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Hotel La Mamounia, Marrakesh (quello dell'Uomo che sapeva troppo) |
Io mi sento perfettamente a mio agio negli hotel. Negli hotel con molte stelle, dove si può godere di una cortesia non impegnativa dal punto di vista della reciprocità e dove gli altri al tuo posto, quando poni un problema, hanno già trovato la soluzione. Dove trovi l'"International Herald Tribune" e personale solerte. Dove benevoli fantasmi passano a pulire ciò tu hai sporcato, senza manifestarsi mai. E dove si è liberi da qualunque tipo di cura che non sia la pulizia personale o scendere a una lauta colazione, anche English breakfast. Ed è per questo che chi scrive raccomanda caldamente di frequentare almeno una volta al mese un bell'hotel nella propria città. Dove oziare, scrivere, esplorare un quartiere che non è il proprio. Una vacanza perfetta, poiché per raggiungere la meta al massimo si prende un tram, e un paio di calzini di ricambio stanno pure in tasca, perciò si sta leggeri. Chi scrive è andata in vacanza al Wattredici di Milano. Dove, se dici che la camera ti serve tutto il giorno perché devi scrivere, si premurano di fartela pulire mentre tu attendi al breakfast e ti riforniscono di ciabattine immacolate, perché "se scrive deve stare comoda", sorride Matteo alla reception.
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