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martedì 23 febbraio 2010

ma non era new orleans



nel pomeriggio di sabato le mie letture sono state interrotte da una serie di urla scomposte provenienti da via zuretti, milano. qualche manciata di facinorosi con travestimenti carnevaleschi è passata in corteo sotto casa mia producendo un chiasso indistinto e molto fastidioso. apprendo che si tratta di un corteo multirazziale in vista dello sciopero dei migranti del prossimo primo marzo: mi pare che i partecipanti fossero in maggioranza italiani – quel genere di afflitti da senso di colpa postcolonialista. non poteva mancare, per infiammare gli animi, la menzione di abdoul guiebre, il ragazzo ucciso proprio in via zuretti un paio di anni fa da un paio di baristi decerebrati, e il cui destino pare quello di sgangherato simbolo di fumose istanze egualitarie. non ho ben capito cosa sia e a cosa miri questo sciopero dei migranti. intanto, se i migranti stanno migrando, è ben difficile che possano partecipare a uno sciopero; quelli che sono già migrati probabilmente il primo marzo lavoreranno, poiché il primo interesse di chi migra è di conquistare una solida posizione per sé e per i propri figli (non per niente i figli di solerti portinai della sierra leone e di pulitori filippini fanno passi scolastici da gigante, altro che i nostri figli pallidi e sazi). in ogni caso, che tristezza e che tritezza questi animatori di cortei: cantano male e ballano peggio. un corteo è un atto di comunicazione, e come tale dovrebbe essere allestito con un minimo di professionalità, sennò non comunica un tubo, al massimo è autoreferenziale. "bastardi fascisti" oppure "siamo tutti negri" sono espressioni che lasciano il tempo che trovano: per favore, organizzatori, dedicate un po' più di tempo alle prove.

martedì 23 settembre 2008

funerali hip hop - abdoul guiebre

in occasione dei funerali di abdoul guiebre a cernusco sul naviglio si discute di razzismo e di seconda generazione. radio pop è in prima linea con la sua direttissima. ma il colore locale dell'intermezzo musicale con le buste piene di marracash era proprio necessario? sì, certo, siamo tutti abdoul, ma quel ragazzo non potrebbe avere una marcia funebre decente?

domenica 21 settembre 2008

yo, abba – ammazzamenti hip hop

ieri pomeriggio, intorno alle 17.30, “un corteo più rumoroso, fatto da alcune centinaia di giovani di colore e di rappresentanti dei centri sociali, e che sfugge all'itinerario concordato” – questo è il resoconto su “repubblica.it” del 21 settembre: in realtà il minicorteo non contava più di cento persone, compresi i fotografi e gli anonimi cronachisti –, insomma un’appendicetta di quello antirazzista svoltosi a milano ieri pomeriggio, dopo l’uccisione, una settimana fa, del giovane abdoul guiebre (vedi, qui, “i vendicatori”, post del 17 settembre), raggiunge via zuretti.
e dunque c’erano due pattuglie di vigili urbani, tante camionette della polizia a impedire il passaggio verso lo “shining” e questa diaspora guidata da alcuni manifestanti-rapper, i quali, dall’alto di un camion bianco, proclamavano, nell’ordine: che abba vive; che milano è una città razzista; che via zuretti è una via razzista; che i poliziotti schierati a difesa del varco erano delle facce di merda. le proclamazioni erano affidate a un bianco, le risposte rappate (non sempre coerenti, a onor del vero) a un nero (la cosa mi ha fatto venire in mente ebony and ivory, ma l'armonia non mi sembrava perfetta). i due si chiedevano inoltre – riferendosi al presunto furto di biscotti da parte di abdoul – se esistesse qualcuno che, all’età di diciannove anni, non avesse mai fatto una cazzata.
prima di risolversi a svoltare in via parravicini, constatata l’impossibilità di raggiungere il luogo del delitto, i due proclamanti hanno messo sul piatto con molta chiarezza le loro richieste: “vogliamo integrazione, vogliamo hip hop”.

il logo che pubblico è stato prelevato da www.brandhiphop.com. dubito che i titolari si offenderanno.

mercoledì 17 settembre 2008

i vendicatori (abdoul guiebre e stephen king)


il bar milanese di via zuretti i cui proprietari hanno sprangato un presunto ladruncolo di biscotti diciannovenne si intitola, molto opportunamente, "shining". la cronaca è nota e si può trovare qui. sul gradino d'entrata dello "shining" c'è un unico mazzo di fiori gialli; accanto ai fiori, monetine depositate dai dolenti in pagamento dei biscotti; sulla saracinesca è attaccato un manifestino che reca la foto dell'assassinato e la scritta "addio fratello" (mi stupisco piacevolmente di non leggere, in luogo dell'"addio", il più irritante "ciao", che insieme con l'applauso al morto è una delle manifestazioni più fastidiose delle cerimonie funebri a noi contemporanee).
la moglie e madre dei due vendicatori ha chiesto comprensione in virtù del fatto che la sprangata mortale è stata inflitta in quanto reazione a un ipotizzato furto dell'incasso del bar. quanta banalità. neanche meritevole di un racconto noir a beneficio dei posteri.