Visualizzazione post con etichetta walter veltroni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta walter veltroni. Mostra tutti i post

venerdì 24 ottobre 2008

laura fa qualcosa di sinistra – apre a milano la libreria del mondo offeso

















“Ho pensato di poter organizzare un grande incontro tutti assieme. Non sto parlando di un appuntamento politico, ma di un modo per far diventare la nostra amicizia più vera, non solo un rapporto che si chiude una volta spento il computer. Certo sarà l’occasione per parlare di politica e di vita. Ci vediamo il 13 dicembre a Roma, non so ancora dove, dipenderà da quanti di voi vorranno partecipare, fatemelo sapere da subito. Se qualcuno di voi quella sera vuole suonare, allestire una mostra con delle foto, portare dei filmati, cercheremo di organizzarci per farlo. A presto, un abbraccio, Walter.”

quello sopra è l’invito che walter veltroni rivolge agli amici di sito dalla sua pagina di facebook, il 22 ottobre 2008. io non so cosa voglia ricavare walter da questo incontro in cui, en passant, infila anche la parola “politica”. so però che ieri, alle 18.30, ha aperto i battenti la “libreria del mondo offeso”, un paio di splendidi locali squisitamente arredati in un cortile interno di corso garibaldi 50. eugenio allegri ha letto con voce fascinosa brani tratti da Un canto clandestino saliva dall’abisso, di mimmo sammartino, che narra del naufragio di portopalo. laura ligresti ha concepito una libreria schierata a manca, le pareti di mattoni a vista, in cui si respira una complottarda atmosfera da bistrot. su una parete campeggia un bel ritratto di che guevara; su un’altra è attaccato un invito a salvare “il manifesto” dalla chiusura – lo stesso invito è stato rivolto ai presenti da sammartino, che esortava ad aderire alla sottoscrizione per il quotidiano organizzata in libreria.
il pubblico, miscellaneo, annoverava le consuete signore di una certa età con rossetti molto appariscenti, alcuni distinti signori di una certa età provvisti di capigliatura fluente e anelli agli orecchi, un po’ di ventenni.
laura ligresti si aggirava tra i convenuti frastornata ed emozionatissima: per lei, i più calorosi auguri – oltre ad aver fatto una cosa di sinistra, ha fatto una cosadalibri, alla quale non si può che plaudire.

finale con sorpresa
finita la presentazione, esco e svolto in via palermo, dove noto attraverso la vetrina il bancone di un locale occupato, invece che da zuccheriere o altre suppellettili, da una bella fila di volumi delimitata sui due lati da due grandi bottiglie a mo’ di reggilibri. scopro che è “la libera”, birreria con cucina dei soci italo manca e gino narducci, dove da ventotto anni si cena, anche dopo il teatro, in un ambiente molto confortevole. mi riceve gino (è il signore della foto), che mi racconta l’origine casuale della fila di libri – qualche volume dimenticato da clienti, qualche dono da parte di giornalisti del “corriere della sera”, dalla vicinissima via solferino, qualche acquisto autonomo. su dieci clienti, mi dice gino, otto si fermano volentieri a sfogliare. prosit.

venerdì 9 maggio 2008

regimi boreliani - molto dopo il 13 aprile


il licantropo pétrus borel, “stralunato eroe di alcune imprese fragili e concluse” – secondo la definizione che ne dà il mio antico professore di francese, m. bruno pompili, nel suo il segno del licantropo (introduzione a pétrus borel - opera polemica, bari 1979) –, fu un eterno dissidente e un arguto fallito. repubblicano faute de mieux, in piena monarchia di luglio ebbe a dichiarare: “sono repubblicano perché non posso essere caraibico; ho bisogno di un’enorme quantità di libertà; la repubblica me la garantirà?”
e dopo aver definito la propria un’epoca in cui al governo sedevano ottusi contabili e mercanti d’armi, e il re di francia un uomo il cui motto recitava “sia lodato dio, e anche i miei negozi!” (il passato torna spesso), pétrus vagheggiava: “fortuna che per consolarci di tutto questo ci resta l’adulterio! il tabacco del maryland! e del papel español por cigaritos.”

ma tutti quelli che hanno votato walter erano caraibici in pectore?