lunedì 28 settembre 2009

energia

mi pare che marco vallora sia uno dei pochi che ancora coltivano un po' di indignazione nei confronti dell'editoria inutile. questa è la chiusa della sua striscia sulla prima pagina del "ttl" di sabato 26 settembre (il titolo è non fanno arte i cataloghi insulsi e la colonnina è dedicata all'interpretazione dei dati di un'indagine sul fatturato dei libri d'arte, divulgati in occasione dell'appena trascorso "artelibro"):

"Rinasca una sana saggistica e muoiano cataloghi insulsi, improvvisati, zeppi di errori di stampa".

aderisco. ho lavorato sui cataloghi di mostra per lunghi anni e confermo che, in specie nell'ultima decade, questi sfortunati fratelli dei libri veri (con alcune lodevoli eccezioni, of course) sono fatti male, letti e controllati peggio, nonché fonte di notti insonni per i redattori raccogliticci di case editrici che non investono né sulla formazione dei propri professionisti né, alla lunga, sulla loro buona immagine.
indipendentemente dal fatto che avrei potuto averne a palate, non ho mai comprato un catalogo di mostra in vita mia.

cose da libri_registro delle nascite e delle morti

certo, nella città di milano per ora la bilancia pende a favore dei morti, ma sono lieta di annunciare che i prodi roberto testa e chiara de bartolomeis hanno partorito una nuova libreria che si intitola "linea d'ombra". l'appuntamento per il battesimo è giovedì 1° ottobre in via san calocero 29, dalle 18. io accorro numerosa, vediamoci là.

giovedì 24 settembre 2009

x and the city_le intellettuali milanesi non dormono mai

pare che "x factor" sia molto in auge tra gli intellettuali, al contrario di "amici", che sarebbe per ragazzini e minus habentes. e nei mercoledì notte dedicati all'analisi critica dello spettacolo, quando non si può stare fianco a fianco, le tastiere dei telefoni cellulari scottano per l'uso compulsivo, com'è accaduto stanotte.

per comodità, chiameremo le signore intellettuale 1 (I1) e intellettuale 2 (I2)-

I1. "secondo me staresti bene con la parrucca della mori..."
I2. "mi fa impazzire!"

I1. "eh, ti conosco... (sai che damiano è un mio amico?)"
I2. "lo stanno cazziando"
I1 "ma sì, fanno bene. è un simpatico randagio, un po' cazzone"

I1. "la mori è antipatica"
I2. "ma l'acconciatura..."
I1. "ma quella non l'ha fatta lei"
I2. "ma chi ti piace dei candidati? e lo scenografo tommassini non ti fa impazzire?"
I1. " sofia mi sta sulle palle"
I2. "yavanna forever"
I1. "no, dai, quelle sono delle madonnine infilzate che stasera hanno giocato alle zoccole: uno stereotipo"
I2. "be', babushka è stata superlativa"

I1. "che ne dici se io e te ci mettiamo nelle mani di tommassini?"
I2. "secondo me lui tirerebbe fuori il massimo da noi, lo adorerei"
I1. "guarda chiara: a noi tomassini ci transustanzierebbe..."
I2. "dobbiamo assolutamente trovare il modo di conoscerlo"
I2, insistente: "..., i' vorrei che tu, luca ed io..."

I2. "però la mori per le sue foto ha ragione"
I1. "va be', ma tu ti identifichi troppo con la mori e il suo piacere a chi le vuole bene. mantieni il distacco, rubiamole la parrucca e basta"
I2. "quella se n'è andata davvero"
I1. "e con la parrucca, per giunta"

I1. "io dico a casa silver"
I2. "sì, però anche marco, con quell'orrenda capigliatura..."
I1. "ma è bravo. a casa facchinetti. e orrenda marchetta di quell'ochetta della bignardi"
I2. "la bignardi deve morire tra atroci torture"

I1. "ma francesca che sbaciucchia il nano dietro le quinte?"
I2. "ma facchinetti che si toglie la giacca?"

I1. "è ora di spegnere il monitor"
I2. "io guardo ancora 10 mins."

per l'appunto

in riferimento alle mie lamentele del 21 settembre circa l'inesistenza di un contenitore adeguato per i kit da scrittura, la lettrice pollon mi segnala l'esistenza 1. dei pantaloni cargo ("il posto più comodo per quadernetto e penna sono i pantaloni cargo", mi dice testualmente), e 2. di una borsa magnifica di cole haan, griffe che non conoscevo ma di cui sarò d'ora in poi adepta fedelissima. la borsa dell'immagine è in realtà da uomo, ma per le signore è incredibilmente cool.

psychokiller

dal primo ottobre nei supermercati lidl sarà in vendita il kit del perfetto sociopatico: una sega elettrica con lubrificazione automatica e arresto catena veloce (in caso di improbabili ripensamenti), 66 euro; una pistola sparapunti, adatta per punti e chiodi, mille chiodi e mille punti inclusi, per il ridicolo prezzo di 24.98 euro; la lampada ricaricabile multipower, comodissima per soste di medio periodo nel più fitto del bosco, con luce brillante, per 19.98 euro. la lampadina, specifica il copy, è a catodo freddo. brr.

martedì 22 settembre 2009

canone occidentale. no way

colgo e trasmetto alcune osservazioni di harold bloom dalle pagine del suo "come si legge un libro e perché". questo signore mi conferma sempre nella mia furia personale.

1. "leggiamo non solo perché non possiamo conoscere un numero sufficiente di persone, ma anche per ché l'amicizia è così vulnerabile, così soggetta ad affievolirsi e a scomparire, travolta dallo spazio, dal tempo, dalle affinità imperfette e da tutti gli affanni della vita familiare e amorosa".

e una sintesi mirabilissima dell'unica funzione che può esercitare la critica:

2. "i critici che ho preso a modello (in particolare il dottor samuel johnson e william hazlitt) esercitano la loro arte allo scopo di rendere perfettamente esplicito quanto è implicito in un libro. nelle pagine seguenti ... mi concentrerò soprattutto sui metodi per notare e cogliere quanto può e deve essere reso esplicito".

3. "non sempre possiamo scegliere come leggere (bene o male) e che cosa leggere, ma il perché deve essere rappresentato soltanto dal nostro personale interesse. ... mi concentrerò sulla lettura intesa come pratica solitaria anziché come impresa educativa."

4. "il mio lettore ideale (ed eroe intramontabile) è il dottor samuel johnson, che comprese ed espresse sia i poteri sia i limiti di una lettura incessante".

5. "continuo a essere scettico sulla tradizionale speranza sociale secondo la quale la solidarietà può ricevere impulso dallo sviluppo dell'immaginazione individuale, e diffido delle argomentazioni che correlano i piaceri della lettura solitaria al bene pubblico".

6. "poiché l'ideologia, soprattutto nelle sue versioni più superficiali, riesce a distruggere la capacità di comprendere e apprezzare l'ironia, vorrei che il recupero dell'ironia fosse il nostro quinto principio per il rinnovamento della lettura ... la quinta regola mi spinge però sull'orlo della disperazione, perché non si può insegnare a qualcuno a essere ironico più di quanto si possa spiegargli come diventare un solitario ".

7. "leggete in profondità, non per credere, non per accettare, non per contraddire, bensì per imparare a partecipare dell'unica natura che scrive e legge".

8. "a volte penso che, fra tutti gli autori di cui conosciamo la biografia interiore, cechov e beckett siano stati gli esseri umani più gentili. della vita interiore di shakespeare non sappiamo nulla, ma se leggiamo senza sosta le sue opere teatrali abbiamo il sospetto che questo individuo sapientissimo debba essere affiancato agli altri due. anche il creatore di sir john falstaff, di amleto e della rosalind di come vi piace mi fa desiderare di essere più me stesso. come sostengo nel presente libro, questa è proprio la ragione per cui dobbiamo leggere e per cui dobbiamo leggere solo il meglio di quanto è stato scritto".

sì, lo so, non si scrivono post così lunghi perché il mezzo, la soglia d'attenzione eccetera.

n.b.: sul sito di "life", da cui è presa la foto, c'era scritto "for personal and non-commercial use only". un blog è una specie di diario personale, perciò credo che non sarò arrestata. e la foto di harold è bellissima.

gaspard de la nuit

COMINCIA IL SECONDO LIBRO DELLE FANTASIE DI GASPARE DELLA NOTTE
LA VECCHIA PARIGI

VI. L'UFFIZIO DELLA SERA

Dixit Dominus Domino meo: Sede a dexteris meis
Uffizio dei Vespri


Trenta monaci, sfogliando pagina per pagina i salteri unti come le loro barbe, lodavano Iddio e vituperavano il diavolo.

***

"Signora, le vostre spalle sono un giardino di gigli e di rose". E, piegandosi, il cavaliere cavò un occhio al suo servo con la punta della spada.
"Motteggiatore!", ella sussurrò vezzosamente, "vi divertite a distrarmi?"
"Leggete l'Imitazione di Cristo, signora?"
"No, il Gioco dell'Amore e della Galanteria".
Ma la salmodia dell'uffizio era finita. Ella chiuse il libro e si alzò dalla sedia. "Andiamocene", disse, "per oggi abbiamo pregato abbastanza".

ossimori

figura retorica a milano, via giambattista lulli.

lunedì 21 settembre 2009

non restare chiuso qui, pensiero

una matita col gommino, ben temperata, rappresenta senz'altro autonomia nella scrittura (a patto di ricordarsi il temperamatite, o di emulare simenon, che di matite temperate se ne procurava sempre diverse, prima di cominciare la sua giornata di narratore). poi ci sono le penne da appendere al collo, delle quali chi scrive possiede un esemplare in finto rettile viola, assai chic, sempre pronto alla bisogna. e fin qui, ci siamo. quello che ancora non si trova nelle vetrine è un contenitore appropriato per il kit completo, matita/penna più moleskine o altro taccuino. non sempre uno indossa abiti con le tasche, e non sempre, quando ti coglie l'uzzolo di fissare un pensiero sulla carta, è agevole cercare gli strumenti in una borsa. è vero, si potrebbe seguire il consiglio dei pooh e scrivere tutto ciò che si sa su un muro (però poi magari ti condannano a ripulire applicando la pena del lavoro socialmente utile, con grave perdita di tempo e nocumento per l'esercizio intellettuale). io allora vorrei pregare qualche designer all'ascolto di pensare a un contenitore adeguato che consenta l'estrazione fulminea del materiale necessario, morbido, di ridotte dimensioni, appendibile ma non fastidioso, elegante, progettato per sofisticate appuntatrici.

i vestiti nuovi del curatore

nel numero 1 di "klat", nuovo magazine di architettura e arte contemporanea in uscita a ottobre, incentrato principalmente su interviste bilingui (ita+gb) a protagonisti delle discipline summenzionate, alla domanda di fabrizio gallanti "dove compri i tuoi vestiti?" hans ulrich obrist risponde "non compro mai vestiti".

venerdì 18 settembre 2009

l'autore par excellence

mi piace ricordare oggi il capodanno ebraico con le parole particolarmente appropriate di Rabbi Tzvi Freeman. il titolo originale, troppo bello per tradurlo, è Editing the Past.

"Rosh Hashana è l'inizio, non solo di quest'anno, ma di tutti gli anni trascorsi.
Come può essere? Perché in questo giorno ti è conferito il potere di tornare indietro nel tempo e correggere il significato di tutto ciò che è passato.
E' vero, Egli è l'Autore. Ma Egli ci ha incaricato di fare i redattori. Noi adattiamo la trama, trasformiamo l'intreccio. Nel trasformare chi siamo oggi, noi riscriviamo il nostro passato e siamo gli artefici di un mondo completamente nuovo".

lunedì 14 settembre 2009

idoli pop - helmut fritz

il mio settembre è e sarà scandito dalla divertentissima canzone dell'ameno signore qui a fianco, ça m'enerve. a me, mi fa impazzire.

trendsetting 9_la classe non è acqua

no, non sono le isole bermuda. è milano, via ponte seveso, sabato appena scorso. ma questo gentiluomo, vivaddio, in città, sui bermuda indossa la giacca.

mercoledì 9 settembre 2009

a qualcuno piace scema

mi giunge notizia che giovedì sera, in corso XXII marzo 4, sarà inaugurata la "lefel", nel titolo del "corriere della sera" definita la feltrinelli delle ragazze. nel sottotitolo: "in vendita abiti, trucchi, piccolo design". l'astuto marco bergamaschi, ideatore del negozio con l'astuto editore carlo feltrinelli, dichiara che lefel "suona come il nome di una donna che si diverte a scovare in giro per il mondo oggetti speciali per le amiche". primo: chi è che si chiama lefel, se non la terza figlia di francesco totti? secondo: chi è questa cretina che va in giro per il mondo a scovare oggetti per le amiche? e così bergamaschi, individuato il target, dedica trecentoventi metri quadri alla "più classica Los Angeles literature (ovve­ro storie di femmine belle, ric­che e innamorate), trucchi, ba­gnoschiuma, guide viaggio, fo­tografie, abbigliamento, desi­gn, cioccolato e tè da degustare insieme nella tea-room" (degustare insieme a chi? ad altre pollastrelle?). "Tra gli scaffali agende Moleskine, car­net de voyage, manuali di mas­saggio orientale, libri di giardi­naggio e guide per vincere alcu­ne insicurezze", continua l'entusiasta autrice dell'articolo. io sono una cliente moleskine. quando sono in viaggio a volte uso un carnet de voyage, sporadicamente mi faccio massaggiare, ho curato un libro di giardinaggio scritto da un nobile inglese buonanima, ho alcune insicurezze. tuttavia, bergamaschi, a me il design piace grande, non piccolo; più che pollastrella mi definirei un'autorevole gallina madre; e per eventuali amici i regali li scovo dove dico io. o forse dovrei rivolgermi alla giornalista michela proietti: signora, dica al titolista di contenersi.

martedì 8 settembre 2009

i wanna be like you when i grow up_natalia, la televisione, i libri

natalia aspesi, si sa, è un bel tipo. riporto qui di seguito alcune sue amene risposte contenute nella bella intervista di anna ardissone – direttrice del magazine di settore "bookshop", dedicato alle librerie e ai libri (e col quale mi onoro di collaborare) – pubblicata nel numero di giugno-luglio.

come è organizzata la sua libreria?
a casa mia i libri sono divisi in ordine alfabetico e per argomento. compro anche libri che non leggerò mai.

cosa fare per promuovere il libro in televisione?
gli editori dovrebbero convincere i produttori delle fiction a mettere sempre un signore con un libro in mano*. ci dovrebbe essere sempre almeno una scena in cui un attore viene interrotto mentre sta leggendo un libro.

lei frequenta le biblioteche?
vado spesso alla biblioteca sormani a consultare i libri che ho in casa ma che non trovo.

* mi corre l'obbligo di segnalare che, nel corso di tutta la fiction un posto al sole d'estate, andata in onda su raitre fino a venerdì scorso, la giovane attrice ada febbraio, che vestiva i panni di penni, è stata vista spessissimo con un libro in mano, nelle pause dal lavoro al finto villaggio turistico "baia mille". è vero, nell'ultima puntata dichiara di averci messo i tre mesi estivi a leggerlo, ma si trattava pur sempre del sogno di una notte di mezz'estate di william. si attendono altri autori televisivi bibliomani.

furori ginevrini

ogni due anni, a ginevra, si tiene una manifestazione dal titolo "fureur de lire". il 2009 è l'anno buono: bisogna andare a ginevra e starci dal 23 al 27 settembre (tra gli ospiti questa volta ci sono anche i wu ming, ma tant'è). a parte i soliti incontri con gli autori et alia, di cui potrete leggere qui, c'è una cosa bellissima organizzata dal cercle de la librairie et de l'édition genève: un tour per le librerie del centro, con soste in ogni libreria per mangiare, bere e giocare un gioco a premi. ci si procura, presso una delle librerie o una biblioteca, il passaporto per il tour e si parte alla scoperta o riscoperta di librerie e librai. il gioco a premi consiste nel rispondere a una domanda che attende il bibliopellegrino in ogni libreria del percorso: se si risponde bene ad almeno sette domande si vince (presumo, poiché non è specificato) un libro.

dal sito del cercle de la librairie: "il cercle de la librairie et de l'édition genève è un'associazione senza scopo di lucro, che prosegue l'attività del cercle des libraires di ginevra, fondato nel 1888. questa associazione professionale e cantonale raggruppa diversi attori legati al libro – librai, editori, distributori, rivenditori specializzati". e veniamo a quella che da un po' si chiama pomposamente "mission", ma che tutto sommato agli operatori del libro bene si attaglia, dovendo questi professionisti, per svolgere efficacemente il proprio mestiere, acquisire una grande competenza da evangelizzatori: "il cercle de la librairie et de l'édition ha come scopo: di diffondere il gusto per la lettura; l'organizzazione e lo sviluppo armonico del commercio dei libri; di tutelare gli interessi professionali dei propri membri".

a proposito, quando è che ci infuriamo un pochino anche noi, a milano?

lunedì 7 settembre 2009

milan l'è un grand milan (scusate la pronuncia)

la felicità è il tram numero due che ti aspetta al capolinea, puntuale come aveva promesso l'atm. è vero, stamattina i passeggeri leggevano solo free press, ma in fondo manca ancora un pochino per l'autunno, e siamo ancora tutti un po' in vacanza.

domenica 6 settembre 2009

tutti in famiglia_premio campiello, o della sobrietà

non ho letto nessuno dei cinque libri finalisti al premio campiello. però ho assistito alla relativa serata ieri sera, su raiuno, e ho visto che ha vinto Venuto al mondo di Margaret Mazzantini, del quale posso dire "non l'ho letto e non mi piace". non mi piace perché l'emaciata signora ha raccontato di averlo scritto soffrendo tantissimo, di aver versato fiumi di lacrime durante l'accidentata produzione, di averlo fatto leggere a non so quale ragazza di sarajevo per, eventualmente, emendare qualcosa di non politically correct che fosse sfuggito alla sofferente. e poi ha raccontato di una telefonata in cui piangevano tutte e due, e ha dedicato il libro ai poveri bambini di sarajevo, parlando di un "bambino musulmano ma bianchissimo" (ma la signora mazzantini lo sa che esistono musulmani di vari colori e che il musulmano bianco non è una variabile impazzita del musulmano negro?). quando il presentatore ha dato i risultati semifinali – in cui mazzantini risultava nettamente in testa –, per poi riprendere la trasmissione in attesa dei risultati finali la scrittrice, con uno scatto inverecondo e temendo di non poter perorare la sua causa umanitaria, ha chiesto ansiosa "ma poi mezza parola me la fate dire?". certo, poi gliel'hanno fatta dire. e la signora ha ringraziato tutti, persino gli industriali veneti a cui, non sapendo cosa dire, ha fatto il segno dell'occhei; i suoi figli ("gli tolgo tempo"); il maritolamammalanonna. alla fine erano tutti sul palco, scrittrice, marito, mamma. solo gli imbarazzatissimi figli si sono rifiutati di intervenire nella paesana kermesse. perciò, ha vinto questa signora, che ha scritto della "bellezza della maternità, del bianco che poi incontra l'utero nero della guerra". ah, la compostezza, dall'inizio alla fine della manifestazione, di elena loewenthal!

post scriptum: ho guardato il premio campiello con la mia figlia adolescente la quale, alle mie rimostranze per il fatto che non ci si va a baciare in famiglia su un palcoscenico, mi ha risposto "ma mamma, non l'hai capito che suo marito non ha ancora divorziato da lei perché è pazza e lui deve prendersene cura?"

giovedì 3 settembre 2009

spamming allowed_concorso letterario

lungi dall'essere nocivo come in molti lo considerano, lo spamming è una risorsa preziosa per coloro i quali non dispongono, come accadeva a georges simenon, di una sfera d'oro massiccio da tenere in mano per sollecitare l'ispirazione. quelli che leggete qui sotto sono autentici nomi contenuti in autentici messaggi spam, che chi scrive ha amorosamente collezionato nel tempo. accanto a ogni nome è scritta la microstoria che lo stesso ha ispirato. aggiungo, in calce, un piccolo elenco di nomi che attendono di ispirare altri scrittori da bar. a voi.

Rosario Maloney
– messicana, nel secolo scorso ha sposato un investigatore privato di quarta categoria, con il quale vive attualmente a santa monica.


Angelita Vera – messicana, decenne, priva delle gambe, che ha perso in un conflitto a fuoco con la polizia di frontiera. ha mosso a pietà un poliziotto sterile del montana, che ha iniziato la procedura per la sua adozione.


Nikita Phillips – russa, è riuscita a risiedere a new york con un visto turistico per quindici anni. alla fine ha contratto matrimonio con un suo vicino di casa, maggiore di lei di quarant’anni, per il quale aveva fatto la catsitter.


Acantha Godoy – fiorista di origine spagnola. accanita fan di penelope cruz, coltiva la convinzione incrollabile che un giorno ne condividerà il destino artistico.


Radomira Gatto – femme fatale, proprietaria di una decina di pellicce vere che indossa senza alcun imbarazzo, indefessa fumatrice, è un’ungherese di origine italiana, con una pettinatura alla veronica lake.


Shanna Santiago – detiene il record di provini effettuati per un numero incalcolabile di episodi di miami vice. si presentava sul set ogni volta con un nome diverso ma veniva sempre scartata all’ultimo momento.


Kaitlin Quintero – uno dei molti pseudonimi di Shanna Santiago (vedi sopra).


Odessa Benoit – nata nel québec da nostalgici genitori russi, gestisce una libreria in perdita a gatineau.



Ladonna Huerta

Bahiga Muscarella

Angelo Rosales

Dante Winston

Bronislava Fusco

Lupe Shirley

Narcisse Ginn

Zitella Weidar



mercoledì 2 settembre 2009

the sunny side of it_autori ed editori

quando uno propone un libro agli editori, esiste normalmente quel periodo di vacatio in cui nessuno risponde, oppure qualcuno risponde dicendo no grazie perché il tuo prodotto non venderà, insomma esistono tutte le possibilità di coltivare, negli interstizi del tempo che trascorre, una variegata palette di stati d'animo. dopo un po' predomina il sollievo di quando ti dici "massì, forse è meglio così, in fondo eccetera". dopodiché, maligno, si palesa l'editore interessato, a rimescolare le carte e rimetterti sul cuscino di spine. e insomma bisogna che il libro esca a novembre perché poi il natale. e tu senti di non avere scampo e che adesso devi metterti a lavorare davvero.
così questa mattina ho indossato il mio abito migliore e sfoderato il mio sorriso più affascinante. l'editore è arrivato in ritardo ma ha incaricato un suo sottoposto di (al telefono ha detto proprio così) intrattenermi. quale non è stato il mio sollievo nel verificare che l'intrattenimento consisteva in una pudica tazza di caffè (quel ragazzo era decisamente troppo giovane per altri intrattenimenti da somministrare alla sottoscritta) e in una specie di imbarazzata cortesia. l'editore era in ritardo. giunto, l'editore mi ha calorosamente abbracciata e baciata sebbene non ci fossimo mai incontrati prima di stamattina. e dopo due decenni di redazione editoriale io ho provato l'inebriante sensazione di stare dalla parte dell'autore, di quello che volendo può pure scassare l'anima con qualche puntiglio che dovesse figgerglisi in capo. definiti i dettagli, dopo la firma del contratto, l'editore mi ha fissata con serietà e mi ha detto "dimmi se ti serve un anticipo, dimmi se prevedi di avere delle spese". lì per un momento mi sono sentita davvero raymond carver.