"Partiamo fra dieci minuti per Dover e Calais".
Una specie di smorfia si delineò sulla tonda faccia del francese.
Evidentemente egli non aveva capito bene.
"Il signore cambia casa?", domandò.
"Sì. Andiamo a fare il giro del mondo".
Passepartout, con gli occhi smisuratamente dilatati, le palpebre e i sopraccigli tirati in su, le braccia penzoloni, il corpo afflosciato, presentava in quel momento tutti i sintomi della meraviglia spinta fino allo stupore.
"Il giro del mondo!", mormorò.
"In ottanta giorni", completò il signor Fogg. "Perciò non abbiamo un solo istante da perdere".
"Ma, le valigie?", osò chiedere il servo, il quale dondolava inconsciamente il capo a destra e a sinistra.
"Niente valigie. Basta un sacco da viaggio. Dentro, due camicie di lana e tre paia di calze per me;
altrettanto per voi. Compreremo strada facendo. Prendete il mio mackintosh e la mia coperta. Provvedetevi di buone scarpe. Del resto, cammineremo poco o niente".
Jules Verne, Il giro del mondo in ottanta giorni, 1873
Jules Verne, Il giro del mondo in ottanta giorni, 1873
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