poi ci sono anche i giorni del grande amore, quelli inconsueti in cui tutto si tiene e la mattina dopo, componendo il quadro in un elenco puntato vedi che
. un artista di santa rosa, california, ti ha spedito l'originale dell'opera che compare a intestazione del tuo blog, e il timbro postale sul pacchetto porta la data del 14 febbraio, e allora capisci il motivo per il quale questo artista un paio di settimane prima ti aveva scritto chiedendoti l'indirizzo di casa.
. un amico che è tuo amico da trent'anni ti ha mandato una canzone che si intitola you are my friend e una strofa di questa canzone fa
The thought of you helps me carry on
When I feel all hope is gone
I see the world with brand new eyes
Your love has made me realize
My future looks bright to me,
Oh because you are my friend,
When I feel all hope is gone
I see the world with brand new eyes
Your love has made me realize
My future looks bright to me,
Oh because you are my friend,
una cosa che potrebbe parere orrendamente sentimentale ma considerato il contesto, le persone coinvolte, l'assiduità della frequentazione, considerati i mille chilometri di distanza capisci che quella canzone è utile, anzi necessaria, proprio in quella forma là. poi scopri che di quella canzone c'è un video su youtube in cui patti labelle è sul palco con un vestito luccicante e un dissonante asciugamano tergisudore su una spalla.
. hai ricevuto un manoscritto in formato word. l'hai convertito in formato pdf e l'hai portato alla tua copisteria di fiducia per farlo stampare, quella dove la proprietaria romena, nonostante ci si sia ripromesse da tempo di darci del tu, ti chiama sempre "signora anna". una piccola frustata ogni volta, ogni volta quella sensazione di incolmabile cortesissima distanza. ti fai stampare il manoscritto, trecentoquarantasette pagine. decidi che ne hai abbastanza di fogli che si disperdono in giro, l'ultima volta erano seicentonovantadue. allora chiedi alla signora un'operazione che istantaneamente nobilita qualunque mazzetto di carte prive di identità, la rilegatura. a spirale, che è quella che ami anche nei quaderni. così quella massa di fogli stampati si fa oggetto compatto, un solido parallelepipedo dal dorso nero tondeggiante. sei uno studente per sempre e quella copisteria di quartiere priva di pretese ti ricorda il bugigattolo delle fotocopie dell'università, le dispense, quella piccola frenesia delle cose intonse. come quando compri un libro nuovo, che vorresti e non vorresti, ti coglie il desiderio di tenerlo chiuso, di non violarne le pagine, di volerlo eternamente giovane e intatto, un po' sterile. dopo, quando quel libro riemerge un po' sciupato da qualche seduta di lettura, solcato dai tuoi segni di matita e oh quanto utile e pieno, ti dici che hai fatto bene a superare quell'istinto estetico di conservare l'oggetto così come era uscito dalla legatoria. il manoscritto è in formato A4, calza perfettamente nella tua borsa da lavoro. pensi che avrai bisogno di due penne di diversi colori, di foglietti adesivi per attaccare ai fogli gli appunti più lunghi, di un evidenziatore. scegli le penne più affilate, quelle che ti pare potranno aiutarti nella ricerca del mot juste, quello che esprimerà al meglio le parole dell'autore. oggi lavori fuori. occuperai una poltrona che ti accolga, in una libreria o biblioteca, e lavorerai al tuo manoscritto. hai un ufficetto portatile marca blackberry, volendo sei rintracciabile. ti auguri che non ci sia nulla di urgente, che l'importuna lucetta rossa segnalatrice di messaggi non si metta a pulsare mai. che nulla ti distolga dalla vicenda del libro che sarà. mentre lavori sei consapevole che quello che metti in quello che fai è la somma di chi sei, cosa hai fatto, cosa hai letto e chi conosci. devi vestirti per uscire, ma prima ci tieni a ricordare una poesia di raymond carver che piacerebbe tanto anche al tuo amico di patti labelle:
Late Fragment
And did you get what
you wanted from this life, even so?
I did.
And what did you want?
To call myself beloved, to feel myself
beloved on the earth.*
* E hai avuto da questa vita quello che volevi?
Sì.
E cosa volevi?
Dirmi amato, sentirmi amato sulla Terra.
2 commenti:
Mi piace quando scrivi dell'amicizia e la vostra sembra bellissima. I 1000 chilometri possono essere pure 10mila, non cambiano mica un legame così. Gli altri forse sì, ma l'amicizia no.
commossa!
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