domenica 21 giugno 2009

going bananas / tautologie



da secoli chi scrive è denominata “banana”, per assonanza col nome di battesimo mal pronunciato, dai suoi amici anglosassoni buontemponi. una delle mie bevande preferite è latte e banane. a colazione mangio pane preferibilmente manufatto con fettine di banana e nocciole. ho sempre adorato il colore di questi frutti e ritengo che uno dei vantaggi maggiori, rispetto, non so, alle mele, sia un’eccellente sbucciabilità. la mia casa precedente aveva pareti giallo banana. quando ero piccola prediligevo il gelato alla finta banana a forma quasi di banana della (credo) algida. ho anche preso passione per la banita sanson, non trascurabile gelato. il 27 settembre del 2008 quasi mi sono fatta arrestare per aver fotografato, all’interno di un supermercato, un cartello promozionale che annunciava una riduzione di prezzo sulle banane; consiglio inoltre a tutti la visione di questo commercial disney sulle banane chiquita (io ce l’ho come suoneria del mobile phone).
e dopo tutta questa banana-orientedness, come non dare conto della deliziosa invenzione del designer naoto fukasawa, il packaging tautologico?

n.b.: esiste anche per il succo di fragola e di kiwi, nonché per il latte di soia.

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