venerdì 9 maggio 2008

regimi boreliani - molto dopo il 13 aprile


il licantropo pétrus borel, “stralunato eroe di alcune imprese fragili e concluse” – secondo la definizione che ne dà il mio antico professore di francese, m. bruno pompili, nel suo il segno del licantropo (introduzione a pétrus borel - opera polemica, bari 1979) –, fu un eterno dissidente e un arguto fallito. repubblicano faute de mieux, in piena monarchia di luglio ebbe a dichiarare: “sono repubblicano perché non posso essere caraibico; ho bisogno di un’enorme quantità di libertà; la repubblica me la garantirà?”
e dopo aver definito la propria un’epoca in cui al governo sedevano ottusi contabili e mercanti d’armi, e il re di francia un uomo il cui motto recitava “sia lodato dio, e anche i miei negozi!” (il passato torna spesso), pétrus vagheggiava: “fortuna che per consolarci di tutto questo ci resta l’adulterio! il tabacco del maryland! e del papel español por cigaritos.”

ma tutti quelli che hanno votato walter erano caraibici in pectore?

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