martedì 4 dicembre 2012

LADIES AND GENTLEMEN, COSE DA LIBRI HA TRASLOCATO

e ha traslocato al seguente indirizzo:

http://cosedalibri.wordpress.com

probabilmente i lettori affezionati* saranno scioccati nel vedere la nuova grafica, un po' meno polverosa – ho scelto il tema esquire, che mi è piaciuto molto per il richiamo alla prestigiosa rivista. devo ancora imparare a usare wordpress, e si vede, poiché la nuova casa ha un che di provvisorio, ma pare che quella piattaforma sia più versatile e che mi consentirà meraviglie. e comunque ogni tanto bisogna cambiare e, volendo aderire all'invito che george carlin ebbe a fare nel corso di un suo spettacolo,

LET'S TAKE A FUCKING CHANCE, ONCE IN A WHILE!



* si pregano i lettori affezionati di traslocare pure loro e di ricostituire l'immensa comunità di follower che caratterizza cose da libri. ci vediamo di là.

lunedì 3 dicembre 2012

la città del buon gusto uno_rivoluzione arancione (anche a natale)

un albero di natale basso 20 metri orrendamente infiocchettato, tanto basso che quasi non si vede,


 i sempiterni brigidini all'anice,



una teoria di bancarelle da mercato rionale





e una ragazza in posa lasciva che tiene in mano un profumo versace, appiccicata sul duomo in restauro


(le fa buona compagnia Eros, il profumo per maschi sull'altro lato):


è l'irredimibile vocazione strapaesana della giunta pisapia. se questo è il natale arancione, per favore, andate subito a rintracciare letizia moratti.

il messaggero, luca ricci e gli orrendi refusi su un articolo

ma dove è, nella redazione del "messaggero", lo scaffale con la garzantina? in questo, anche caruccio, articolo di luca ricci (2 dicembre), sugli scrittori immortalati dai fotografi, troviamo:

- Rolling Stones = "Rolling Stone" (rivista)

- Susan Sontang = Susan Sontag

- Maurizio Corona = Mauro Corona

- Henry Cartier Bresson = Henri Cartier-Bresson

meno male che l'odierno oroscopo di branko, sullo stesso giornale, mi è favorevole:



domenica 2 dicembre 2012

altri oggetti votivi

siccome, oltre ad avere in casa lo spirito di edgar allan poe che vigila (si veda il post precedente), bisogna anche cucinare, è stato necessario allestire un altarino votivo anche per benedetta parodi (si veda una disamina del suo opus televisivo nelle righe di questo post), che con il suo garrulo manuale talora si rivela molto utile a certe signore che lavorano alla scrivania anziché al tavolo di cucina.

perché non sempre, per risolvere le questioni domestiche, si può usare la bacchetta magica. pur avendola.

edgar e lo spirito della casa

“Ligeia, l’amatissima, l’augusta, l’incomparabile, la sepolta. Mi rapivo, nel ricordo della sua purezza, del suo sapere, della sua eccelsa eterea natura, del suo appassionato idolatra amore. Allora veramente il mio spirito bruciò tutto e completamente libero di tutti i fuochi di lei, e oltre. Nell’eccitazione dei miei sogni oppiati (poiché ero ormai abitualmente incatenato ai ceppi della droga) io invocavo forte il suo nome nel silenzio della notte, oppure durante il giorno tra gli ombrosi recessi delle valli, quasi che, nella disperata angoscia, nell’austera passione, nel divorante ardore del mio desiderio per la donna scomparsa io potessi ricondurla sul sentiero che ella aveva abbandonato (ah, era mai possibile che fosse per sempre?) su questa terra.”


Bisogna sapere che in casa di chi scrive c’è una paretina dedicata a Edgar Allan Poe (rimando a questo post per una breve disamina del Poe teorico, in riferimento alla forma del racconto). Ci sono la sedia Ligeia, una mensola, tre libri (altri se ne aggiungeranno quando avrò finito di toglierli dai cartoni del trasloco) e un’elaborazione da un ritratto di Edgar, che in virtù della posizione vigila su di noi anche quando siamo in cucina. Così, se l’anima stanca di Ligeia desiderasse fermarsi un momento a prendere fiato, la sua sedia dedicata è sempre disponibile. 




Al di là del flavor sepolcrale, in realtà la paretina  è concepita per trasmettere energia e tensione positiva all’azione, all’uso strenuo della forza di volontà – un’ispirazione dovuta al testo che Poe mette in esergo al suo racconto, forse di Joseph Glanvill, forse a lui da Poe forzosamente attribuito:

“E lì è la volontà che non muore. Chi conosce i misteri della volontà e della sua forza? Poiché Dio altro non è se non una grande volontà che penetra tutte le cose per la natura stessa della sua forza. L’uomo non s’arrende agli angeli né alla morte interamente, se non per la sola debolezza della sua fragile volontà.”

Certo, bisogna anche averla, la sedia Ligeia. Chi scrive vi si è imbattuta per un felice caso di serendipity, in un sito di annunci. Subito mi sono accertata dell’origine del titolo e ho deciso di comprare l’opera dalla sua autrice, Valentina Rondina, una giovane restauratrice e decoratrice di Arluno che dopo gli studi classici si è specializzata in conservazione programmata dei manufatti lignei e presenta i suoi lavori nel blog “caratteri mobili”.
E insomma, quando si entra in una casa nuova, appare necessario impregnarla dello spirito che si desidera vi imperi. 

La luce di Ligeia, densa di mistero

Edgar vigila su di noi dalla parete votiva

sabato 1 dicembre 2012

enjoy your reading


in apparenza il christmas flavor comincia a milano con gli allestimenti festivi delle vetrine, con la comparsa dei babbi natali ladroni che si arrampicano sui balconi più pop, con l'albero di natale in piazza duomo (che l'insipiente assessore bisconti – la quale dovrebbe essere cacciata a calci nel sedere perché osa affermare la necessità di un natale all'insegna della sobrietà dei buoni, in questo modo giustificando la miseria di un albero di una ventina di metri – quest'anno presenta così), ma in realtà il natale vero comincia con la christmas fair della all saints anglican church of milan, della quale "cose da libri" parla praticamente ogni anno, ad esempio qui. ebbene, quest'anno purtroppo sono arrivata troppo tardi sia per le marmellate sia per il chutney (che a questo punto dovrò imparare a fare da sola, perché come si fa a resistere un anno senza chutney?), ma non per il banco dei libri, che tra le meraviglie contava l'alice munro che si vede in foto. e così, per la bellezza di un euro, ho ricevuto un libro praticamente nuovo, ho potuto assistere all'arrivo di babbo natale, che è uscito dalla sagrestia elargendo la sua tipica robusta risata a destra e a mancina, e ho incassato dall'improvvisato libraio l'augurio più bello: "enjoy your reading". la stagione delle feste è cominciata.

paolo giordano, il corpo umano e qualche blogger

mercoledì 28 ottobre scorso paolo giordano ha incontrato una serie di bookblogger per una discussione informale al pavé di milano, locale/panificio che non conoscevo e che consiglio vivamente. 


l’incontro era stato organizzato dall’editore di giordano, mondadori, e l’argomento era Il corpo umano, seconda prova dello scrittore torinese. la prima non l’ho letta e la seconda l’ho letta al quaranta per cento*, ma ho aderito all’invito per cercare di capire quanto potesse essere utile un incontro riservato a pochi intimi: una decina di blogger, l’agente di giordano laura grandi, alessandro braga, sempre di grandi & associati, gli editor giulia ichino e antonio franchini, anna da re delle digital pr di mondadori. poi ho dedotto che forse mondadori comincia a guardare con attenzione a chi parla di libri nella rete e desidera creare una qualche comunità omogenea e disponibile a una relazione continuativa di attenzione ai propri prodotti. giordano è stato giovane fra i giovani, ha dato del tu a tutti, ha risposto a una serie di domande su libro e personaggi; ha dichiarato, a proposito della sua maestra elizabeth strout, di tendere come lei all’isolamento, che la sua vera natura gli imporrebbe di non fare altro che scrivere, senza comparire. la serata è stata concepita con sobria informalità ed è stata senza dubbio più gradevole di quelle presentazioni al prosecco in cui alla fine tutti si lanciano sul magro buffet. penso dunque che continuerò a partecipare, e che la prossima volta leggerò il libro da recensire per intero.

*una noterella tecnica, sia pure sul quaranta per cento: un militare dice all’altro, rispondendo a una domanda riguardante la quantità di donne disponibili durante la missione in afghanistan, “In nessun dannato campo estivo si scopa quanto in missione”. be’, quel “dannato” mi suona artificioso, come una cattiva traduzione dall’inglese della battuta di un film, peraltro in un testo molto attaccato alla realtà, della polvere, del corpo sudato e sporco, del corpo malato, del corpo desiderato.