giovedì 18 giugno 2009

disheveled mid-summer party

nel mio quartiere, si sa, risiede la crème de la crème degli intellettuali milanesi. all’esselunga di via cagliero, oltre che rosita celentano, si incontra spesso paolo limiti con la vecchia madre, e persino la mia portinaia è un po’ come bessarione, nel senso che non la vedi mai senza un libro in mano (il prode ruggero, suo marito, no: lui più che alla letteratura indulge – ma con misura – alla bottiglia). e in questo nostro marais solo un po’ meno affascinante di quello parigino si tengono party, incontri, feste di ogni genere. come quella che c’è stata a casa mia ieri sera, invitato d’onore un iconografo di vaglia, nonché appassionato di lirica e di vini bianchi nordici (insomma, una sorta di uomo ideale – nel corso della serata, noi già un po’ alticci, ho appreso che sa anche appendere un lampadario). quest’uomo, oltre ai già elencati pregi, somiglia in maniera impressionante a tom cruise giovane (ma il tempo, con lui, è stato lieve). e ancora, last but not least, è il titolare maschile del gran ciambellanato dei disheveled (vedi post del 24 settembre, 7 ottobre 2008, 2 e 11 febbraio 2009). veste panni ampi, camicie di lino, sandali vagamente frateschi, è titolare di un’eleganza un po’ blasée e soprattutto ha una collezione di strepitosi pantaloni da pigiama comprati da oviesse, che indossa per uscire. siamo entrambi cultori di Dallas, indossiamo anelli gemelli con incise le cifre dei nostri nomi e parliamo anche di cose assai profonde. l’unica cosa di cui non mi capacito è il biasimo misto a un leggero compatimento che leggo nel suo sguardo quando attacco a parlargli della mia passione di sempre, il wrestling.

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