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Gordon "Captain Fiction" Lish, l'editor di Raymond Carver |
“Facendo seguito a […], premesso che
[…] c) L’Editor è un revisore letterario, libero professionista, lavoratore autonomo ed è in possesso della competenza, formazione letteraria, capacità e obiettività di valutazione, esperienza e sensibilità creativa necessarie per la prestazione dell’attività di revisione editoriale e di editing dell’opera sotto indicata.
Dall’articolo 1
Oggetto del contratto
1.1. Il Committente conferisce all’Editor l’incarico di eseguire la revisione editoriale e l’editing dell’Opera TITOLO. […] L’incarico di revisione editoriale e di editing dovrà intendersi comprensivo delle seguenti attività:
[…]
- revisione e adattamento della trama, valutando la struttura, i dialoghi, l’ambientazione, il linguaggio, lo sviluppo narrativo, individuando e intervenendo sulle parti prive di coerenza, sull’ordine delle sequenze, sulla caratterizzazione e tenuta dei personaggi, sulla motivazione delle azioni, operando direttamente quegli interventi di modifica, soppressione e riscrittura di brani e pagine, nel rispetto degli accordi convenuti con il committente.
Dall’articolo 2
Modalità di svolgimento dell’incarico
2.1. L’Editing dovrà essere eseguito nel rispetto del pensiero dell’autore dell’Opera, in sintonia creativa con il testo letto e con accortezza nei suggerimenti e negli interventi di adattamento e di modifica da apportare per aumentare la fluidità e la qualità stilistica e strutturale dell’Opera.
[…]
2.3. L’Editing dovrà essere svolto dall’Editor personalmente e in piena autonomia, al di fuori di qualsiasi vincolo di subordinazione con il committente o coordinamento con la sua organizzazione, conservando autonomia di decisione riguardo all’esecuzione dell’attività […]
Dall’articolo 6
Citazione del nome dell’Editor
Le parti concordano che il nome dell’Editor non figurerà nelle pagine interne dell’Opera Revisionata."
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chi scrive ha estrapolato quello che si legge sopra dall'ultimo contratto firmato per un incarico di editing su un manoscritto da parte di un'agenzia letteraria milanese. la parte sottolineata spiega molto bene in cosa consista il lavoro di un editor (quello che lavora sui testi, non l'editor/scout che i testi valuta, sceglie e propone) e quali siano le possibilità e i limiti concessi quando si opera sul testo di un autore.
e così riccardo e suzie (nomi di fantasia – mia), i personaggi principali del protoromanzo di cui mi sono occupata negli ultimi due mesi, sono usciti dalla mia vita, nella quale erano rimasti così intensamente per oltre sessanta giorni. e pazienza se riccardo era un nobile smidollato e suzie, l'oggetto del suo desiderio imperituro, una slavata ragazzotta della pennsylvania. per tutti quei giorni ho riempito seicentonovantadue fogli di appunti, note, cancellature, ho riscritto interi paragrafi e immaginato soluzioni nuove cercando di capire cosa volesse dire l'autore, come si sentisse il personaggio e come fargli esprimere al meglio, senza tradirne la personalità, ciò che voleva esprimere. è stato appassionante doversi mettere nella condizione di pensare, agire, reagire come il tale o il talaltro. e passi se ho dovuto tagliare quasi la metà del manoscritto, se ho dovuto cercare un'unica frase in grado di sintetizzare pagine e pagine di ripetizioni alla ricerca delle tre o quattro parole nuove che avrebbero aggiunto qualcosa all'economia complessiva del testo.
riccardo, dopo che suzie l'ha lasciato per un panamense, ha navigato per i mari del globo terracqueo senza mai potersela togliere dalla testa; suzie ha fattto due o tre bambini, tutti dopo gravidanze difficili, la stolta. riccardo è dovuto finire in un ashram in india, per cercare di capire il senso della vita, e un po' pensa di averlo trovato nelle parole di un vecchio saggio; di suzie non si sa più nulla, forse fa marmellate a beneficio del comitato locale per i giovani orfani. in ogni caso suzie, ricky, ragazzi, mi mancherete.