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giovedì 22 luglio 2010

europiedi

"L'Europa è stata, e viene ancora, camminata. È un elemento fondamentale. La cartografia dell'Europa è il frutto delle possibilità del piede umano, degli orizzonti che ci può far percepire. Uomini e donne hanno tracciato queste mappe, camminando di casolare in casolare, di villaggio in villaggio, di città in città. In genere le distanze hanno scala umana. Possono essere percorse da chi viaggia a piedi – dal pellegrino che si spinge fino a Compostela, dal promeneur solitario o in comitiva. ... Questo semplice fatto determina la relazione originaria tra l'uomo europeo e il paesaggio. In senso metaforico, ma anche nella realtà, quel paesaggio è stato modellato e umanizzato da piedi e mani. ... I nostri campi, che siano coperti di neve o ingialliti dal sole dell'estate, sono gli stessi di cui hanno fatto esperienza Bruegel, Monet o van Gogh. ... Alcune delle componenti fondamentali del pensiero europeo sono pedestri, nel senso etimologico del termine. La loro cadenza, la loro sequenza, sono quelle del camminatore. Nella filosofia e nella retorica della Grecia antica, i peripatetici sono, alla lettera, quelli che viaggiano a piedi da polis a polis, e anche i loro insegnamenti sono itineranti. Nella metrica e nelle convenzioni poetiche occidentali, il 'piede', il 'battito', l'enjambement tra i versi o le stanze ci ricordano l'intimità tra il corpo umano che cammina sulla terra e le arti  dell'immaginazione".

George Steiner, Una certa idea di Europa, Garzanti, Milano 2006

mi scuso con Garzanti per la lunga, illegale citazione, ma non potevo resistere.

mercoledì 23 luglio 2008

mens sana in corpore sano

cose che uno si aspetterebbe, chessò, nel cultural district di abu dhabi. e invece no. giorni addietro, su una spiaggia (assai nazionale e assai popolare) del nostro bel litorale salentino si poteva vedere un ragazzo, seduto vicinissimo alla riva, che leggeva beatamente l'orlando furioso, incurante degli schiamazzi dei suoi vicini intenti a una rumorosa partita di beach volley. ogni tanto il pallone bagnato si abbatteva sul libro. il ragazzo lo restituiva con grazia e poi riprendeva a leggere. passata quasi un'ora, il ragazzo si è alzato, ha raggiunto i suoi vicini (rivelatisi suoi amici) e si è unito gioiosamente alla partita. quanta letizia! sino ad allora ero stata dalla parte del ragazzo contro i disturbatori da spiaggia, poi mi sono resa conto che quel lettore era a suo agio tanto con l'orlando quanto con i supposti teppisti marittimi. ho provato una sensazione di rotondità delle cose. poi, dato il luogo, mi sono messa a pensare ai peripatetici. in fondo pure loro svolgevano attività fisica mentre pensavano, mi sono detta. fiera di essere una magnogreca.