"Scrivere è una sorta di competizione tra chiarezza e grazia. Come diceva  John Cage: la chiarezza è fredda, matematica; la grazia calda,  incalcolabile, come l’aria. Occorre farle danzare insieme. O come la  tensione nietzschiana tra apollineo e dionisiaco: non si può fare a meno  dell’uno o dell’altro. Un artista, uno scrittore, ha il dovere di  tenerli insieme, la sua opera deve essere frutto di entrambi. O avrà  fallito".
Da un'intervista a Salvatore Scibona, autore della Fine, qui.  


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