mercoledì 28 aprile 2010

il sol dell'avvenire

prima hanno sostato davanti allo scaffale della musica. lui, brandendo la biografia degli ac/dc, dichiara "questo libro qui è spaziale, devo averlo assolutamente". poi, dopo aver appuntato l'attenzione su una foto di john lennon che occhieggia da un'altra copertina dice alla sua interlocutrice "ah, ma allora era così da giovane!", poi aggiunge "andiamo, sennò da qui non mi muovo più". si spostano al settore ragazzi, dove lei prende in mano il Lexikon di Harry Potter e gli spiega che è un dizionario di tutti gli incantesimi. "dimmi un incantesimo". "expelliarmus". lei sfoglia il libro alla ricerca della lettera e, trova ciò che cerca e poi precisa "ovviamente non è un libro da leggere". lui annuisce, serio: "allora l'hai scelto perché ti ispirava la copertina?". "a dire il vero me l'hano regalato per natale, e ci hanno azzeccato". "tua madre?". "sì". ancora lei: "allora che libro hai preso?". lui, che sottobraccio tiene, di petros markaris, Si è suicidato il Che, risponde mostrandoglielo e aggiunge "il che non si è suicidato, lo hanno ucciso a tradimento". poi la sua attenzione è attratta da un altro titolo sullo scaffale. prende La valigia di Hana e dichiara "bello, me lo sono letto tre volte". prendono ancora, da comprare, erik orsenna, poi La storia di Iqbal.
e questo è stato il pomeriggio in libreria di due quattordicenni assai poco fighetti. non so come mi sono trattenuta dal baciarli entusiasticamente.

milano, libreria feltrinelli di corso buenos aires, ieri.

finalmente

la signora a fianco ha appena comprato, presso la bancarella di libri usati del mercato sotto casa di chi scrive, un libro che avevo sempre visto su qualunque, dico qualunque bancarella di libri usati o libreria di libri usati e mai nelle mani di qualcuno: è Cioccolata a colazione, di pamela moore.

così comodo che si può leggere anche in tram

è salito sul tram numero due caracollando, alto e scuro, un enorme valigia nera come bagaglio. con quel cappellino schiacciato sul capo e gli occhi vaganti pareva pure un po' minaccioso. finché si è seduto, si è sentito rumor di cerniera e dalla tasca esterna della valigia nera è spuntato un libriccino, un oggetto che se l'energumeno fosse stato una signora sarebbe potuto essere a giusta ragione un petrarchino. erano i Canti di giacomo leopardi. l'omone li leggeva, assatanato e bizzarro come molti lettori acharnés.

martedì 27 aprile 2010

trovatevi un lavoro onesto

mi piacerebbe davvero sapere chi è il copy che ha inventato (si fa per dire: inventio è parola troppo nobile per essere lasciata nelle mani dei barbari) lo spot pedopornostupido di una marca di vestiti per bambini che ho visto in onda ieri su canale 5. la marca è, per le femmine, "tobetoo"; per i maschi "street gang". le due marche vengono pubblicizzate congiuntamente, con esibizioni separate di maschi e femmine collegate in un unico spot. entrambi i gruppi si esibiscono in balletti imbarazzanti. l'operatore avvicina l'obiettivo alle mani dei maschi che fanno occhei per comunicare che i vestiti che indossano sono proprio giusti per loro e per i loro colleghi al di là del video; l'operatore, qualche secondo prima, aveva appuntato più volte l'attenzione dell'obiettivo sul sedere delle bambine, un tipo di inquadratura normalmente riservato alle vallette/battone di programmi di quarta categoria animati da presentatori/magnaccia. la scollatura è stata trascurata perché per il momento era vuota. vorrei sapere, dicevo, chi è il creativo; vorrei sapere chi gli ha commissionato lo spot, tra quelli della tobetoo; vorrei sapere se qualcuno ha rivisto il girato; vorrei sapere dove erano i genitori delle bambine: vorrei che questa gente venisse messa a fare un lavoro vero, forzato, ineludibile, per molto tempo.

lunedì 26 aprile 2010

eveline

ma eveline sarà rimasto solo in quanto un tantinello egoriferito?

milano, parete perpendicolare all'ingresso del cinema anteo.

domenica 25 aprile 2010

ma il divo della giornata, quello vero...

...è stato il prode signore a fianco, al ritorno dalla manifestazione, sul tram numero due – fazzoletto anpi e autentici fichissimi ray ban –, il quale, all'offerta della sottoscritta di cedergli il posto a sedere, ha risposto gaiamente "grazie, ma resisto ancora". e sì, mi sa che deve aver resistito un bel po'.

venticinque aprile, dove si scopre

l'esistenza dei "gd", che lungi dall'essere la sigla "grande distribuzione" sono i pulcini del pd. al corteo del 25 aprile, a milano, sfilavano tutti ben ordinati, dietro al camion con la musica, maglietta plaudente alla resistenza uguale per tutti e bandiere arancioni. non so cosa dichiareranno stasera i telegiornali, ma pareva che alla manifestazione ci fosse parecchia gente; un'impressione condivisa dai cari amici che erano con chi scrive. c'erano moltissimi giovanissimi (non si vede, ma l'undicenne con felpa bianca e naso importante sfoggiava una maglietta con un enorme che guevara stampato sul davanti; colgo l'occasione per precisare che sulla bandiera italiana, ancorché rovesciata, campeggia la scritta "anpi concorezzo"), gli usuali comitati antifascisti (quello capitanato dalla volenterosa signora con vestito rosso e megafono – che cantava vecchie canzoni antifasciste come un usignolo – era anche antimperialista) e, come si può verificare a destra della foto con la bandiera, un autentico ranger. c'era pure il mio pop amico cristiano valli, orrendamente disheveled con una maglietta rossa che aveva indubbiamente visto giorni migliori, motivo per il quale non mi sono sentita di fotografarlo.
devo aggiungere che, da un punto di vista squisitamente cromatico, ho poco apprezzato la presenza di individui viola con bandiere viola: con tutto il rosso che c'era attorno, la macchia viola richiamava vagamente un funerale.

chiamalo sonno

ieri, intorno all'ora di pranzo, alla feltrinelli di corso buenos aires, due gentiluomini dormivano della grossa nella poltroncine affrontate vicino al reparto psicologia. quello a sinistra è lo storico inquilino di cui abbiamo parlato altre volte; ha in mano una copia della rivista "meridiani". l'altro, invece, è stramazzato durante la lettura dell'Armata perduta di Valerio Massimo Manfredi: sarà così noioso, l'archeologo di piumazzo? attendo conferme o smentite. bisogna anche dire, a onor del vero, che poteva conciliare il sonno la straziante milonga di sottofondo. che tuttavia non ha impedito alla ragazza in basso a sinistra, al ritorno dalla spesa nel vicino mercato di via vitruvio, di sostare assai intenta davanti allo scaffale di poesia. pane e rose, è vero, serve tutto. i due ragazzi a destra parlano con molta serietà di un recente libro sul maoismo la cui lettura, dice lui, gli ha fatto capire molte cose sulla rivoluzione. mentre annuisce, lei, prendendo in mano una copia del Piccolo principe, aggiunge con molta convinzione che dovrà assolutamente rileggerlo.

venerdì 23 aprile 2010

il libraio di bournemouth

nelle sere scorse, guardando il tg 5, riflettevo che ogni volta c'era qualcosa di straniante nel vedere rodney browne – il libraio di bournemouth ex fidanzato di heather barnett, la donna uccisa e tagliuzzata da uno psychokiller – che parla sullo sfondo della sua pacifica libreria nel dorset, manifestando i suoi sospetti nei confronti del possibile assassino, anche, di elisa claps.

albanacco_quasi dimenticavo

happy birthday, shakey!

oy oy oy! festival

"oy oy oy!" è il festival internazionale della cultura ebraica che prende il titolo dall'ameno libro di leo rosten di cui riproduco la copertina qui a lato e che dal 2006 si tiene nel monferrato. quest'anno le date sono 25 aprile - 23 maggio e poi 26 settembre 31 ottobre. copio e incollo dal loro programma le manifestazioni del 9 maggio. io farei così: andrei il 9 a casale monferrato, frequenterei le manifestazioni ebraiche e poi me ne starei ficcata in qualche agriturismo fino al 13 maggio, inizio del salone del libro di torino, non prima di aver degustato l'aperitivo kasher "gustogiusto" di gan ha gefen. enjoy.


MAGGIO
9

DOMENICA

• CASALE MONFERRATO
Ore 9 - 12,30 e 16 - 19,30: Galleria-Libreria Il Labirinto.

Via Benvenuto Sangiorgio 4.
Mostra Il tempo di Mondino: in mostra L'orologio di Aldo e i disegni del pittore Aldo Mondino, a cura di Marco Porta.

• Ore 10,00-19,30: Foyer del Teatro Civico.
Mostra Emanuele Luzzati, illustratore. Affi ches e illustrazioni a cura del Museo Luzzati di Genova. Introducono il direttore del Museo Luzzati Sergio Noberini e la vicepresidente UCEI Claudia De Benedetti.

Ore 10-12,00 e 15-17,30: Sala Mostre della Sinagoga.
Vicolo Salomone Olper 47.
Inaugurazione: ore 11,00.
Mostra Il mondo ebraico di Emanuele Luzzati. Acqueforti, disegni, tessuti, ceramiche.
In collaborazione con la Fondazione Arte, Storia e Cultura Ebraica a Casale Monferrato e nel Piemonte Orientale e con il Museo Luzzati di Genova. Introducono il direttore del Museo Luzzati Sergio Noberini e la vicepresidente UCEI Claudia De Benedetti.
Ingresso libero alla Sinagoga. Visite guidate ai musei della Sinagoga con partenza ogni ora, alle 10,00 - 11,00 - 15,00 - 16,00 e 17,00.

Ore 11,30: Sinagoga.
Aperitivo con lo scrittore Massimo Lomonaco. Da Nili a Salomon Klein. La costruzione di Israele. Letture di Caterina Deregibus Ayelè. Al termine della mattinata un aperitivo kasher GiustoGusto, a cura di Gan ha Gefen.

Ore 17,00: Sala Mostre della Sinagoga.
Vicolo Salomone Olper 47.
Non ti farai immagini. Dialogo tra il rabbino Luciano Caro e il semiologo Ugo Volli a partire da un commento sulla mostra sul mondo ebraico di Luzzati. A seguire aperitivo kasher GiustoGusto, a cura di Roberto Robotti (Gan ha Gefen).

Ore 10,00-19,30: Sala centrale del Castello.
Piazza Castello 1.
Mostra La Bibbia di Marc Chagall: con 101 acqueforti (realizzate dal 1931 al 1939) a cura di Silvia Guastalla.

Ore 10,00-19,30: Cortile del Castello.
Piazza Castello 1.
Un ponte di libri: assaggi culturali tra mondi. Una selezione di libri per sviluppare il dialogo tra culture diverse, per chi vuole capire, conoscere e sapere.

milano città di libri_réclame

dal libro, un progetto che prova a coinvolgere i librai milanesi e che trovate sulla pagina di facebook qui sotto:


http://www.facebook.com/pages/Milano-Citta-di-libri-Milano-Citta-di-librai/115480531801777l

e un po' di rassegna stampa:

http://vibrisse.wordpress.com/2010/02/26/pubblicita/


http://blog.librimondadori.it/blogs/calvetti/2010/02/26/e%E2%80%99-uscita-la-guida-alle-librerie-di-milano/


http://www.nealine.net/it/news/Spettacoli-e-Cultura/Letteratura/milano-citte-di-libri-guida-alle-librerie-e-ai-librai-indipendenti-di-milano-di-anna-albano-1937852468.html


http://www.chetempochefa.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-fda3220c-91f4-4f29-bc3d-833e8f5a533a.html


http://www.parrotized.it/cultura/narrativa-poesia/milano-citta-di-libri-guida-alle-librerie-e-ai-librai.htm


http://www.millionaire.it/content/view/3216/76/


http://www.facebook.com/notes/la-libreria-militare/la-libreria-militare-nella-guida-milano-citta-di-libri-guida-alle-librerie-e-ai-/351388149356


http://gruppodilettura.wordpress.com/2010/03/17/milano-citta-di-libri-anna-albano/


http://www.audiocoop.it/news/?id_news=8944


http://www.unaltro68.org/scripts/components/agenda/index?lemsessionid={YFJB6E11LID30N54LEKHEAQC}&oid=2&ar=3


http://www.undo.net/cgi-bin/undo/pressrelease/pressrelease.pl?action=altrieventi&day=1270072800


http://www.tuononews.it/tuononews.nsf/AG02?OpenAgent&Page=7DA0407B18F&Ref=EL


http://www.milanotoday.it/cultura/giornata-mondiale-del-libro-a-milano.html


http://www.ndanet.it/images/milanocittadilibri_Corsera020310.jpg


http://www.ndanet.it/pdf/milanocittadilibri_sole24_210410.pdf


e, vole






giovedì 22 aprile 2010

tranche de vie*_la sovrana lettrice

"A Windsor quella sera c'era il banchetto ufficiale, e mentre il presidente francese si affiancava a Sua Maestà la famiglia si schierò alle loro spalle, e la processione si avviò lentamente verso la sala Waterloo.
"Adesso che possiamo parlarle a quattrocchi", disse la regina sorridendo a destra e a sinistra fra gli ospiti sfolgoranti, "vorremmo tanto chiederle la sua opinione sullo scrittore Jean Genet".
"Ah", disse il presidente. "Oui".
La Marsigliese e l'inno nazionale li costrinsero a interrompersi, ma una volta seduti Sua Maestà riprese da dove era rimasta.
"Omosessuale e avanzo di galera... ma era davvero come l'hanno dipinto? E il suo talento", e sollevò il cucchiaio da consommé, "era davvero così straordinario?".
Non essendo stato ragguagliato sul glabro drammaturgo e romanziere, il presidente si guardò attorno stravolto in cerca del ministro della cultura".

Alan Bennett, La sovrana lettrice, Adelphi, Milano 2007

*quello a destra è il lavandino del cucinino di chi scrive. ieri sera la stessa e l'adolescentina hanno cenato sul divano con un toastie su ricetta di roald dahl, seguito da un gelato industriale e da qualche marshmallow. vi pare, tuttavia, che avrei potuto rinunciare a finire il mio bennett per rigovernare? no way.

second breakfast

"second breakfast" è un'espressione che ho imparato al tempo in cui insegnavo italiano agli stranieri alla british school della mia città d'origine (quella dei due mari). la dirigeva suzanne marchington, una signora canadese vagamente somigliante a camilla parker bowles da giovane, altissima, titolare, nel vestire, di un'anglosassone eleganza (da brividi, indeed, con questi foularini corti attaccati al collo). sposata con un italiano lazzarone di dieci anni più giovane, rozzo ma prestante, e che per diritto nuziale, pur non sapendo mettere insieme una frase in nessuna lingua conosciuta (compresa la sua madre) si faceva chiamare "direttore" – la sua disperazione: non faceva che tradirla –, arrivava la mattina intorno alle dieci, ora in cui proponeva agli astanti, per l'appunto, un second breakfast. quando non era di cattivo umore per le malefatte del lazzarone, suzanne mi faceva molto ridere raccontandomi di sua nonna, una signora molto eccentrica che, non avendo pazienza di cucire e detestando le camicette sotto le maglie, aveva una serie di finte camicie consistenti nei soli colli che attaccava ai vari maglioni servendosi di spilli. a questo pensavo poc'anzi, mentre mi sollazzavo con uno dei miei rari second breakfasts domestici. in casa editrice, ieri, mi hanno consigliato di vivere oggi, ché da domani, ahimé, la mia vita editoriale sarà troppo intensa per prevedere amene colazioni e flâneries.

un po' di freddy, qualche ricetta

milano, via torino. il lettore in alto a destra legge una vecchia edizione del Caso Wagner, di freddy nietzsche. è un ragazzo un po' disheveled, (molto) intento alla lettura seduto su un vaso che contiene una pianta di agrifoglio. gli fa da schienale quella pungente verzura, cosa della quale il nostro pare non accorgersi, con grave pregiudizio per il suo (già malconcio) giubbotto grigio topo.
la signora in basso ha corso a lungo per riuscire a prendere il tram numero due, sul quale è salita senza fiato e, dopo aver ringraziato il conducente per averla aspettata, ha timbrato il biglietto e si è immersa senza por tempo in mezzo in Mi racconto... Ti racconto - Storie e ricette del nostro mondo, una sorta di libro di cucina multiculturale a cura di reza rashidy edito da coop editrice consumatori (forse si prendeva con le pentole?).

mark twain quiz

desidero mettere a parte chi legge che chi scrive ha riportato un punteggio di otto su dodici nel mark twain quiz pubblicato sul "guardian", qui, in occasione del centenario della morte di samuel.

martedì 20 aprile 2010

laconico

ieri, su repubblica.it, il giornalista roberto rho magnifica la settimana del design in un articolo dall'entusiastico titolo Il salone batte tutti i record - la ricetta della Milano migliore. commento del lettore reverse2001: "io compro solo mobili IKEA".

lacerti urbani

ieri davanti al centro sociale garibaldi, milano, corso garibaldi, ore 15. ancora, in città, impazza il design. mi fermo, attratta da una musica assai pop. il salone che dà sulla strada è gremito di coppie agées intente a danzare, con esiti variabili. spettatori: chi scrive e un uomo con completo nero, camicia bianca, collana d'oro di dimensioni inverosimili, capelli bianchi fluenti con basette più scure, abbronzatura tropicale. mi si rivolge molto serio, posandomi leggermente una mano sulla spalla: "mi dica la verità, cosa le comunica questo?". "da una parte un po' di tristezza, perché non ci vedo autentico divertimento. dall'altra parte mi dico che se non ci fossero cose come questa forse sarebbe peggio". "sono d'accordo". gli poso leggermente una mano sulla spalla: "arrivederci". "arrivederci".

lunedì 19 aprile 2010

ancora fuori salone (un po' fuori di zucca)

sempre per il fuori salone, a milano, presso la biblioteca dell'incoronata è stata allestita la mostra "children design world". molta plastica, forme essenziali (un pochino raggelanti) e qualche oggetto di legno, sempre essenziale. l'oggetto più stupefacente era quello a destra, che si chiama spa inglesina e nella mente del designer sarebbe un fasciatoio: a me, appena l'ho visto, è apparso come una bara in miniatura, con tanto di paramento rosso. quelle horreur! questo è ciò che ne dice la casa produttrice: "Spa è il bagnetto fasciatoio dalla massima funzionalità e dall’estetica unica. Nella sua essenzialità, è dotato di tutte le caratteristiche per un uso sicuro e pratico e al tempo stesso si allinea al design dell’arredo bagno più moderno, per coccolare il bambino nell’atmosfera più bella". be', sì, l'estetica è proprio unica. meno male che sotto c'era il trono per bambini disegnato da mendini.

dettagli

ma sì, il fuori salone era discreto, anche se proponeva stancamente molte cose per fighetti (come si fa a mettersi in casa un'armadio fatto a maglia?). erano decenti certe sculture di ingo maurer allo spazio krizia. all'ingresso in via tortona, però, già nel piazzale un acre fumo di salamelle e hot dog di quarta categoria prendeva alla gola; lungo i muri proliferavano le bancarelle da mercato dove si potevano acquistare finti cubi di rubik e ombrelli tanto economici quanto inefficienti. io non so se quei chioschi maleodoranti che offrivano cibi sospetti fossero una specie di installazione a beneficio degli ospiti stranieri, tanto per fare un po' di atmosfera italia: in un caso o nell'altro, il risultato era agghiacciante.

venerdì 16 aprile 2010

chutzpah

la parola chutzpah sta a significare, in yiddish, un atteggiamento nei confronti delle cose al limite tra l'estrema audacia e la sfrontatezza. implica grande fiducia in sé stessi, una buona dose di coraggio e la convinzione che la propria idea prevarrà. vivere secondo chutzpah è un'ottima idea: garantisce dall'inclinazione alla lagna ed è un'efficace barriera contro naysayers (quelli per i quali nulla è possibile e dicono sempre no) e yesbutters (quelli per i quali c'è sempre un ma. "sì, ma..."). have a chutzpah day.

giovedì 15 aprile 2010

albanacco_oh, and i forgot

oggi è il compleanno di henry james.

eccentriche duchesse e ballerini fichissimi

sul tram numero due, ieri, la signora a destra legge Home to Roost and Other Peckings, di Deborah Devonshire – uno degli svariati libri di memorie di her grace the dowager duchess of devonshire. una signora, her grace, alquanto eccentrica, che nel 1937 prese il tè con hitler e molti decenni dopo, a un giornalista che le chiedeva se, potendo scegliere, si sarebbe intrattenuta davanti a una tazza di ambrato liquido con hitler stesso o con elvis presley, rispose: "ma che domande, naturalmente con elvis!". ditemi voi se questa è o non è una popduchessa. e cosa ci sarà stato nella borsa adelphi che pende dalla spalla della ragazzona in piedi? last but not least: sul tram, di fronte a me, sedeva roberto bolle. volto di incomparabile venustà, più esile di quanto si possa immaginare, leggeva tutto concentrato un free press finché non è sceso alla fermata di piazza della scala, volteggiando leggero verso le prove, piedi a papera e tutto. bollicious.

essere paris hilton

certo che lavorare in editoria ha i suoi vantaggi, così come praticare la libera professione. perché uno può anche andare a discettare di impresa culturale al corso como 10, dove si beve, ho scoperto, un ottimo prosecco intitolato "nino franco" e sulle piante dietro ai tavolini si posano autentici uccellini metropolitani. e così, dopo una piacevole conversazione col caro amico che al corso como ho incontrato, al momento del congedo l'amico ha posto questa semplice domanda: "ti do un passaggio?". ho detto sì, ed è accaduto così che ci siamo ficcati nella sua porsche verde bottiglia e ho fatto la mia discesa dal potente mezzo tra gli avventori del rock'n'roll sul marciapiede di casa mia, che mi hanno seguita con lo sguardo, sbigottiti, finché non ho infilato la chiave nella toppa del portone. glamour, no?

mercoledì 14 aprile 2010

pane e luce

tavola di luce a villa reale, milano, parte dell'allestimento della mostra sensoriale "tutti a tavola!". dove bisogna assolutamente recarsi, per vedere detta tavola, la rappresentazione del don giovanni di mozart tutta fatta di pupi e quello che vale il biglietto, le nozze di cana di veronese videolette da peter greenaway: si sta a bocca aperta dall'emozione per tutto il tempo della rappresentazione e ci si separa dal video riluttanti, pensando che senza arte proprio non si può vivere. menzione speciale per la stanza "fractio panis", nella quale un video che mostra la fila per la mensa all'opera san francesco è accompagnato dalla straziante jesus blood never failed me yet di gavin bryars, da spezzare il cuore.

p.s.: chi scrive, in quanto appartenente alla schiera dei vip, ha partecipato all'inaugurazione con relativo banchetto (meravigliosamente allestito): la recensione relativa alla qualità del prosecco conta cinque stelle.

martedì 13 aprile 2010

milano feuilleton

"In questa casa Giovanni Battista Bazzoni ebbe lunga dimora e scrisse delle opere sue migliori Il castello di Trezzo": così recita la scritta sulla targa posta sopra la finestra di un'abitazione di via Morigi, a Milano. e io giuro solennemente di sposare su due piedi l'uomo che di Bazzoni mi recherà in omaggio i seguenti titoli (in prima edizione, of course):
  • Il castello di Trezzo (Stella, Milano 1827)
  • Falco della Rupe o la Guerra di Musso (Stella, Milano 1829)
  • La bella Celeste degli Spadari (Milano 1832)
  • Racconti storici (Omobono Manini, Milano 1832)
  • Zagranella o una pitocca del Cinquecento (Pirotta, Milano 1845).
alla nostra prima figlia verrà imposto il nome di zagranella.

letture in tram con madeleine finale

da sinistra, in senso orario: la ragazza in bianco legge Povera ragazza ricca di Lesley Lokko; la signora in giacca rossa, beatissima e concentrata, ha davanti a sé L'albero delle lattine di Anne Tyler; il ragazzo attaccato al sostegno è completamente immerso nella lettura del Giovane Stalin di Simon Sebag Montefiore. proprio accanto a me siede un estimatore della "Settimana enigmistica" alle prese con l'Appendice della sfinge. mi fa pensare al mio temibile nonno materno, martino, che ci faceva ri-uscire di casa e ri-suonare il campanello se, entrando, non avevamo salutato ("solo gli asini non salutano quando entrano in una casa"); ci terrorizzava se facevamo chiasso e pareva fossilizzato là, seduto a capotavola, nella cucina della casa di mia nonna, un lapis (come lo chiamava lui) in mano, il settimanale che vanta innumerevoli tentativi di imitazione davanti a sé e, sulla credenza a lato, il suo immancabile barattolo di citrosodina. operaio presso l'arsenale di taranto, a un certo punto martino fu promosso capo operaio, avanzamento che festeggiammo con un vassoio di paste e lo spumante dolce. martino, che tornava periodicamente nella sua santa maria di leuca per procurarsi l'olio e il vino – un rosso che, terminato, lasciava nel bicchiere un denso strato vermiglio –, non sospettava neanche l'esistenza del passito di pantelleria.

venerdì 9 aprile 2010

dio la benedica

la incontro di frequente sul tram numero due. ha i capelli bianco-platino con la ricrescita nera, sempre di nero si veste, porta gli occhi bistrati, ha una pelle lunare e un bellissimo naso nobilmente ricurvo. sta tra la 46 e la 48, è alta e le minigonne che indossa scoprono cosce tornite, magnifiche. la parola che mi richiama alla mente è "ubertosa". nothing compares.

correspondances

oggi, sul tram numero due, ricco bottino di lettrici (filoscandinave e filovampire) e una corrispondenza (anzi, correspondance: il 9 aprile è il compleanno di baudelaire). in senso orario, le bibliopasseggere leggono L'ipnotista di Lars Kepler; La regina dei castelli di carta, di Stieg Larsson; Eclipse, di Stephenie Meyer (ma cosa ci fa quella rispettabile signora in blazer, in basso a sinistra, con quel librone per adolescenti licantropi?). la signora in basso a destra legge Gli amanti, di John Connolly: le corrisponde il signore appoggiato al palo, in viale piave – un addetto dell'atm in attesa di salire su un tram: davanti c'è la fermata del 23, del 9, del 29/30. il fatto che entrambi fossero rapiti da quelle quattrocento pagine mi ha indotta a una ricerchina. e ho scoperto che il detective delle storie di connolly si chiama charlie "bird" parker, e che condivide con il sassofonista di Kansas City un passato oscuro e un presente maledetto. e a proposito di maledetti, sentiamo charlie baudelaire nel suo petit poème en prose numero XXIII, La solitude: "Un gazzettiere filantropo mi dice che la solitudine è cattiva per l'uomo e a sostegno della sua tesi, cita, come tutti gli increduli, parole dei Padri della Chiesa.
Io so che il Demonio frequenta volentieri i luoghi aridi e che lo Spirito del delitto e della lubricità s'infiamma meravigliosamente nelle solitudini. ... E' certo che un chiacchierone, il cui supremo piacere consiste nel parlare dall'alto d'una cattedra o d'una tribuna, rischierebbe assai di diventare pazzo furioso nell'isola di Robinson. Io non esigo dal mio gazzettiere le coraggiose virtù di Crusoe, ma domando che non emetta sentenze d'accusa contro gl'innamorati della solitudine e del mistero. Ci sono, nelle nostre razze cicalanti, individui i quali accetterebbero con minor repugnanza il supplizio supremo, se si permettesse loro di fare dall'alto del patibolo una copiosa arringa ... Non li compiango, poiché intuisco che le effusioni oratorie procurano loro voluttà eguali a quelle che altri trae dal silenzio o dal raccoglimento; ma li disprezzo. ... 'Gran disgrazia, non poter essere solo!', scrive, non so dove, La Bruyère, come per svergognare tutti coloro che corrono a dimenticare sé stessi nella folla, temendo indubbiamente di non potersi tollerare".

Charles Baudelaire, I fiori del male - Poemetti in prosa, Unione Tipografico-Editrice Torinese (già Ditta Pomba). Stampato in Italia, a Torino, presso la Tipografia Cane & Durando, piazza Campanella 23/139, nel 1963. Volume venduto a chi scrive per 30 lire, qualche decennio fa, nel corso delle periodiche svendite di libri organizzate in casa propria da Antonio Falconi, insigne bibliofilo tarantino e iniziatore della di chi scrive bibliotechina domestica.

giovedì 8 aprile 2010

let's shower together_sua eccellenza jeffrey inaba



"save water - shower with a friend" è l'invito stampato sul secchio della spazzatura (pubblico) che fa parte dell'installazione Trash, di jeffrey inaba, conservata al walker art center di minneapolis. io vorrei dire al comune di milano e anche a tutti gli altri soggetti riuniti attorno ai tavoli tematici dell'expo, i quali usano spesso la parola "eccellenza" ("le nostre eccellenze", "raccordare l'insieme delle eccellenze sul nostro territorio" e così via: con tutte queste eccellenze uno si immagina di abitare in un paese popolato di nobilissime persone), che sarebbe cosa eccellente installare questi secchi in tutti i condomini, perché di arte e parole hanno bisogno tutti i cittadini, ha bisogno in permanenza la città (senza contare che fare la doccia con gli amici, oltre a portare un grosso risparmio d'acqua, favorisce la socialità, altro grande bisogno insieme con l'arte). inaba, con il suo c-lab, ha pubblicato di recente World of Giving, un libro in cui esplora gli effetti del dare e la relazione che si viene a creare tra chi dà (istituzione, organizzazione o privato che sia) e chi riceve. dare, sostiene inaba, crea ripercussioni positive perché la crescita di chi dà e chi riceve si estende e influisce positivamente sulla collettività. la copertina è bellissima e il libro costa solo ventinove punto novanta euros. eccellente, direi.

mercoledì 7 aprile 2010

sarà...




...ma quando ho visto questa pubblicità su un quotidiano, quando ho letto il pay off "nove mesi di seduzione" mi sono detta che sarebbe meglio lasciare alle signore, in borghese così come in gravidanza, la facoltà di esercitare il proprio libero arbitrio sulle questioni corporali. è pur vero che il maternity corset di un tempo doveva essere molto più scomodo del seduttivo abitino di "sarà", ma il mio pensiero è andato alla gravida: altri nove mesi di seduzione? lo sguardo lontano, algido e neutro dell'inconsapevole creatura non seduce nessuno. né lei né il suo fotografo mostrano di sapere che gli abitini maternity chic, per certi scopi, sono pleonastici: la gravidanza è un eccezionale momento di impazzimento ormonale, durante il quale disperdere il seme è massimamente piacevole. ma è cosa di umori, di fluidi e di meccaniche che mal si conciliano con quel contraddittorio invito a una seduzione senza seguito, con quel bianco che invita alla stasi e alla contemplazione, a guardare senza toccare. e comunque io vorrei spendere una parola sul piacere di uscire di casa, quando ti viene in testa, incinta o non incinta, senza lavarsi la faccia, seguendo il preciso impulso di andare a procurarsi del cibo, della carta stampata o eventualmente il sole sulla faccia: sotto un paio di persol molto scuri, naturalmente.

non solo rock'n'roll

ecco il vecchio pirata nella sua biblioteca. nella sua biografia, che sarà pubblicata in autunno da little, brown book, keith richards racconta una sua segreta aspirazione a bibliotecario. in armonia con la leggendaria scapestratezza che sempre l'ha contraddistinto (prego di procurarsi il cammeo di keith come padre di johnny depp in Pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo, 2007: non si può resistere), il nostro amico fuma tra i volumi, sprezzante di ogni conseguenza.

lunedì 5 aprile 2010

ozii (fecondi) pasquali_2

e sempre in regime di pasquale anarchia (vedi post precedente), nella tarda mattinata di un sabato santo piovosissimo, decido finalmente di prendere il tram numero due dal capolinea fino all'altro capolinea. con l'adolescentina, ci siamo fatte trasportare fingendo di essere turiste. oltre il centro, oltre il piazzale di porta genova, il due si è inoltrato lungo ripa di porta ticinese e ai nostri occhi si è presentata una distesa di graffiti, alcuni molto belli, che ornano quel tratto un po' grigio (cosa si aspetta a piantare un po' di vegetali?). arrivate al capolinea, abbiamo atteso otto minuti prima che il tram ripartisse. nel frattempo è salita un'altra adolescente, che ha cominciato a fare un po' di toeletta – spazzola, un po' di fard, un po' di lucidalabbra –, poi si è chinata per riporre la trousse portabellezze, ha cacciato dalla borsa Fuoco! di giancarlo de cataldo e si è immersa in quella lettura finché non è scesa. Fuoco! è edito dalle edizioni ambiente nella collana verdenero: vorrei vantarmi, in questa sede, di conoscere edoardo caizzi, che le edizioni ambiente distribuisce, coordina, promuove e chissà cos'altro. eddie è un ragazzo meraviglioso, intelligente, pratico, scostante quanto basta. quando lo abbracci lo senti tutto, perché non è uno di quegli uomini emaciati. concluderei con un altro spaccato del mondo giovanile (ma non troppo: il tizio in questione avrà avuto trent'anni), fornitomi dal signore che sedeva dietro di me e che parlava al telefono con un amico: "sono sul tram, sto andando in centro ché devo cambiare una cosa. poi torno a casa che ciò un paio di sbattimenti da fare. poi ci possiamo vedere. tu che programmi hai? ti chiamo dopo!". adesso smetto di scrivere. scusate, ma ciò un paio di sbattimenti da fare anch'io.

ozii (fecondi) pasquali_1

uno dei vantaggi di avere un picciol numero di parenti, e di averli lontani, è che si può decidere di trascorrere i periodi di festa seguendo l'uzzolo del momento. così è capitato che, dal venerdì santo a oggi, in casa di chi scrive sia stata totale anarchia di attività e relativi orari. certo, c'è stato un pranzo di pasqua, con relative uova e pecorelle di marzapane – meglio sarebbe dire una merenda di pasqua, ché i ritmi sonno-veglia, in assenza di casa editrice per chi scrive e scuola per l'adolescentina, risultano intrecciati, capovolti, sovvertiti, ignorati, forzati fino all'ultima pagina del libro che ci piace, in piena notte. trionfa il multimediale totale: libri, computer, cd player, radio e televisione (quasi sempre separati, ma capita di intorcinarsi sul divano col piede sinistro sotto la coscia destra, il libro di turno e un discreto cinguettio radiofonico di sottofondo). e in questi giorni in cui tutto è consentito, in un carnevale tardivo più pagano che mai, i canali più in auge sono deejay tv e mtv: dove si scopre che nei videoclip di due giovani mascalzoni – dizzee rascal, quello in alto con i medi in su e il collanone di ordinanza, e adam lambert, finalista di "american idol" – si vedono libri. nel video del primo, Dirtee Cash, immerso in un'atmosfera tra un sabba multigender e la notte di halloween, sono inquadrati mentre vengono posti al rogo rispettivamente Il capitale in lingua originale, The Complete Works of William Shakespeare, la Bibbia, lo spartito di Jerusalem, inno ufficioso d'inghilterra con testo di william blake. devo aggiungere che "rascal" è parola risalente al XV secolo assai fascinosa. adam lambert, invece, nel suo Wataya Want from Me, si dispera in una grande casa lungo la quale la telecamera lo segue e spesso lo inquadra sullo sfondo di una grande, apparentemente ben fornita libreria.

spedizioni misteriose

il 31 marzo scorso, mentre alla posta di via della moscova, milano, aspettavo il mio turno per pagare una bolletta, la mia attenzione è stata catturata dalla coppia che si vede qui a destra. avevano fatto il loro ingresso, lei con una mezza dozzina di libri in mano, lui con grandi buste gialle e un'agendina. gira che ti rigira, ho scoperto che il titolo dei libri era L'amante del papa. la signora col cappotto blu, un bel volto vagamente rinascimentale, incarnava una figura assai consueta tra i parenti degli artisti, degli scrittori: la moglie-segretaria, quella che si occupa, nel caso l'artista pubblichi un libro, di tenere la contabilità della bibliografia o delle mostre; o quella che tiene le fila dell'agenda dell'illustre consorte (ne ho conosciute a decine, sono molto dolci, o molto petulanti, o semplicemente non si fanno domande, pur essendo donne adulte: ma, dico io, non si stufano?): insomma la custode del sacro fuoco dell'arte altrui. hanno cominciato a mettere i libri nella buste, poi, a un certo punto, qualcosa non ha funzionato in un indirizzo, pertanto il signore si è fatto consegnare l'agendina dalla signora e ha telefonato, ho origliato, a venezia: sì, perché a un certo punto ho sentito la parola "calle". tornata a casa, e cercato il titolo del volume, ho scoperto che l'autore è giacomo wannenes, famoso antiquario (era lui in persona, alla posta, come mi ha indicato google immagini), e che la pubblicazione del volume – "un intreccio di storia russa, fantasia e religione", si dice sul sito di unilibro – risale al 1994. ora, mi chiedo, quale potrebbe essere il motivo per il quale, sedici anni dopo, il nostro antiquario spedisce sei copie dell'Amante, tra le quali una a venezia? d'altra parte, scopro, il nostro non è nuovo ai misteri: nel 2000, con lo pseudonimo di salvatore walker, ha pubblicato in Francia Vanity Art, un giallo in cui denunciava, basandosi su informazioni di prima mano, le malefatte di suoi disonesti colleghi; nel 2007 ha pubblicato anche Diffidate degli angeli, protagonisti "una pletora di falsari, antiquari, restauratori e lacché in combutta per truffare clienti creduloni" (da giallografia.com).

domenica 4 aprile 2010

cose da librai






e così il primo aprile, nonostante nubifragi, date improponibili e incipienti vacanze pasquali, chi scrive, insieme con il suo editore roccaforte e la libraia ligresti della libreria del mondo offeso, ha presentato "milano città di libri". è stato un bell'incontro, nel corso del quale alcuni librai si sono salutati e altri si sono conosciuti; hanno parlato lettori, giornalisti e operatori culturali; si sono avanzate proposte interessanti. ma la cosa più inaspettata, oltre alla perfetta tenuta della mia acconciatura, è che ho dovuto firmare degli autografi. una cosa che ho sempre sognato di fare, sì, ma dal palco di sanremo.

giovedì 1 aprile 2010

all together now

il signore con microfono che si intravede nell'immagine è il professore di musica di una scuola media milanese, per la precisione quella frequentata dall'adolescentina. siccome a natale il concerto di flauto non si era potuto fare causa neve e conseguente chiusura anticipata delle scuole, ieri ha avuto luogo il concerto di pasqua. la palestra della scuola era zeppa di studenti e genitori, fioccavano flash e le telecamere casalinghe ronzavano (forse non è vero, ma io una telecamera me la immagino ronzante). tutto si è svolto secondo copione: impegnatissimi, gli studenti hanno suonato un vasto repertorio, dall'inno di mameli a viva la vida dei coldplay, passando per un medley di canzoni italiane da volare ad azzurro. a proposito dell'inno nazionale debbo chiosare che si è assistito a un bizzarro fenomeno: alle prime note di questa straziante composizione – ammettiamolo, il national anthem più brutto e grottesco del mondo – la maggioranza degli spettatori si è levata in piedi, e poco mancava che si poggiassero una mano sul cuore. ed erano seri. chi scrive è rimasta al proprio posto compostamente seduta, insieme con un'altra signora dall'aria perplessa. ma quel che importa è che alla fine dell'esibizione – gli animi e le ugole già scaldati dall'invito, timidamente accolto dagli ingessati genitori milanesi, di unirsi all'ohohohohoh del brano dei coldplay –, quando l'appassionato professore ha impugnato il microfono e ha cominciato a cantare fuori programma 'o surdato 'nnammurato la platea, arrivati al punto "ohi vita, ohi vita mia", è esplosa in un irrefrenabile boato: tutti cantavano a squarciagola, battevano le mani, urlavano il proprio gradimento, con grave sconcerto dei figli, che descrivere perplessi è dir poco. e comunque la canzone partenopea ha risvegliato la canterina italianità di tutti i presenti: quando, in un soprassalto finale di ecumenismo, il professore ha messo a disposizione di tutti il computer/karaoke, sul cui schermo potevamo leggere i versi delle canzoni, e facendo tremare i muri della palestra – un momento di grande spettacolo –, abbiamo concluso, genitori e figli, sulle note immortali di that's amore.

p.s.: il professore di cui si parla sopra, oltre a essere un divo della canzone, è uno che si impegna da morire in quello che fa. quella scuola media milanese è piena di gente così: dagli insegnanti di inglese a quelli di italiano a quelli di matematica, persone che non si risparmiano neanche al di fuori dell'orario di lavoro e cercano di far funzionare le cose.
gente poco formale: a chi scrive è capitato di andare a discutere di iniziative scolastiche anche in un bistrot, davanti a un eccellente bicchiere di prosecco. di più non posso dire.