 5 ottobre 2009

fate libri

quest'opera di sarah bodman commemora e ricorda l'esplosione, nel marzo 2007, di un'autobomba in al-mutanabbi street, la via dei libri a bagdad, a causa della quale persero la vita una trentina di persone e un numero incalcolabile di libri.

guerrilla condom art




gran fermento culturale stamani, sul mio tram preferito. la ragazza in nero non ha mai sollevato gli occhi dal suo cartonato superlusso con sovraccoperta in pendant con la lettrice, e così non ho potuto spiare il titolo. la signora alla sua sinistra leggeva la ragazza che giocava col fuoco di stieg larsson, autore che non ho mai letto ma nella produzione del quale, mi pare di evincere dai titoli, le donne sono sempre in pericolo o quantomeno si cacciano in orribili pasticci e nell'ombra c'è qualche uomo che le detesta.
scesa dal tram e inoltratami in via solferino mi sono imbattuta, proprio sotto il corsera, nell'artista max diamante in persona, il quale stava praticando un po' di guerrilla mediante la sospensione, a tutte le moto e le biciclette degli ignari corrieristi parcheggiate sulla via, di alcuni bigliettini inseriti in un profilattico. l'insolito biglietto d'invito (a consultare un sito) recita ellitticamente "arteviolenta.it". l'artista è un pochino impacciato; mi ringrazia molto per aver preso una copia dei suoi profilattici. certo che, a seguire il consiglio e ad andare sul sito si riscontra un curioso contrasto tra questo ragazzo pacioso (una specie di michael moore però più magro) e alcuni contenuti sanguinolenti presenti, ad esempio, nella sua grandguignolesca telenovela. a parte ciò, mi pare che, con l'autunno, stia tornando a milano quell'effervescenza che tanto ce la fa amare.

domenica 4 ottobre 2009

librerie al chiuso, bordelli all'aperto





meraviglia: cosa che desta l'ammirazione; e anche lo stupore che destano le cose nuove, grandiose, perfette, insolite.

uno, è logico, non può stare sempre incatenato alla propria scrivania, così ieri, dovendo acquistare alcuni articoli scolastici per l'adolescente che vive con me, ho fatto un bel giro per il centro di milano, dove, a onor del vero, non ho trovato nulla di quel che cercavo. ho però avuto occasione di vedere la vetrina allestita dal negozio "energie" di via torino, che per esporre i suoi items ha usato come supporto mucchi di grossi libri sovrapposti (uno dei titoli era la coscienza di zeno), su cui era disposta una serie di montature per occhiali (è noto che nell'iconografia corrente un intellettuale senza occhiali è cosa strana). dicevo dunque che in pieno centro non ho trovato nulla di quel che cercavo, perciò mi sono spostata in corso di porta vittoria, nel meraviglioso mondo dei "prodotti per comunicare, progettare e creare" che è l'eliografica. nessuno può uscire meno che estasiato da questo negozio, il cui piano terra è graziato da una fitta presenza di pastelli, carboncino, matite grasse e magre, gomme di tutte le fogge, kit per acquarellisti di tutti i giorni della settimana, olii, acrilici, uniposca e bombolette per indefessi graffitari (a questo proposito, andate a vedervi i lavori di cristian sonda al festival delle lettere, l'11 ottobre al teatro dal verme di milano). e il piano di sotto è un paradiso della cellulosa per tutti coloro che, come chi scrive, sono affetti da una persistente nostalgia della scuola e ogni anno, di questi tempi, sentono l'irresistibile impulso di comprare quaderni, matite e penne nuovi, ancorché non immediatamente necessari.
tra una ricerca e l'altra, prima di dirigermi all'eliografica e dato che ero di strada, sono andata in visita alla libreria di pier pour hom, uno spazio dedicato alla cultura gay che si trova in viale gorizia 14. sulle prime si fatica a trovare la libreria, che non ha vetrine sulla strada ma è collocata in un seminterrato cui si accede per una scaletta. mi ha accolto pierpaolo perseu, il quale nel corso della nostra conversazione ha dichiarato che vorrebbe presto cambiare sede per non dovere più nascondersi. lo spazio pier pour hom è in effetti un piccolo tempio delle cose esplicite, dove si trovano vitalisticamente esposti nudi maschili e vibranti falli in erezione, arte insieme con una buona dose di pornografia. vi si possono trovare saggi di argomento gay, dvd terrificanti, sex toys e delicati lavori cartotecnici dello stesso pierpaolo, piccole silhouettes ritagliate nel cartoncino colorato.
dopo, dicevo, mi sono recata all'eliografica. uscita dal negozio, ripercorrendo corso di porta vittoria per andare a prendere il tram numero nove, ho costeggiato le vetrine del negozio coin. in una di queste albergavano due signore nude, vive, su cui erano poggiati reggiseni e mutande wonderbra. all'esterno, un compiaciuto individuo fotografava. come indicato dalla marca dell'underwear, era tutto meraviglioso: una fonte di meraviglia infinita, quei due agglomerati di cellule inseriti in uno scenario da bordello – un divanetto di similpelle bianca, reggisenireggicalzemutande rossi e neri, un po' addosso alle signore un po' addosso al divanetto. non c'era il minimo indizio di imbarazzo sui volti delle due belles, né su quello dell'entusiasta fotografante. allora mi sono ricordata di quello che mi aveva detto poc'anzi il libraio pier, mentre si accingeva a presentarmi la sua libreria e avendomi vista in compagnia della mia giovane figlia: "devo avvisarti che la ragazza potrebbe sentirsi in imbarazzo di fronte ad alcune immagini esplicite".

giovedì 1 ottobre 2009

x and the city 2_proclamazione del sommo sacerdote

per il barbuto concorrente che presenta redemption song di bob marley, nella puntata di ieri, luca tommassini ha allestito una scenografia in cui su uno schermo scorre didatticamente il testo della canzone in italiano e, tutto intorno al cantante, il pavimento è cosparso di libri dalle pagine vibranti. all'obiezione di uno dei giudici, secondo il quale il tutto faceva un po' fahrenheit, il venusto ha risposto con ieratica semplicità di aver interpretato la redenzione come conoscenza, alla maniera dei greci.