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giovedì 19 marzo 2009

barflies*





vorrei sottoporre alla categoria degli scrittori da bar, alla quale mi onoro di appartenere (anche se devo ancora trovare il bar giusto a milano e colgo l’occasione per sollecitare qualche segnalazione), la campagna “Think” della School of Visual Art di new york, curata da KNARF, nata, nelle parole dei promotori, per “incoraggiare le persone a pensare ovunque, fornendo loro un supporto per annotare le idee”. diciamo che l’idea non è rivoluzionaria, ma questi tovagliolini e queste bustine mi sono proprio piaciuti. quasi un’evoluzione depurata della carta da macellaio di felliniana memoria, o un richiamo al café de flore.

*in caso di lettori non ostinatamente anglofili, un barfly è un pervicace frequentatore di bar.

martedì 2 settembre 2008

non solo bomboloni - rimini, 2008






il bagno 128 di rimini è, in apparenza, un bagno come tutti gli altri – convenzionato con una serie di hotel a tre stelle, passerella in cemento che porta a riva, biliardini ping pong spazio giochi per i bambini piccoli vasca idromassaggio. a ben guardare, però, un po’ defilato e in direzione parchetto giochi, si osserva un mobiletto a due piani con gli sportelli trasparenti: al piano superiore un trionfo di letteratura pop, “visto”, “novella”, “vero”, “intimità” (sì, la pubblicano ancora) e qualche giornale in lingua russa per eventuali bagnanti russi. al piano di sotto una microbiblioteca dove, accanto a tom clancy, le carré e patricia cornwell, trova posto un esiguo numero di classici – joseph conrad, oscar wilde, in tutto cinque smilzi supereconomici volumi newton compton, tenuti vicini, stretti l’uno all’altra come un gruppo di amici che sperano. vista la biblioteca in boccio e, subito dopo, un’inconsueta famigliola di lettori – lei, lui e bambino piccolo; sul tavolino che regge l’ombrellone la fiera delle vanità di makepeace thackeray (stupendo: il lettore, che è lui, non ha più di trentadue anni), un numero di “glamour” e l’ultimo “espresso”: domestica espressione dell’avvenuto invalere della miscela cultura alta + cultura bassa –, mi ricordo anche di non aver mai visto vainer, il responsabile della spiaggia, senza un libro in mano (se è per questo neanche goran, il suo legnosissimo, slavissimo, serissimo collaboratore dallo spiccato accento romagnolo) e vado a parlargli. vainer ha cominciato tre anni fa a mettere a disposizione dei bagnanti riviste e libri, questi ultimi su un elenco a disposizione di chi volesse consultarlo. poi l’elenco è sparito, poiché la gente ha dimostrato di preferire i diretti consigli del nostro, che a otto anni, mi riferisce, aveva già letto dracula di bram stoker. i libri nutrono il cervello, dice vainer nel regno della piadina. certo, la maggioranza prende clancy e cornwell, ma talvolta compare qualcuno a chiedere un pirandello, cosa che conferma vainer nella volontà di proseguire la sua operazione culturale. anzi, mi ha detto, intende aumentare il numero di libri e strutturare meglio la bibliotechina. il re dell’animazione qui è gerry, ginnasta di pregio e laureando in giurisprudenza di pompei: uno che dice “capo” invece di “testa” e nonostante questo è l’idolo delle clienti – il bagno 128 è decisamente speciale.
a rimini, si sa, il mare è una pura convenzione: il mio istinto di flâneuse mi conduce, invece che in acqua, a vagare per gli ombrelloni, dove scopro un originale esempio di architettura popolare: un signore, per leggere il giornale, trasforma la capannina favorisci-ombra del lettino da spiaggia in un comodo leggio e usa una ciabatta di plastica per impedire che il vento sfogli fastidiosamente le pagine.
“Rimini è un pastrocchio, confuso, pauroso, tenero, con questo grande respiro, questo vuoto aperto del mare”, scriveva federico fellini. e in effetti, accanto a spiriti delicati come quello di vainer, c’è lo spirito della "voce di romagna" (sottotitolo “le ragioni dell’occidente”): un po’ provinciale, vagamente volgare, compratissimo in loco; e quello di chi produce e vende sinistri gadget mussoliniani, nonché bottiglie di vino – che un cartello del negoziante definisce "non offensivi e adatti agli scherzi" – sulla cui etichetta campeggia l'effigie di hitler.

martedì 20 maggio 2008

mangalemmi 8


epistolografo: chi scrive epistole; autore di un epistolario.

"Roma, 3 dicembre 1980. Avrei voluto scrivere a mano anch'io, ma sono secoli che ho dimenticato come si fa. Che meravigliosa prova di volontà si è imposto riprendendo in mano la penna dopo tanti anni di macchina da scrivere! Con penna e matita io riesco a fare soltanto i soliti disegnini pornografici, maggiorate fisiche oppure paesaggi in miniatura, ma se devo scrivere anche una sola riga la mano si blocca e non vuol più continuare. ... Caro Simenon, la sua lettera mi ha fatto piacere non soltanto per le espressioni affettuose e piene di calore che contiene, ma anche per la notizia che lei ha finito il suo grande libro." Carissimo Simenon, Mon cher Fellini, Adelphi, Milano 1998.

giovedì 15 maggio 2008

stradario


sono passata di recente, a rimini, per via “le tentazioni del dottor antonio”, già via m.p. musorgskij. nelle ventisei vie della città dedicate ad altrettanti film di federico fellini sono in corso di posa quelli che dal comune di rimini vengono chiamati “speciali cartelli toponomastici”: riproduzioni dei manifesti dei film e qualche riga di trama, il tutto a cura della fondazione federico fellini.
mi pare di capire che per avventurarsi nell’omnipervasiva giungla delle immagini sempre più spesso si faccia ricorso alla parola, come se vivessimo in un ipertrofico collage concettuale e avessimo bisogno di una guida per non perderci. mi piace, mi piace molto l’idea della città-libro illustrato che, come tutti i libri illustrati, ha bisogno delle didascalie sotto le immagini: le didascalie spiegano, rassicurano, illuminano, circoscrivono e contengono.