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sabato 1 dicembre 2012

enjoy your reading


in apparenza il christmas flavor comincia a milano con gli allestimenti festivi delle vetrine, con la comparsa dei babbi natali ladroni che si arrampicano sui balconi più pop, con l'albero di natale in piazza duomo (che l'insipiente assessore bisconti – la quale dovrebbe essere cacciata a calci nel sedere perché osa affermare la necessità di un natale all'insegna della sobrietà dei buoni, in questo modo giustificando la miseria di un albero di una ventina di metri – quest'anno presenta così), ma in realtà il natale vero comincia con la christmas fair della all saints anglican church of milan, della quale "cose da libri" parla praticamente ogni anno, ad esempio qui. ebbene, quest'anno purtroppo sono arrivata troppo tardi sia per le marmellate sia per il chutney (che a questo punto dovrò imparare a fare da sola, perché come si fa a resistere un anno senza chutney?), ma non per il banco dei libri, che tra le meraviglie contava l'alice munro che si vede in foto. e così, per la bellezza di un euro, ho ricevuto un libro praticamente nuovo, ho potuto assistere all'arrivo di babbo natale, che è uscito dalla sagrestia elargendo la sua tipica robusta risata a destra e a mancina, e ho incassato dall'improvvisato libraio l'augurio più bello: "enjoy your reading". la stagione delle feste è cominciata.

martedì 13 dicembre 2011

christmas time, again

il periodo delle festività natalizie, per chi scrive, è ufficialmente cominciato domenica mattina, con un lunghissimo nescafé, qualche soldino di cioccolato, un alberino di natale d'argento e una matita nava per sottolineare i passi più ameni dello Scaffale di carta di Massimo Gatta, di biblohaus. acquistato il giorno prima al Salone del libro usato, ove si era recata alla sua caccia.

venerdì 24 dicembre 2010

jingle bells smashing version

quando si parla di natale, chi scrive è fortemente tradizionalista, vittoriana, coca-colista, conservatrice, non ammette l'esistenza di altri colori che non siano il bianco, il verde, il blu e l'oro. però, ragazzi, quanto ho apprezzato la gitanissima versione di Jingle Bells eseguita dai signori gitani qui a fianco, colti mentre si preparano a entrare in un vagone della metropolitana tre. merry xmas everybody.

lunedì 6 dicembre 2010

christmas horror show

con l'avvistamento, ieri, del primo babbo natale ladruncolo che tenta di introdursi in un appartamento di via cagliero, dichiaro ufficialmente aperta la stagione delle feste, purtroppo con una nota di biasimo per l'esselunga, sempre nella medesima via: il fatto che quel supermercato non annoveri tra i propri banchi i tanto necessari al periodo flaconi di christmas flavour è uno scandalo tutto italiano.

lunedì 11 gennaio 2010

christmas in wales 2_hen wlad fy nhadau



ah, la sensazione di un’eccellente worthington in corpo, la mattina di natale, gustata al salty pub, al molo di mumbles, wales.


come si diceva (vedi post del 5 gennaio), dei nostri ospiti lin e mary, lui è gallese e lei è inglese, perciò gli accordi sono che il pranzo di natale comincerà dopo le tre, DOPO il discorso della regina, ci dice mary, “after the christmas broadcast”. alle tre in punto, sulla bbc, elizabeth II, in uno splendente abito turchese, tiene il suo discorso: sul divano ci sono mary, la sua amica liz, anna, la cameriera slovacca (una donna meravigliosa: sessantenne, è andata in galles dalla slovacchia cinque anni fa, stufa di un marito idiota e desiderosa di cambiare vita. impeccabile nelle sue funzioni professionali, dopo sessanta mesi non ha ancora imparato l’inglese) e la sottoscritta. john, il marito di liz (inglese) è gallese. “he respects the queen”, mi riferisce liz, ma preferisce non assistere al discorso. dopo che la regina ci ha augurato, ovunque noi siamo, un felicissimo natale, ci ritroviamo tutti intorno a una tavola rossa, verde e oro. mary ha preparato regali per tutti: sono sui piatti, insieme con i christmas crackers, tubi di cartone contenenti corone di carta velina, piccoli giocattoli e barzellette stupide che a coppie si tirano per le estremità: quello che si aggiudica la metà più lunga si tiene il contenuto. presto ciascuno dei commensali ha la sua propria corona, che indosserà per tutta la durata del pranzo.

john ha preparato le mille verdure che accompagnano il tacchino e la salsa di mirtilli, fatti da mary; liz ha prodotto il christmas pudding più buono che ci sia, da accompagnare con lo zucchero o con una crema fresca al drambuie. e adesso vi svelo il segreto del christmas pud avanzato, così come me l’ha comunicato lizzie: si prende il pudding, lo si taglia a fette e si adagiano le stesse su un letto di burro riscaldato.

in sottofondo, mentre mangiamo, un coro gallese di voci maschili canta carole di natale e anche, a un certo punto, l’inno nazionale. giunti a quest’ultimo, john si alza e comincia a cantare, emozionatissimo; la sua pelle rosea, sensibilissima, diviene di un bel rosso bargiglio, complice, non v’ha dubbio, anche una buona dose di sparkling wine.

passato il momento topico, mentre sorseggiamo l’amaretto di saronno servito in nostro onore, john mi racconta che negli anni trenta molti italiani emigrarono nel galles meridionale per lavorare nelle miniere, alcuni dedicandosi anche a lavori diversi, come il signor cascarini, antenato dell’attuale proprietario della catena “joe’s ice cream” (“everything else is just ice cream”, recita la loro pubblicità), che diffondeva i propri gelati trasportandoli su un carretto trainato da un cavallo. Il padre di john, al tempo, era disoccupato, e mr. cascarini, giunto davanti alla loro porta, immancabilmente regalava un cono al biondo e riccioluto john.

intanto altri nostri commensali parlano di dylan thomas, discutono progetti editoriali e musicali riferiti al bardo gallese, si comunicano le rispettive preferenze. mentre, in cucina, ci salutiamo, john mi confessa a bassa voce “i don’t like dylan thomas, i think he was just a drunkard”. così termina la nostra riunione, che aveva visto la presenza in pectore del più grande poeta nazionale. e questo è stato il mio natale a mumbles, wales.


mercoledì 23 dicembre 2009

non vaneggio, era proprio lui

era sul passante che mi portava da repubblica a piazzale dateo, ieri pomeriggio. avevo chiesto indicazioni per la discesa a un signore in apparenza bengalese, che me le aveva date con molta cortesia, invitandomi a scendere quando fosse sceso lui, ché pure lui andava là. a un certo punto, mentre guardavo distrattamente verso un'altra carrozza, è comparso santa claus in carne e ossa, con molta carne e un inappuntabile vestito da santa claus. in preda all'emozione mi sono voltata verso il mio informatore stradale e gli ho detto con voce strozzata: "c'è babbo natale!". ebbene, lui non mi ha detto "cara signora occidentale, pensi alle cose serie, l'africa ha fame, il bangladesh pure e boicottiamo i prodotti israeliani", no. lui si è alzato e, in preda a un entusiasmo pari al mio, è venuto a vedere da vicino il vecchio signore in rosso. il quale, prima di dileguarsi alla fermata porta venezia, ha benevolmente avvertito una bambinetta di stare attenta allo spazio tra il treno e la banchina.

merry xmas everybody, torno tra un pochino.

domenica 20 dicembre 2009

giorgio armani e la pasta e fagioli_cose che accadono sul tram numero due

collocato in attitudine riflessiva sul sedile di uno sferragliante tram numero due, mentre si passa per via manzoni provenienti da piazza della scala, un vecchio signore sostiene che la signora moratti non sa neanche cosa sia un tombino, che ella non ha idea di cosa sia l'acciaio fuso. invece, dice, il vicesindaco di corato lo sa. le donne, dice, non sanno nulla non hanno idea di cosa sia un'acciaieria, o una fonderia. lamenta, in via manzoni, l'assenza di un negozio che venda la pasta con i fagioli, aggiungendo che giorgio armani è un piccione perché ha fatto un negozio di vestiti invece che una rivendita di cibarie. tuttavia, aggiunge, questo contraddittorio asceta, non si dovrebbe mangiare mai, oppure bisognerebbe farlo una volta ogni due giorni, come ai suoi tempi. tutti vestiti, tutti vestiti, nessuno mangia niente. le nota lui, a settantasette anni, queste particolarità, come facciamo a non farlo noialtri, si chiede l'attento passeggero. in giro ci sono solo cellulari, ma i cellulari non si mangiano. squilla un telefono con suoneria vintage e il signore interrompe il suo monologo per avvisare "telefono!; il telefono dei miei tempi...". infine scende, il nostalgico, invocando il perdono del signore mondapeccati su tutti noi.

giovedì 10 dicembre 2009

n.a.m._natale a milano_interrompetemi pure

stralcio da un'intervista a david weinberger, in occasione, credo, delle venice sessions di ottobre scorso.
"vede, la situazione è disperata. negli stati uniti è ormai assodato che una sezione dello schermo, mentre guardi un programma in tv, contenga un messaggio pubblicitario enormemente distraente che reclamizza il programma successivo o un altro prodotto. tu stai guardando Lost, il cui intreccio è particolarmente intenso, e in un angolo in basso dello schermo compare la scritta "Battle Star Galactica, episodio finale". di recente ho guardato una puntata di House su Fox, e su una grossa striscia nella parte inferiore dello schermo – che di fatto mutilava una parte del programma – scorrevano continuamente messaggi pubblicitari: è una forma di pubblicità autodistruttiva che indica il livello di disperazione delle emittenti". weinberger continua a evidenziare la situazione di urgenza e confusione delle emittenti, che vedono nella possibilità del click e via assicurata da internet ai suoi utenti una temibilissima opzione (l'espressione del professore per "temibilissima opzione" è in realtà "pain in the ass").
stamattina, mentre ero al mio tavolo di lavoro, ho subìto un'interruzione che non ha comportato alcuno switching cost: era lo zampognaro, giunto in via zuretti impeccabilmente abbigliato con il tradizionale gilè di pecora.

mercoledì 9 dicembre 2009

n.a.m._natale a milano_xmas tree

quello che si vede è l'albero di natale che il mio amico calabrese ha allestito sul suo balcone affacciato su via zuretti. sotto l'albero, il presepe. a sinistra dell'albero, la bandiera italiana (quella è esposta tutto l'anno). quando scende il crepuscolo, la visione è magnifica. il mio amico calabrese è uno degli ultimi operai rimasti sulla faccia della terra. è piacevolmente sovrappeso ed è dotato di una moglie egualmente sovrappeso. porta a passeggiare con grande piacere i suoi tre barboncini. quando mi saluta il suo sorriso è franco e ampio. una volta, invece di salutarmi – ero con mia figlia –, ha esordito in medias res "perché non ti prendi un cane pure tu? a lei piacerebbe". in tre anni, sono le uniche parole che mi abbia mai detto oltre al ciao. è una di quelle persone per cui si sente una simpatia immotivata, uno dei vicini più cari. ignoro il suo nome, e lui non sa di più su di me.

n.a.m._natale a milano_xmas bunny

in una traversa di corso buenos aires, questo coniglietto di natale un po' cresciuto contempla la vetrina di borsalino (o forse era un altro negozio di cappelli). avranno anche modelli con le orecchie?

mercoledì 2 dicembre 2009

dove si conferma l'esistenza di santa claus

a revontuli, nel cuore di rovaniemi, oltre alla casa di santa claus si trova anche suomalainen kirjauppa (in italiano "libreria finlandese"). la libraia ha un nome da mago del freddo: si chiama heli helenius e non sono certa che appartenga completamente a questa terra. chi scrive ha intervistato la signora e desidera riportare un breve stralcio del fatato colloquio.

aa. come ci si sente a lavorare nella libreria del paese di babbo natale? glielo chiedo perché vorrei sapere se esistono implicazioni che vanno al di là degli aspetti strettamente commerciali (tendo a credere che babbo natale esista davvero).
hh. ho sempre vissuto nel circolo polare artico e posso confermare che la storia di santa claus non è una favola: è reale quanto me e lei. per i locali la questione è ovviamente molto diversa da quello che può essere per i turisti, comunque vivere così vicino a santa claus produce un certo effetto: noi siamo buoni per tutto l'anno, non solo quando si avvicina natale.

cosa si può aggiungere? comunicatelo ai vostri bambini e diamo ufficialmente inizio alla stagione delle feste.

martedì 1 dicembre 2009

n.a.m._natale a milano_soooo pop!

nella mia famiglia uno degli avvenimenti irrinunciabili di questo periodo dell'anno è la christmas fair della all saints' anglican church di via solferino. è a tutti gli effetti una fiera e non un mercatino, dato che questi fedeli protestanti, che paiono – davvero – presi di peso da un episodio dell'Ispettore Barnaby, riescono, nei pochissimi metri quadri della loro chiesa (sì, la cosa avviene proprio nella chiesa, vissuta come spazio multifunzionale senza troppe concessioni a sacralità fumiganti di incenso), a restituire l'aura di un Natale a nord, animato da uno spirito di servizio molto giulivo. nella chiesa condotta da father nigel – che a un certo punto, sabato scorso, ha fatto il suo ingresso sotto un cappello da santa claus ornato di lucine intermittenti – echeggiano sovente tonanti risate, e i fedeli volontari non mostrano alcun imbarazzo mentre servono ai propri banchetti, chi adorno di corna d'alce, chi con una bella ghirlanda sulla testa. è il caso, quest'ultimo, della signora in maglione rosso della foto, che oltre a vendere un'accozzaglia del più disparato ciarpame a cifre folli è l'autrice delle migliori marmellate e dei migliori chutney che si possano mangiare. per non parlare dei biscotti di tutti i gusti e dell'eccellente plum cake. mentre sostavamo davanti al banchetto dei dolci è arrivata lei in persona, gli occhi un po' lagrimosi e l'andatura lievemente malferma, a consigliarci le prugne sotto grappa e la gelatina di mele al brandy – che le avesse, giustamente e professionalmente, appena assaggiate? di tanto in tanto un centenne collocato all'ingresso chiamava con una voce tremula, che riusciva tuttavia a sovrastare le carole di sottofondo, un paio di numeri della lotteria, i cui premi in palio erano esclusivamente bottiglie di liquore.
c'era pure il banco del caffè irlandese, di cui soprattutto le signore si servivano largamente, con effetto positivo su un'atmosfera già effervescente.
e insomma c'erano la lotteria, il banchetto delle grandi cianfrusaglie, i giocattoli, i vestiti vintage e un'amplissima zona dedicata ai libri: libri in esposizione, libri nei cartoni, libri nei pressi dell'altare, libri usati, consumati, sfogliatissimi, dai volumoni rilegati di dan brown all'oxford book of quotations ultraliso, libri che si potevano immaginare nello zaino di qualche backpacker, o sul comodino di qualche expat di passaggio nella penisola. libri con le pagine fruste e macchiate di caffè, in corrispondenza perfetta con un ideale divano vecchiotto ma comodissimo, araldo intramontabile dell'auspicabile cosiness del lettore.

domenica 4 gennaio 2009

trendsetting 6 - cose da libri in trasferta – taranto, viale liguria, e conclusione delle feste





come si diceva in un post precedente (30 luglio 2008), taranto è una città-must per l’antropologo e per il villeggiante. chi scrive, in quanto emigrante-a-volte-ritornante, partecipa di entrambe le nature, nonché di quell’eccitazione che prende il viaggiatore quando scopre cose nuovissime e il ritornante quando rivede cose piacevolmente note.
e così, in questa città inconsuetamente fredda per il periodo – come lialescamente usava dire mia madre, “a taranto il sole prima o poi arriva sempre”: inconsapevole parafrasi dell’indimenticabile chiusa di un romanzo della grande amalia liana di cui non ricordo il titolo: “coraggio, dietro le nuvole c’è sempre il sole” –, si è visto in una zona quasi centrale, il viale liguria dello shopping e dei buoni panifici, l’autentico carretto dei dolci: ricco, ordinato, immensamente vario e ben illuminato, un vero eden a paragone dei carretti dei tristi castagnari tristi di milano, con il loro corredo di facce livide e di mezzilitri d’acqua di marca sconosciuta venduta più cara della coca-cola.
a taranto gli immigrati sono pochissimi e ottimamente intessuti nella trama cittadina, cinesi compresi. sempre in viale liguria – allietato per tutta la sua lunghezza dai canti natalizi diffusi da altoparlanti collocati a cura del nuovo sindaco ippazio stefàno, un famoso medico definito da un negoziante locale che me ne parlava “il pediatra dei bambini”* – si poteva vedere, all’ingresso di un negozio di vestiti – ben tenuto, allegro e attraente: nulla a che vedere con certi polverosi magazzini odorosi di fibre sintetiche e petrolio –, un vermiglio cartello di benvenuto redigendo il quale l’orientale calligrafo aveva sbagliato solo una divisione sillabica, e solo perché lo spazio era esiguo. il cartello era talmente bello che sono entrata e sono uscita con un sacchetto pieno di merce: potenza delle parole appropriate e ben scritte.
e siccome tutte le cose, incontrovertibilmente, finiscono, verso la fine della shopping avenue della città dei due mari ho incontrato la prova della conclusione delle feste, nonostante si attenda ancora la venuta dell’anziana viaggiatrice sulla scopa: babbo natale giaceva a testa in giù, privo di vita e, per sommo spregio, albergava in cima a un mucchio di rifiuti in un cassonetto cittadino. le attività produttive possono ricominciare.

*bisogna dire che ippazio, per gli amici ezio, non si occupa solo della colonna sonora del natale tarantino: consigliere comunale dal 1982 al 1992, l’attuale sindaco è stato il primo a sollevare il problema dell’inquinamento e dell’aumento della mortalità per tumore polmonare nella città, impegno premiato di recente con l’approvazione della legge regionale antidiossine. e come si potrebbe non amare un sindaco che ha sostenuto un candidato presidente della provincia alle primarie del centrosinistra, che giocando sul suo cognome prometteva una “rivoluzione gentile”?

venerdì 12 dicembre 2008

lo strano caso dell'imprudente vecchio

d'altra parte c'era da immaginarselo. uno non può pensare di scalare impunemente un balcone e di cavarsela con un'offerta di latte e biscotti da parte del padrone di casa. c'è sempre qualche testa calda che tiene un'arma in casa, con tutto quello che si sente. babbo natale è stato assassinato nei pressi di piazza medaglie d'oro, trascinato per parecchie rampe di scale e poi abbandonato dietro un'edicola, dove giaceva ancora ieri, sotto neve e pioggia.

venerdì 5 dicembre 2008

season greetings

annuncio ufficialmente la comparsa del primo babbo natale ladrone in zona centrale/gioia/garibaldi: si sta arrampicando su un balcone di via gluck. ho paura.